NON CI TUREREMO IL NASO



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Stamattina 
passeggiavo per le strade soleggiate di Bari e la mia attenzione è 
caduta su alcuni aspetti tipici in questo periodo di campagna 
elettorale: 
- gazebi che incitavano a fermarsi per prendere volantini 
di propaganda della sinistra arcobaleno o della Cdl;
- gigantografie di 
Casini, Veltroni e Berlusconi che tappezzavano la città;



Un rumore 
di tacchi assordante mi ha indotto poi a riflettere sull'ipocrisia 
della Bari-bene, quella fatta di giacche e cravatte, di borse in pelle 
e scarpe lucide, di tailleur e tacchi a spillo, insomma tutta gente per 
bene che vede nella domenica il giorno ideale per apparire più bella e 
al tempo stesso più che mai spudoratamente borghese col pallino fisso 
di come spendere quegli euro traboccanti dai loro portafogli.
Il mio 
giro edificante nella Feltrinelli mi ha rigenerato e mi ha dato la 
speranza che poi non tutta quella gente è così falsa e fiera della 
propria ignoranza perchè c'è sempre qualcuno che non pensa al risparmio 
quando va in libreria perchè la cultura non ha prezzo. E' un bene di 
tutti ma che purtroppo in pochi investono dando la priorità alle 
frivolezze, al caffè in terrazza in tarda mattinata, alla passeggiata 
con i passeggini in pieno smog barese, a soffermarsi sulle vetrine di 
quel commercio garantito che ha ucciso la cultura, dando spazio al 
primato della pubblicità e della manipolazione mentale. 


Al mio 
rientro passavo nuovamente da quella bellissima piazza Mercantile e una 
voce fuori dal coro si affannava ad entrare nelle nostre teste 
coadiuvata da un megafono ormai stanco ma non ancora domato. Il ragazzo 
in piazza parlava di De Magistris ma quelle bocche impastate ancora di 
caffè macchiato e cornetto non so se avranno apprezzato l'amaro di 
quelle grida contro le ingiustizie del nostro paese.
Mentre per la 
mente mi passavano questi pensieri il mio ritorno a casa tra decine di 
manifesti elettorali e centinai di volti nuovi mi ha lasciato un mezzo 
sorriso di speranza sulla faccia ma una convinzione irresistibile si fa 
sempre più strada dentro me:


QUESTA VOLTA MI ASTENGO

Ho ricevuto 
questa mail che mi ha indotto a fare delle profonde riflessioni:

Se 
anche tu sostieni le mie idee FIRMA L'APPELLO! E SCRIVI A:

mi-
astengo at tiscali.it

Assemblea nazionale autoconvocata

ROMA - CSIOA 
VILLAGGIO GLOBALE (lungotevere Testaccio)

Le ragioni dell’astensione:

Il 13 aprile non voteremo, non ci piegheremo ad alcun ricatto, diremo 
no ad elezioni truffa che preparano la legislatura dell’
americanizzazione integrale del sistema politico italiano. Una 
legislatura i cui contenuti essenziali sono già tracciati dall’intesa 
Veltroni-Berlusconi, un’intesa coperta a sinistra dall’arlecchinesco 
arcobaleno di Bertinotti.
Come ben si capisce dal testo dell’appello il 
nostro non è un astensionismo ideologico, astorico e 
decontestualizzato. Al contrario, quel che proponiamo è un 
astensionismo politico che trova le sue ragioni fondanti nell’attuale 
tornante della storia del nostro paese.
Per quanto la casta di regime - 
sia essa di “centro”, di “sinistra” oppure di “destra” si sforzi per 
dare dignità ad un finto dibattito politico, ampi settori popolari 
hanno già capito l’essenziale: queste elezioni sono una truffa. Un 
imbroglio antidemocratico che impedisce ogni vera scelta, perché le 
vere scelte sono state già fatte e verranno imposte al paese qualunque 
sia il risultato.
Il rapporto di sudditanza con gli Usa si rinsalderà, 
insieme alla disponibilità a nuove avventure militari se Washington lo 
chiederà. Gli interessi delle oligarchie finanziarie saranno la 
preoccupazione condivisa del nuovo mostro bipartitico, mentre i 
privilegi del ceto politico saranno ancor più tutelati. La costituzione 
che prenderà forma sarà apertamente fondata sull’impresa, non più sul 
lavoro; mentre il sistema istituzionale (legge elettorale inclusa) 
verrà sempre più piegato alle esigenze delle classi dominanti, verso 
nuove forme di totalitarismo che includono ma non si esauriscono nel 
presidenzialismo.
Questa è la Terza repubblica di cui già parlano, 
frutto velenoso dell’imbarbarimento sociale, prodotto garantito di 
queste elezioni truffa.
Come rispondere a questo scenario? In teoria ci 
sono tre possibilità: il menopeggismo, l’identitarismo, il rifiuto. Il 
menopeggismo (rifondarolo e non solo) è l’ideologia che più ha prodotto 
danni, dato che il meno peggio prepara sempre il peggio. L’
identitarismo di chi pensa che basti avere una falce e martello sulla 
scheda elettorale (Sinistra Critica, Pcl, ecc.) è comprensibile ma del 
tutto inefficace.
Resta il rifiuto ed è questa la scelta che 
proponiamo. Una scelta etica e politica.
Ma il rifiuto, cioè l’
astensione, non è fuga. Al contrario, esso vuol essere la premessa di 
una lotta più ampia che potrà svilupparsi solo a condizione di una 
rottura totale con l’indecente casta che chiederà il voto il 13 aprile. 
A volte il voto più forte è quello non dato. A noi sembra che questa 
volta sia proprio così.

QUESTA VOLTA NO

Quelle del 13 aprile non 
saranno elezioni di ordinaria amministrazione. Esse potrebbero avere 
conseguenze di portata storica. Le stesse oligarchie che seppellirono 
la prima Repubblica, sprofondata la seconda nei miasmi delle loro 
meschine lotte di potere, hanno deciso di fondarne una terza.
I due 
partiti di plastica, quello di Veltroni e quello di Berlusconi (forti 
dell’inopinato sostegno del neonato ectoplasma di Bertinotti che ha 
assunto il ruolo di garante di questo imbroglio) chiedono di cambiare 
le “regole del gioco”, nascondendo ai cittadini quali siano il gioco e 
la posta in palio.
Il gioco consiste nell’adottare un modello 
istituzionale di tipo americano, ovvero una monarchia elettiva fondata 
su di un bipartitismo coatto più o meno perfetto. La posta in palio, 
già deciso quali siano i due monarchi, è a chi dei due debba spettare 
il trono.
Chiunque si piazzerà per primo ricorrerà infatti all’appoggio 
del secondo classificato (e all’avallo delle due forze di complemento, 
quella di Bertinotti per il PD e quella di Casini per il PdL),per fare 
a pezzi la Costituzione, atto obbligato per passare dalla democrazia 
parlamentare ad un regime presidenzialista autoritario. Da un sistema 
in cui la sovranità, almeno legalmente, spetta al popolo, vogliono 
condurci ad un altro in cui essa sarà appannaggio di ristrette 
oligarchie che trasformeranno i governi in docili comitati d’affari dei 
grandi oligopoli capitalistici, e le assemblee elettive in bivacchi 
schiacciati dagli stivali dell’Esecutivo.

Un sistema oligarchico che 
farà della democrazia una finzione procedurale, trasformando i 
cittadini in sudditi, non può essere altrimenti considerato che una 
dittatura mascherata.
Sappiamo bene che questa tendenza non riguarda 
solo l’Italia, che essa riguarda tutta l’Europa.
Le classi dominanti 
europee, da sempre prigioniere della supremazia nordamericana, hanno 
infatti abbracciato il disegno imperialistico di Washington, disegno 
che fa dell’Alleanza atlantica la punta di lancia della “guerra 
permanente e infinita” con la quale imporre al mondo le proprie 
ambizioni imperiali. Alla guerra permanente contro ogni popolo e 
nazione recalcitranti corrisponde, entro i confini del blocco 
imperiale, la necessità di una pace interna cimiteriale, la prevenzione 
e la soppressione d’ogni conflitto sociale e politico, la violazione 
dei diritti fondamentali delle persone.
La maniacale ricerca di leggi 
elettorali truffa, la sacralizzazione del principio della 
governabilità, vanno infatti di pari passo con l’adozione di leggi 
lesive delle libertà individuali e collettive, il tutto accompagnato da 
accanite campagne securitarie razziste e xenofobe. Non si tratta solo 
del presidenzialismo, ma del passaggio dallo Stato di diritto allo 
Stato di Polizia.
Quando la società italiana pulsava, quando la 
democrazia viveva della partecipazione diretta dei cittadini, questo 
mutamento sarebbe potuto avvenire solo con un “colpo di stato” minaccia 
che è infatti gravata sul nostro paese, dal Piano Solo del 1964, a 
quello della P2 di Licio Gelli negli anni’70-’80.
Oggigiorno, già 
disarticolate le istituzioni repubblicane, neutralizzate le forze 
antagonistiche, trasformati i cittadini in tele-spettatori/consumatori 
inebetiti, questo golpe può essere perpetrato in maniera incruenta, 
grazie ad una competizione elettorale manipolata con ciniche strategie 
di marketing dai padroni delle TV e dei mass media.
In questo contesto, 
davanti ad elezioni il cui risultato è già sancito in anticipo, l’
astensionismo di massa è la sola risposta che abbia valore etico e 
senso politico.
Questa volta no, non ci “tureremo il naso”, non 
accetteremo il ricatto di chi, dopo aver scelto il ruolo di comprimario 
e di complice di un crimine, vorrebbe il nostro voto accreditandosi 
come innocente.
Né riteniamo abbia senso politico presentare liste 
alternative. Esse, oltre a non aver alcuna possibilità di successo, 
svolgerebbero, loro malgrado, la funzione di comparsa della messa in 
scena elettorale.
Chiamiamo quanti condividono quest’appello non solo a 
sottoscriverlo, non solo a diffonderlo, ma ad attivarsi in una campagna 
astensionista di massa allo scopo di contrastare la nascita di quella 
che chiamano “Terza Repubblica”. Una campagna che sola può gettare le 
premesse per un’opposizione politica futura, intransigente e a tutto 
campo, non solo contro la svolta autoritaria e per salvare lo Stato di 
diritto, ma anche per rilanciare la lotta per affermare i principi di 
eguaglianza sociale, libertà politica e fratellanza umana, principi che 
restano i soli per costruire un’alternativa di sistema.
Ci impegniamo 
altresì a convocare una grande assemblea unitaria nazionale affinché l’
opzione astensionista e antagonista abbia una dimensione di massa.