Largo alla Democrazia!






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I due principi della democrazia
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In un recente intervento (1) abbiamo riflettuto sul fatto che l'Italia non è semplicemente una Repubblica, come riduttivamente qualificata nella Costituzione, bensì con piena legittimità giuridica anche una Reprivata. L'Italia gode infatti tanto di una Res Publica (un insieme di beni, risorse e normative di pertinenza collettiva) quanto di una Res Privata (un insieme di beni, risorse e normative di pertinenza privata). La presa di coscienza di questa discrepanza tra realtà asserita e realtà effettiva non è cosa da poco. Essa anzi conduce alla percezione di cosa esattamente sia il totalitarismo e di cosa occorra per evitarlo.

Il TOTALITARISMO è l'estensione di un potere sulla TOTALITÀ del TERRITORIO di un Paese o di un'area geografica confederata o dell'intero pianeta. Se un pensiero unico è entro certi limiti cosa non solo necessaria ma perfino positiva e piacevole, facendo esso da perno centrale alla comunità, l'estensione del potere esecutivo di tale pensiero al di fuori della Res Publica ed il suo sconfinamento nella Res Privata sono da evitare con estrema accuratezza al fine di evitare lo sfaldamento della società per via del naturale rigetto suscitato nelle persone sottoposte ad indebita coercizione e controllo.

Il pensiero, l'azione, lo stile, il fine di altri possono anche non piacerci. Tuttavia in una società democratica, quindi funzionale e felice perché finemente reattiva, a meno che non vi sia una immediata e consistente emergenza, non possiamo che accettare il modo d'essere altrui. Ognuno può, sì, adoprarsi affinché le sofferenze che scorge si dissolvano. Ma il Governo ha il dovere di rispettare la Res Privata e tenersene alla larga, mentre ciò cui invece deve badare con religiosa premura è la Res Publica. Realizzando in questa un esempio di rilucente bellezza e produttività ed ispessendola fino a farla divenire di adeguata consistenza, nessuno avrà dubbi sulla strada da seguire.


Al contrario oggi l'Italia (e le altre repubbliche del mondo) è affetta da un regime totalitario a causa del fatto che essa si qualifica totalmente come una Res Publica. La Res Privata dei comuni cittadini sta pian piano scomparendo sotto l'attacco continuo dei vari governi che si succedono. I ricchi, coi loro intrallazzi, mantengono immutata la patria potestà sui loro beni ed anzi ne acquisiscono in continuazione di nuovi. I poveri, senza difesa, perdono quel poco di cui dispongono anche per colpa di ambientalisti che pretendono imporre ovunque, sull'intero territorio nazionale, europeo e globale, la loro visione della vita che così diviene unica, dispotica, totalitaria.


Sotto il peso di questa confusa situazione, che si fa sempre più opprimente per i meno abbienti ormai privi di rappresentanti, l'intero universo progressista cade nella più elementare delle trappole: perdere il proprio prezioso tempo impegnandosi a contrastare l'operato dell'ennesimo politico con eccesso di personalità. Non si pensa che, anche se si giungesse a qualche risultato, anche se si riuscisse a scacciarlo, i politici che seguirebbero, non essendo stata corretta la Costituzione (e non essendo stati cacciati gli statali), non avrebbero condotta migliore, anzi più subdolamente continuerebbero a togliere potere e ad impoverire le persone.


Ed a questo punto compaiono, come due fari capaci di rendere sicura la navigazione anche nelle acque più agitate e coi venti più impetuosi, i due principi della Democrazia:

1) quanto di pertinenza e proprietà della Collettività va condiviso,

2) quanto di pertinenza e proprietà della Persona va rispettato.


Sviluppando appieno e correttamente il concetto di Repubblica e distinguendolo opportunamente dal complementare concetto di Reprivata, si comprende che la prima va condivisa e la seconda va rispettata. Questo significa che ciò che effettivamente è un bene comune, ad esempio ed innanzitutto la Funzione Pubblica, i ruoli che oggi son di proprietà degli statali, va condiviso tra tutti i cittadini. Mentre il territorio del Pianeta Terra, che non è affatto un bene comune, una totale e totalitaria res publica, bensì un ricco insieme di res publiche e res private, trova nei rispettivi possessori i legittimi custodi e conduttori.

I docenti universitari, giustamente noti come "baroni", sono responsabili prima di altri del declino della società, poiché hanno usato il loro patrimonio di nozioni a fin di male, a fin di totalitarismo. Per il mero meschino scopo di mantenersi a vita il posto fisso in un'attività che è invece di proprietà collettiva, questi emeriti statali hanno tenuto le persone lontane dalla consapevolezza che il primario bene comune di una società è la sua Funzione Pubblica mentre il territorio di un Paese che pretende essere democratico non può non godere tanto di una Res Publica quanto di una Res Privata.


Se tutta l'Italia fosse una Repubblica non vi sarebbe spazio alcuno per la persona e noi stessi diverremmo, intellettualmente e fisicamente, una proprietà collettiva. Si pensi alla legge sulla predazione degli organi mentre stiamo morendo: siamo stati considerati materia di proprietà degli statali ed il nostro parere viene ormai metodicamente scavalcato con una oscena legge basata sul silenzio/assenso. E questo è niente! Il completo asservimento ed impauperimento di noi esseri umani, ad opera di una destra e di una sinistra che costituiscono un'unica morsa politica badante solo a trangugiare tutti e tutto, sarà inevitabile. A meno che non specificheremo sulla Costituzione che l'Italia è una Repubblica al pari di quanto è una Reprivata e che quanto di pertinenza della Collettività va condiviso mentre quanto di pertinenza della Persona va rispettato.


Olè!


Danilo D'Antonio

++351 964986219



1) Italia Totalitaria http://www.hyperlinker.com/ars/italia_totalitaria.htm