Oceano Pacifico pattumiera atomica



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in www.gfbv.it/2c-stampa/2011/110330it.html

Oceano Pacifico pattumiera atomica
La radioattività nella catena alimentare minaccia gli indigeni delle isole pacifiche

Bolzano, Göttingen, 30 marzo 2011

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) protesta decisamente per la minimizzazione dell'inquinamento radioattivo del Pacifico in seguito al disastro nucleare di Fukushima in Giappone. Centinaia di milioni di persone vivono di pesca nell'Oceano pacifico, tra di loro molte popolazioni native delle isole. Le dichiarazioni degli scienziati giapponesi secondo cui la contaminazione dei pesci non sarebbe poi tanto grave visto che la radioattività si concentrerebbe nelle spine che l'uomo non mangia non sono solo un'irresponsabile minimizzazione ma sono addirittura criminali. Migliaia di tonnellate di pesce incluse le spine vengono ogni anno trasformate in farina di pesce da cui a sua volte si ricavano alimenti per animali ma anche i famosi bastoncini. Le tesi scientifiche sulla presunta rapida diluizione delle particelle radioattive in acqua di mare non tranquillizzano comunque gli abitanti nativi delle isole del Pacifico che in percentuali notevolmente superiori alla media lamentano gravi problemi di salute, conseguenza di decenni di test atomici nel Pacifico e che, a quanto fu loro detto, non avrebbero dovuto comportare alcun pericolo vista la bassa radiazione.

Le popolazioni indigene del Pacifico si considerano a tutti gli effetti vittime dell'era nucleare. Mai nessuno ha chiesto loro se erano favorevoli a questo tipo di produzione energetica ma ciò nonostante ne subiscono tutte le conseguenze. Dopo il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e in seguito a decenni di test atomici eseguiti nel Pacifico da USA, Gran Bretagna e Francia, l'Oceano Pacifico si è trasformato in una cloaca radioattiva dalle conseguenze incalcolabili.

Secondo le informazioni in possesso dell'APM, il Pacifico è seriamente minacciato da almeno quattro bombe nucleari ad orologeria: la Francia ha eseguito test atomici sulle isole Moruroa e Fangataufa (1966-1996) mentre gli USA hanno scelto per lo stesso scopo gli atolli Bikini e Enewetok (1946-1958). Tutte e quattro le isole, in cui vivono comunità indigene o che vengono utilizzate con regolarità dalle stesse, ospitano giganteschi depositi di scorie radioattive poco sicuri e gestiti senza che vi siano controlli indipendenti.

Nelle zone dei test atomici francesi e nella Micronesia ex-statunitense le vittime della radioattività si sono unite in associazioni di lotta. Per decenni è stato loro mentito sul proprio stato di salute mentre la percentuale di malati di tumore e di malformazioni nei neonati andava assumendo valori eccezionalmente alti. Per le popolazioni indigene del Pacifico non è mai stato possibile tutelarsi dalle radiazioni che secondo gli scienziati non avrebbero dovuto causare loro alcun danno. Il mare è per gli Indigeni allo stesso tempo fornitore di cibo, farmacia e area ricreativa. In nessun altro luogo del mondo, l'uomo vive in tale simbiosi con il mare come sulle isole del Pacifico.

Vedi anche in gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2009/091102it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090804it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/071207it.html | www.gfbv.it/3dossier/popoli/pop3.html | www.gfbv.it/3dossier/nonuke-it.html | www.gfbv.it/3dossier/ind-voelker/global-it.html in www: www.no2nuclearpower.org.uk | www.dominionpaper.ca/articles/1414 | www.aafna.ca/Uranium_mining.html | www.h-o-m-e.org/Yucca/index.htm | www.youtube.com/watch?v=XAb9UjzdixQ | www.downtoearth.org.in