Gli Angeli e le Api: Giuseppe Altieri: Attenzione !! Riducendo per legge le dosi di rame nell'Agricoltura Convenzionale si rischia di incrementare la vendita dei pesticidi chimici di sintesi... con preghiera di pubblicaziione /diffusione




...mentre i bambini italiani muoiono di cancro il doppio che in Nord Europa...

Att. ne Redazione Ansa
Vi prego di pubblicare questo mio intervento a commento della notizia oggi apparsa su Bioagricultura

Abbraccia tutta la redazione

Giuseppe Altieri

Attenzione !!  Riducendo le dosi di rame nell'Agricoltura Convenzionale si rischia di incrementare la vendita dei pesticidi chimici di sintesi...

Commento dl Giuseppe Altieri Agroecologo, Fitopatologo, Entomologo

(Copyright) Agernova Accademia Mediterranea per l'Agroecologia e la Vita, 12 Dicembre 2008

La limitazione del rame in agricoltura biologica ha un senso, in quanto è accompagnata dal divieto di utilizzo di prodotti chimici di sintesi... ed è necessario mantenere il limite attuale di utilizzo medio di 6 kg/ha, che corrisponde praticamente alla quantità di rame che viene asportata dai terreni con il raccolto dei prodotti, o poco più.

Se si limita l'apporto di Rame nell'agricoltura convenzionale, invece, gli agricoltori passeranno dalla padella alla brace, in quanto verranno indotti a utilizzare fungicidi di sintesi, molto più tossici del Rame sia per l'uomo che per l'ambiente e, pertanto, in contrasto con gli obiettivi agroambientali dei programmi europei e dei diritti costituzionali (Art. 9 e Art.. 44), con il Regolamento UE "Reach" e con il Principio di Precauzione Europeo. I prodotti di sintesi, tra l'altro, sono meno efficienti del Rame, in quanto non hanno azione preventiva adeguata, come testimoniano i danni ingenti alla viticultura degli ultimi anni e i conseguenti incrementi di residui chimici nei vini (e non solo, Rai 3 Report "il Piatto è Servito" di Piero Riccardi), a causa dell'impiego massiccio di pesticidi di sintesi, sotto indicazioni dei venditori di antiparassitari (ed enologi "consenzienti"), per tentare di "curare" le malattie della vite, una volta che queste si sono già manifestate. Invece di prevenirle con adeguati trattamenti limitati a base di Rame e Zolfo e monitoraggio dei dati climatici, secondo le metodologie messe a punto ormai da decenni da fitopatologi del calibro di Goidanich e D'Armini. 

Nel rispetto del diritto vigente, è necessario vietare l'impiego di pesticidi di sintesi per tutte le avversità per le quali è sufficiente l'intervento con mezzi sostitutivi di tipo biologico (Rame , Zolfo, lotta biologica, antiparassitari naturali, ecc..), così come previsto anche dalla Legge fitosanitaria nazionale 194 e dalla corrispondente Dir. CE 414, in riferimento all'effettiva necessità tecnica dei trattamenti chimici, applicando il criterio di "comparazione". 

In particolare, I disciplinari di Produzione Integrata devono essere basati sulla applicazione prioritaria dei mezzi di "sostituzione" degli inputs chimici,  al fine di erogare il Pagamento Agroambientale corrispondente ai maggiori costi, come previsto dalle norme comunitarie e dalla sentenza n. 3 / 2005 della Corte dei Conti UE, che dichiara impossibili i controlli basati su semplici "limitazioni di trattamenti chimici" in quanto non verificabili. Alcune Decine di Migliaia di Milioni di € sono stati sperperati dalle Regioni Europee per fittizie riduzioni di Concimi e antiparassitarie e diserbanti chimici, a partire dal Reg. 2078 del 1992, limitando a delle elemosine i Pagamenti Agroambientali per gli agricoltori biologici, ovvero non sufficienti a compensare le riduzioni di raccolto e maggiori costi più il 20% di costi di transazione,così  come previsto dai regolamenti comunitari per il beneficio sociale dell?Agricoltura Biologica. Sono stati presentati in tal senso ricorsi degli agricoltori sui Piani di Sviluppo rurale delle regioni Marche, Toscana, Umbria e Campania 2007-2013, che prevedono enormi risorse Agroambientali (circa 50.000 milioni di € a livello europeo).

L'autorizzazione all'impiego dei pesticidi chimici dev'essere data da un tecnico indipendente, nell'ambito dell'Assistenza prevista dai PSR Regionali e con l'introduzione della Ricetta per la vendita di tali prodotti. La proposta di legge dorme in parlamento, dai tempi del referendum del 1992... nel silenzio generale degli ecologisti. Mentre i Consorzi Agrari di cui la Coldiretti è proprietaria di una bella percentuale, continuano a fare affari sulla pelle degli agricoltori e dei consumatori.

Chiediamo all' Aiab da diversi anni di attivarsi in tal senso, se rappresenta i produttori biologici, essendo presente nei comitati di sorveglianza dei Piani di Sviluppo Rurale Regionali... non è mai troppo tardi se si prende coscienza della realtà.

Intanto i nostri bambini muoiono di cancro il doppio che in Europa, insieme alle Api... e con il Pagamento Agroambientale erogato a chi impiega pesticidi chimici scientificamente Inutili !!!



Il biologico non puo fare a meno del rame (fonte Bioagricoltura)

Cristina Micheloni - Coordinatrice Scientifica AIAB

La Commissione Europea, su sollecitazione di alcuni stati membri e di associazioni ambientaliste, ha messo in discussione la scorsa settimana la possibilità  di utilizzare ancora negli anni a venire il rame nella difesa delle colture biologiche e convenzionali. Il motivo della proposta risiede nella tossicità  del rame verso gli organismi terricoli, soprattutto dopo anni di accumulo, in vigneti e frutteti. Il biologico ha bisogno del rame, non potendo utilizzare altri fitofarmaci concessi all’agricoltura convenzionale.
Per fermare la decisione ed avere il tempo di formulare proposte alternative basate su analisi concrete dello stato dei terreni, l'€™Associazione Italiana Agricoltura Biologica, assieme al centro di sperimentazione di Laimburg e all’Istituto agrario di San Michele all'Adige, ha fatto pressione presso il Ministero della Salute e dell'Agricoltura. 
Con una lettera, contenente dettagliate spiegazioni, l'€™Aiab e i due istituti, si sono rivolti al Ministero affinchè  non si arrivi a votare la "fine dell'utilizzo del rame" ma piuttosto si  ragioni  su una generale limitazione, ad esempio portando l'attuale limite in vigore  per il biologico (6kg/ha/anno, anche meglio su media di 5 anni) a tutta l'agricoltura. Richieste analoghe sono state presentate dalla Regione Emilia Romagna e dalla Coldiretti. 
Nel frattempo, in Germania e in altri paesi europei  si sta cercando di  portare il limite  per il rame  a 3kg/ha/anno, cosa che metterebbe nei guai  i produttori mediterranei. Nell'€™area del mediterraneo, infatti, c'è la maggior presenza di fruttiferi e vite, che necessitano maggiormente di rame per la difesa delle colture. A gennaio la Commissione Europea analizzerà  di nuovo la questione. Aiab si augura che  la delegazione italiana prenda in seria considerazione le proposte formulate ed abbia l'energia per confrontarsi con gli altri Stati membri. 

------------------------