Figli fabbricati, l'allarme



Figli fabbricati, l’allarme
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L’allarmista è un medico francese laico e abortista: Didier Sicard

Non è la prima volta che Didier Sicard, il medico francese dal 1998 a capo del Comitato consultivo di etica, si sceglie volontariamente la parte del guastafeste al gran ballo della tecnoscienza. Lo studioso che in una lunga intervista sul Monde del 4 febbraio ha spiegato perché la diagnosi prenatale generalizzata si sia trasformata in nefasto strumento eugenetico, non è infatti nuovo a sortite che lo mettono in contrasto con chi vede nella medicalizzazione a oltranza della gravidanza, della nascita, di tutta l’esistenza, una tendenza non solo irresistibile ma anche altamente desiderabile. Bioetico non dogmatico, Sicard spiega infatti, appena ne ha l’occasione, che la medicina non è la salute e che scienza non significa “padronanza del vivente”.
Già a capo del servizio di medicina interna dell’ospedale Cochin di Parigi, Sicard da giovane ha lavorato con i malati di lebbra, ed è stato tra i primi, in Francia, a occuparsi di Aids. Ha poi insegnato medicina nel Laos, dove si trasferì per qualche tempo con moglie e tre figlie. Laggiù, racconta, nel contatto quotidiano con la religiosità buddista è riuscito a recuperare le proprie radici protestanti. L’“ugonotto” liberale Sicard appartiene infatti al filone del protestantesimo francese che da Blaise Pascal arriva fino al filosofo Paul Ricoeur e al teologo Jacques Ellul. Gli proviene da lì l’impronta di rigore, di severità e di eleganza intellettuale, oltre alla grande attenzione all’umano. La quale si traduce in grande amore per la letteratura, la filosofia, la poesia, l’arte. Quando lavorava al Cochin, ha lottato per portare mostre tra le mura dell’ospedale, a dire qualcosa di indicibile attraverso il discorso scientifico, di cui sentiva l’urgenza di far partecipi i pazienti. Ma l’attenzione all’umano, per Sicard, significa soprattutto inquietudine perenne e allarme per gli attacchi che all’umano sono portati, compresi quelli sferrati “a fin di bene” da una scienza che si pretende onnipotente.