[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La Tian An Men di Andijan: Amnesty International chiede al governo uzbeco di aprire un'inchiesta
- Subject: La Tian An Men di Andijan: Amnesty International chiede al governo uzbeco di aprire un'inchiesta
- From: press at amnesty.it
- Date: Tue, 17 May 2005 12:53:52 +0200
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS66-2005 LA TIAN AN MEN DI ANDIJAN: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AL GOVERNO UZBECO DI APRIRE UN'INCHIESTA Amnesty International ha duramente condannato il ricorso alla forza contro la popolazione civile di Andijan e ha chiesto alle autorita' dell'Uzbekistan di aprire un'indagine rapida e indipendente su quanto accaduto nei giorni scorsi, renderne pubblici i risultati e assicurare alla giustizia i responsabili. Per il governo, le vittime sarebbero alcune decine, per lo piu' militari. Tuttavia, secondo testimoni oculari e il personale dell'ospedale di Andijan, i morti sarebbero svariate centinaia ? tra cui donne e bambini ? e i feriti ancora di piu'. 'La grande maggioranza delle migliaia di persone che manifestavano nella piazza principale di Andijan, su cui le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco la sera del 13 maggio, invocavano la giustizia e chiedevano la fine della poverta'. I militari, senza preavviso, hanno aperto il fuoco dai blindati, mirando indiscriminatamente contro la folla' ? ha dichiarato un portavoce di Amnesty International. L'organizzazione per i diritti umani teme che le autorita' uzbeche possano utilizzare i fatti di Andijan per giustificare un ulteriore giro di vite contro il dissenso e la liberta' di espressione, con una conseguente nuova ondata di arresti arbitrari in nome della 'sicurezza nazionale' e della 'guerra al terrore'. Secondo attivisti locali per i diritti umani, le forze di sicurezza stanno setacciando Andijan, casa per casa, alla ricerca degli organizzatori delle manifestazioni e procedendo ad arrestare chiunque sia sospettato di avervi preso parte. La situazione e' preoccupante anche a Kara-Sau, al confine con il Kyrgyzstan, dove si e' estesa la rivolta. 'I manifestanti e le loro famiglie rischiano fortemente di essere arrestati. La tortura contro i detenuti e' endemica. Ora, dopo aver interrotto tutte le comunicazioni con Andijan e aver bloccato l'accesso alla citta', le autorita' possono agire impunemente' - avverte Amnesty International. La scorsa settimana piu' di un migliaio di familiari e sostenitori di 23 uomini d'affari, sotto processo per 'estremismo islamico', avevano dato vita a una manifestazione pacifica, protestando l'innocenza degli imputati e denunciando le torture da loro subite. La notte del 13 maggio, quando uomini armati hanno fatto irruzione nella prigione locale liberando oltre 4000 detenuti. Non e' chiaro se vi sia o meno una relazione tra le manifestazioni e l'assalto alla prigione. Le forze di sicurezza hanno fatto ricorso alle armi per riprendere il controllo della citta', causando un numero ancora non precisato di vittime. L'anno scorso centinaia di persone ? attivisti islamici e loro familiari, non coinvolti in atti di violenza ? sono state arrestate arbitrariamente a seguito di una serie di attacchi dinamitardi e azioni suicide contro posti di blocco della polizia e contro le ambasciate degli Usa e di Israele. Decine di uomini e donne sono stati condannati per 'terrorismo', al termine di processi irregolari nel corso dei quali sono state usate prove estorte con la tortura. L'Uzbekistan e' un partner-chiave della 'guerra al terrore' degli Usa. Tuttavia Washington si e' vista costretta, nel luglio 2004, a sospendere gli aiuti al paese. Quest'anno, ad aprile, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo ha tagliato gli aiuti e gli investimenti poiche' il governo di Tashkent non ha soddisfatto i requisiti sui diritti umani richiesti da quell'organismo. Le elezioni parlamentari di dicembre sono state criticate dall'Osce in quanto non hanno rispettato gli standard internazionali relativi ad elezioni democratiche. Condanne a morte ed esecuzioni continuano ad avere luogo. FINE DEL COMUNICATO Roma, 17 maggio 2005 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. Se Lei ha ricevuto questa mail per errore, e' # pregato di non utilizzare le informazioni in essa riportate e di non # portarle a conoscenza di alcuno. Opinioni, conclusioni e altre # informazioni contenute in questa mail rappresentano punti di vista # personali e non, salvo quando espressamente indicato, quelli di Amnesty # International.
- Prev by Date: Una filmografia completa sui Sinti e Rom
- Next by Date: Afghanistan: dichiarazione di Amnesty Italia sul sequestro di Clementina Cantoni
- Previous by thread: Una filmografia completa sui Sinti e Rom
- Next by thread: Afghanistan: dichiarazione di Amnesty Italia sul sequestro di Clementina Cantoni
- Indice: