Afghanistan: appello on line di Amnesty in favore di un giornalista condannato a morte



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COMUNICATO STAMPA
CS20-2008

AFGHANISTAN: APPELLO ON LINE DI AMNESTY INTERNATIONAL IN FAVORE DEL
GIORNALISTA CONDANNATO A MORTE

La Sezione Italiana di Amnesty International ha lanciato sul proprio sito
www.amnesty.it un appello in favore di Sayed Perwiz Kambakhsh, giornalista
e studente universitario afgano, condannato a morte per blasfemia il 22
gennaio. Prima che avessero inizio le udienze, alcuni leader religiosi
avevano sollecitato la condanna poiche', a loro giudizio, l'imputato aveva
recato offesa all'Islam. Il processo si e' tenuto a porte chiuse presso il
tribunale provinciale di Mazar-e-Sharif, nella provincia di Balkh, e senza
la presenza di un avvocato difensore.

Kambakhsh e' stato accusato di blasfemia per aver scaricato da Internet
materiale sul ruolo delle donne nell'Islam e averlo poi diffuso
all'Universita' di Balkh. Suo fratello, Yaqub Ibrahimi, ha presentato un
appello in suo favore. Se questo sara' respinto sia dalla Corte d'appello
che dalla Corte suprema, la sentenza sara' trasmessa per il riesame al
presidente Karzai il quale, come prevede la Costituzione, potra'
ratificarla, commutarla o annullarla con un provvedimento di grazia.

Secondo quanto riferito dallo stesso Kambakhsh, in tribunale erano
presenti tre giudici e un procuratore. La sentenza scritta gli sarebbe
stata consegnata prima ancora di aver avuto la possibilita' di difendersi
e, al termine del processo, sarebbe stato scortato fuori dall'aula da
guardie armate per essere riportato in prigione.

Kambakhsh, che lavora per un quotidiano locale di Mazar-e-Sharif, ha
negato tutte le accuse denunciando che la sua confessione era stata
estorta con la forza.

Questo caso sembra avere una valenza politica, allo scopo di spingere suo
fratello, a sua volta giornalista presso l'Institute for War and Peace
Reporting (un'organizzazione benefica che si occupa di formazione e
rafforzamento delle competenze professionali a favore dei mezzi
d'informazione locali), a smetterla di scrivere articoli critici nei
confronti dei 'signori della guerra'. Kambakhsh era stato arrestato nel
novembre 2007, dopo che suo fratello aveva pubblicato una serie di
articoli sullo stesso tema.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 14 febbraio 2008

Per ulteriori approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it



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