SAN MATTONE - INCHIESTA SULLE PROPRIETA’ IMMOBILIARI DEL VATICANO.



----Messaggio originale----
Da: passaparola_ at virgilio.it
Data: 7-feb-
2008 23.05
A: 
Ogg: 08 febbraio


GRAZIE AI TANTISSIMI SUGGERIMENTI 
GIUNTI HO INDIVIDUATO E SCELTO L’INTESTAZIONE CHE, DAL PROSSIMO 
VENERDI, SOSTITUIRA’ QUELLA ATTUALE DI PASSAPAROLA.
OVVIAMENTE NON 
MUTERA’ NULLA NEI CONTENUTI E NELLA MODALITA’ DI TRASMETTERLI MA, DA 
VENERDI 15 FEBBRAIO, LA NUOVA INTESTAZIONE SARA’:  TAMTAM.NEWS.

INUTILE DIRE CHE, CON L’INTESTAZIONE, CAMBIA ANCHE L’INDIRIZZO CUI 
INVIARE I MESSAGGI CHE VI SI VOGLIONO VEDERE PUBBLICATI; CANCELLA 
QUINDI QUELLO PRECEDENTE E UTILIZZA SIN DA ORA:

tamtam.news at libero.it



SAN MATTONE - INCHIESTA SULLE PROPRIETA’ IMMOBILIARI DEL VATICANO.



L'ultimo a essere venduto è stato un immenso complesso monastico sulla 
Camilluccia, a Roma, alle spalle di Monte Mario, ma nella stessa 
arteria a nordest della Capitale, zona Trionfale, un tempo tappezzata 
di rifugi  per pellegrini e lazzaretti, l'immobiliarista casertano 
Statuto si è portato via un ex convento del XVIII secolo di importante 
valenza storica, con una superficie di quasi 5.000metri quadri, e 
inserito in un'area naturale tre volte più grande.

LA SVOLTA E’ 
ARRIVATA NEL 2002, CON LA NOMINA DEL CARDINALE NICORA ALLA PRESIDENZA 
DELL'AMMINISTRAZIONE DEL PATRIMONIO DELLA SEDE APOSTOLICA (APSA), UNA 
HOLDING CHE A ROMA, RISULTA PROPRIETARIA DI BENI PER POCHI MILIONI, 
PERCHE’ ISCRITTI A BILANCIO AL COSTO STORICO E ACCATASTATI SEMPRE COME 
POPOLARI O ULTRAPOPOLARI, PUR SITUATI IN PIENO CENTRO.

ATTRAVERSO 
SOCIETA’ COME LA SIREA, CHE HA INTESTATI DUE PALAZZI IN PIAZZA COLA DI 
RIENZO, VALUTATI NEANCHE 3MILIONI E DATI IN AFFITTO ALLA DIREZIONE 
INVESTIGATIVA ANTIMAFIA; LA EDILE LEONINA, CON LOCALI PER ALTRI 
3MILIONI, OCCUPATI DAL VIMINALE; E LA NICOLOSO DA RECCO, TITOLARE DI 
QUATTRO APPARTAMENTI, DAL VALORE NOMINALE DI APPENA 50MILA EURO.

MA 
CHE INVECE HA UN POTERE DI INDIRIZZO ENORME SULL'IMMENSO PATRIMONIO CHE 
FA CAPO ALLA CHIESA E AGLI OLTRE 30MILA ENTI RELIGIOSI CHE OPERANO SUL 
TERRITORIO. 

UN PATRIMONIO SFUGGITO A OGNI CENSIMENTO, NEI QUASI  
OTTANT' ANNI SEGUITI AL CONCORDATO CHE DAL 1929 REGOLA I RAPPORTI TRA 
STATO E VATICANO.

COME AVEVA SOTTOLINEATO ANCHE RUTELLI, ALL'INDOMANI 
DELLA REVISIONE DEI PATTI LATERANENSI.

IN UN ACCESO DIBATTITO 
PARLAMENTARE DELL'APRILE 1985 SULLA LEGGE CHE ISTITUIVA IL FONDO 
EDIFICI DI CULTO, L'ALLORA DEPUTATO RADICALE AVEVA FATTO METTERE AGLI 
ATTI L'INTERMINABILE ELENCO DEI PALAZZI POSSEDUTI DAGLI ENTI  
ECCLESIASTICI NELLA SOLA CITTÀ DI ROMA PER DARE LA CONSISTENZA REALE 
DEI BENI DELLA CURIA E ROVESCIARE COSÌ QUELLA VISIONE DI UNA  
CONFESSIONE POVERELLA CHE AVEVA SPINTO LA DC AD ACCOLLARE ALLO STATO 
1.000 MILIARDI DI LIRE DI SPESE L'ANNO, PER IL MANTENIMENTO DEI LUOGHI 
ADIBITI A CULTO.

POI RUTELLI È DIVENTATO SINDACO, E CON LA PIOGGIA DI 
FINANZIAMENTI PUBBLICI ARRIVATA CON IL GIUBILEO DEL 2000, 3.500 
MILIARDI DI LIRE PER PARCHEGGI E SOTTOPASSI, RESTAURI DI CAPPELLE E 
PALAZZI, RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE E NUOVI  ALLOGGI PER PELLEGRINI, HA 
DATO IL SUO CONTRIBUTO ALL'ULTERIORE ESPANSIONE TERRENA DELLA CHIESA.

QUATTROCENTO ISTITUTI DI SUORE, 300 PARROCCHIE, 250 SCUOLE CATTOLICHE, 
200 CHIESE NON PARROCCHIALI, 200 CASE GENERALIZIE, 90 ISTITUTI 
RELIGIOSI, 65 CASE DI CURA, 50 MISSIONI, 43 COLLEGI, 30 MONASTERI, 20 
CASE DI RIPOSO, ALTRETTANTI SEMINARI, 18  OSPEDALI, 16 CONVENTI, 13 
ORATORI, 10 CONFRATERNITE, 6 OSPIZI.. QUASI 2 MILA ENTI RELIGIOSI 
RESIDENTI NELLA CAPITALE, PROPRIETARI DI CIRCA 20 MILA TERRENI E 
FABBRICATI, TRA CITTA’ E PROVINCIA.

A SPANNE, UN QUARTO DI ROMA È 
DELLA CURIA.

Alla fine di via Nomentana, all'altezza dell'Aniene, le 
Orsoline  possiedono un palazzo di sei piani da oltre 50mila metri 
quadri di superficie, mentre le suore di Maria Riparatrice si 
accontentano di un convento di tre piani.

Mentre dalle centralissime 
via Sistina e via dei Condotti, fino al Pantheon e a piazza Navona, 
edifici barocchi e interi isolati di confraternite e congregazioni si 
alternano a istituzioni come la Pontificia  università della Santa 
Croce. 

L'isola Tiberina, che appartiene interamente all' ordine 
ospedaliero di San Giovanni di Dio.

Sull'Aurelia Antica si innalza 
l'imponente Villa Aurelia, un residence con 160 posti letto, con tanto 
di cappella  privata e terrazza con vista su San Pietro, che fa capo 
alla casa  generalizia del Sacro Cuore.

Un tesoro  immenso che si è 
accumulato grazie a lasciti e donazioni: più di 8mila in un anno nella 
sola Roma città.

Ma non c'è solo la Capitale.

La Curia vanta 
possedimenti cospicui anche a Verona, Padova, Trento, Bergamo e 
Brescia, dove gli stessi nipoti di Paolo VI, i Montini, di mestiere 
fanno gli immobiliaristi.

Il 20-22% del patrimonio immobiliare 
nazionale è della Chiesa; senza contare le proprietà all'estero.

A 
metà anni 90 i beni delle missioni si aggiravano intorno agli 800-
900miliardi, oggi dovrebbero valere dieci volte di più.

Arrivato al 
vertice dell'Apsa, il Cardinale Nicora ha cercato di fare ordine nel 
portafoglio immobiliare della Santa Sede,  con le stesse logiche dei 
banchieri da lui frequentati.

E così all'interno di quella Sezione 
straordinaria, che ha la delega sugli  immobili, hanno cominciato a 
diffondersi parole un tempo  bandite come ristrutturare, 
razionalizzare, mettere a reddito.

Con il cambio di mentalità sono 
arrivate anche sanatorie, cambi di destinazione d'uso, sfratti e cause 
con enti e inquilini.

Al  punto che anche la Pontificia Accademia 
Ecclesiastica di piazza  Minerva ha aderito al condono per modificare 
la destinazione d'uso di una  parte del palazzo (intestata 
all'immobiliare Atrium) e riconvertirla a uso ufficio.

Ma con la 
scoperta del trading immobiliare i bilanci del Vaticano almeno hanno 
ripreso a sorridere: con i 47 milioni incassati tra 2004 e 2005 dalle 
vendite di palazzi, appartamenti e conventi, la Santa Sede ha 
ampiamente coperto le perdite della Radio e dell' Osservatore Romano, 
da sempre in deficit, mettendo da parte pure un discreto utile.

È una 
conversione che non è piaciuta però ai  vecchi inquilini delle case di 
enti religiosi, che improvvisamente si sono  visti alzare i canoni di 
locazione da nuovi proprietari schermati dietro misteriose sigle 
offshore.

Come è capitato agli abitanti di  alcuni stabili della 
periferia nordest di Roma, zona Pineta Sacchetti - Trionfale, 
apparentemente venduti dallo Ior alla Marine Investimenti Sud, una 
piccola Srl controllata dalla lussemburghese Longueville che a sua 
volta fa capo alla Neldom Company di Montevideo, Uruguay.

Gli affitti, 
però, continuano a essere versati sugli stessi conti della banca del 
Vaticano.

Ma c'è anche chi ha ricevuto direttamente la lettera di 
sfratto per finita locazione, come gli inquilini di via Benedetto XIV, 
via Niccolò V, via di Porta Cavalleggeri, viale Vaticano e via di Porta 
Portuosa; tutti alloggiati in appartamenti dell'Apsa.

Stesso destino 
per i vecchi inquilini di  una palazzina di via Giulia, tutti 
ultrasessantenni, alcuni dei quali  residenti da prima della guerra.. 
ma l'immobile, situato nel cuore del ghetto, è di pregio, e accanto è 
stato già tirato su un albergo a cinque stelle, il St George.

Nell'adiacente via del Gonfalone, la signora Anna, che da 15 anni 
occupava un locale del  Reverendissimo Capitolo di San Pietro, si è 
pure dovuta far carico delle spese di ristrutturazione dell'immobile 
prima di ricevere lo sgombero.

Neanche l'associazione Anticaja e 
Petrella, che si occupa del reinserimento dei detenuti, è stata 
risparmiata.

UN CONSIGLIERE COMUNALE DEL PRIMO MUNICIPIO DI ROMA, IL 
RADICALE STADERINI, AFFERMA CHE GLI ESPONENTI DEL VATICANO SONO 
LIBERISSIMI DI RIVENDICARE IL LORO INTERESSE SPECULATIVO PER UN 
IMMOBILE DEL CENTRO STORICO, ANCHE SE A PAGARNE IL PREZZO SARANNO 
PERSONE DISAGIATE, MA L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE NN PUO’ VENIR MENO 
ALLA SUA FUNZIONE DI GOVERNO DEL TERRITORIO. 

GIÀ IN PRECEDENZA 
STADERINI AVEVA CHIESTO ALLA GIUNTA VELTRONI DI FARE UN CENSIMENTO 
DELLE PROPRIETA’ RELIGIOSE, SENZA RICEVERE FINO A OGGI ALCUNA RISPOSTA, 
MENTRE SAREBBE STATO OPPORTUNO CONOSCERE I DATI, AGGIUNGE, PRIMA DI 
DONARE 30 TERRENI PER L'EDIFICAZIONE DI NUOVE CHIESE E ANNESSI OSTELLI, 
COME HA FATTO IL COMUNE.

E COSÌ E’ INUTILE CERCARE DATI SUL PATRIMONIO 
ECCLESIASTICO NEGLI UFFICI COMPETENTI.

L' UNICA STIMA, CHE RIGUARDA LE 
IMPOSTE COMUNALI SUGLI IMMOBILI DI PROPRIETA’ VERSATE DALLA CURIA, LA 
FORNISCE L'ASSESSORE AL BILANCIO: CON L'ENTRATA IN VIGORE 
DELL'ESENZIONE TOTALE VARATA DAL GOVERNO BERLUSCONI NEL 2005 (ANCHE SUI 
BENI A USO COMMERCIALE), IL GETTITO ICI  ANNUO  GENERATO DA TERRENI E 
FABBRICATI RELIGIOSI E’ CROLLATO DA 32 A CIRCA 7 MILIONI.

Con una 
perdita secca vicina all'80% che all'epoca aveva  spinto i sindaci di 
San Giovanni Rotondo e Assisi, le due principali mete di pellegrinaggio 
dopo Roma, a venire nella Capitale a manifestare.

È un regime 
agevolato che sulla carta doveva essere cancellato dal decreto Bersani, 
ma in seguito a  difficoltà interpretative e applicative (sul 
trattamento da riservare a scuole e case di cura religiose, per 
esempio) la maggioranza di  centrosinistra ha preferito istituire una 
commissione cui non sono  stati dati limiti di tempo per sciogliere 
l'arcano.

E dire che la  riforma Bersani era stata sollecitata da un 
intervento della Commissione europea, dopo che alcuni operatori 
alberghieri della  Capitale, sempre per iniziativa dei radicali, 
avevano presentato un esposto a Bruxelles per violazione della 
direttiva Ue sulla concorrenza.

Gli enti religiosi non godono infatti 
solo del  privilegio di essere esentati dall'Ici anche in caso di 
attività commerciali, ma  beneficiano anche di uno sconto del 50% 
sull'Ires (tassa sui redditi generati dall'affitto di camere e 
appartamenti).

Scoperto con il Giubileo, il turismo religioso si è 
conquistato l'attenzione crescente delle alte sfere della Chiesa.

Intorno a questo nuovo business si è sviluppata l'Opera romana 
pellegrinaggi, cui fa capo l'agenzia viaggi Quo Vadis.

Insieme al 
gruppo Cit la Santa Sede aveva messo a punto un progetto ambizioso per 
creare a Pietralcina, il luogo natio di Padre Pio, un polo turistico 
religioso, con 76 milioni di investimenti: poi la crisi dell'operatore 
viaggi ha fermato tutto.

Ma che il settore sia in crescita lo dicono 
le cifre: in  tutto il Paese si contano circa 3.300 case per ferie 
gestite da enti  religiosi, con un giro d'affari annuo stimato in 4,5 
miliardi, e 200 mila posti letto. 

Di questi 5mila sono a Roma, città 
che solo a Pasqua registra più di 600 mila pellegrini.

Oltretutto il 
calo delle vocazioni ha svuotato abbazie e monasteri, che sono più di 
2mila in tutta  Italia, e questo proprio mentre gli ordini venivano 
chiamati a rispondere a una nuova razionalità economica.

È un boom che 
ha  moltiplicato i cantieri per trasformare antichi conventi e collegi  
religiosi in case di accoglienza e veri e propri alberghi, soprattutto 
nella Capitale.

E così un palazzo del Borromini di proprietà delle 
suore Oblate di Santa Maria dei Sette dolori in Trastevere si avvia a  
diventare un hotel con 62 camere.

Sempre a Trastevere è già in  
funzione il San Giuseppe di vicolo Moroni, mentre il Collegio 
gregoriano di via San Teodoro, che si affaccia sul Palatino, verrà dato 
in gestione a terzi dopo la riconversione.

Una febbre edilizia gestita 
finora con riservatezza da pochi intermediari di fiducia, primo tra  
tutti il gruppo Re (Religiosi ed ecclesiastici), specializzatosi nella 
compravendita e ristrutturazione di beni ecclesiastici che oggi ricava 
dall'attività con ordini e congregazioni una trentina di milioni l'anno 
(su un fatturato complessivo di 55 milioni).

Sono bandite le aste e la 
prima richiesta, è di vendere sempre dando la prelazione alla Chiesa.

A dirigere la controllata, cui fa capo il business religioso, è stato 
chiamato di recente l'erede di una facoltosa famiglia spagnola e i 
primi acquirenti di beni della Curia sono proprio loro, Santander e 
Bilbao, da sempre a braccetto con il potentissimo Opus Dei. 
(estrapolato da un articolo di Sandro Orlando, pubblicato a maggio 2007 
su IL MONDO).

(da: adelantecompaneros@)

 

 

 

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