Havel e il Dalai Lama : appello internazionale diritti umani



da La Repubblica 3.5.05

Associazione Partenia http://utenti.lycos.it/partenia

 

Havel e il Dalai Lama

 "Liberate subito Aung San Suu Kyi"

Appello internazionale per la leader dell'opposizione birmana

Dal 20 maggio 2003 non si hanno più notizie di Aung San Suu Kyi. La leader che guida l'opposizione al regime militare birmano è sottoposta agli arresti domiciliari in condizione di assoluto isolamento. Aung San Suii Kyi che a giugno compirà 60 anni, non può comunicare con l'esterno. Quella che segue è la lettera che il gruppo ”Shared Concern initiative", guidato dall'ex presidente cecoslovacco Vaclav Havel e dal Dalai Lama, aveva inviato alla San Suu Kyi. La missiva è stata censurata dalla polizia. Così è diventata una 'lettera aperta” per chiedere il rilascio della leader birmana. Tra i firmatari anche il principe di Giordania El Hassan bin Talal, l'arcivescovo Desmond Tutu, l'ex presidente irlandese Mary Robinson, il finanziere George Soros.

Cara Aung San Suu Kyi, grazie alle moderne tecnologie, all'inizio del terzo millennio la nostra società globale è in grado di mettere chiunque in comunicazione facilmente, ovunque, in tutto il mondo. Stiamo tutti diventando parte di un più ampio dialogo spirituale, che sta facendo progredire maggiormente la nostra civiltà.

Ogni individuo ha il diritto di diventare parte significativa e autentica di questo dialogo. Ogni individuo ha qualcosa da dire a suo mo do. A Lei, tuttavia, questo diritto è negato da parecchi anni. Sono in molti a credere che Lei sia stata privata di questo diritto fondamentale perche la sua voce - cortese, affabile, stimolante - riecheggia l'innegabile e risoluta forza della verità, una verita che costituisce una minaccia per coloro che le proibiscono il diritto di parola. A livello internazionale la sua voce è diventata fonte d'ispirazione per la società civile, una luce nelle tenebre lungo il cammino verso la libertà dello spirito.

Da ogni parte del mondo la gente le scrive lettere e la tiene nella più alta considerazione, perchè Lei è simbolo di pace, coraggio e di dignità. La gente le scrive pur sapendo che le loro lettere e le loro parole di speranza potrebbero non raggiungerla mai. La Storia, tuttavia, ci ha insegnato che nessun muro, nessuna arma potrà mai mettere a tacere la voce finanche più isolata di coraggio e di verità. Anzi, qualsiasi tentativo di zittire una simile voce di fatto la rende più forte e più udibile. La preghiamo di ricordare che portiamo la sua voce nei nostri cuori, affinchè tutti possano sentirla.

Combattere i tentativi di mettere a tacere la verità, come in questo caso, è una delle ragioni per le quali noi, insieme a molti altri, ci siamo uniti per compiere uno sforzo collettivo che prende il nome di "Shared Concern Initiative". Si tratta di un gruppo informale di leader politici, religiosi e in tellettuali di ogni parte del mondo che, nel nome della buona governance, della tolleranza e del rispetto per i diritti umani, s'impegnano ad occuparsi delle importanti sfide cui deve far fronte la società globale.

La prima impresa di "Shared Concern Initiative" è questa lettera aperta che Le inviamo, nel tentativo simbolico di infrangere tutti insieme le barriere del totalitarismo erette intorno a Lei così ingiustamente.

Insieme a questa lettera Le giunga anche il nostro umile invito: saremmo onorati, infatti, se lei volesse unirsi a noi nella "Shared Concern Initiative" e al nostro tentativo di dar vita ad una voce comune, che parli di verità, tolleranza e trasparenza.

Con profonda stima,

Vaclav Havel, il Dalai Lama, F. W de Klerk, principe El Hassan bin Talal, Mary Robinson, Desmond Tutu, George Soros, Richard von Weiszaicker, Vartan Gregorian, Andrè Glucksman, Michael Novak, Karel Schwarzenberg, Hans Kung