ACQUA: i colossi francesi fanno i "furbi"?



I colossi francesi nel settore delle acque fanno i “furbi”?

Tutto il mondo è paese: la Commissione Europea intende verificare se i colossi francesi nel settore delle acque facciano i “furbi” oppure no.

 

La Commissione Europea ha avviato un'istruttoria, di cui ha dato notizia con comunicato stampa il 18 gennaio scorso, nei confronti delle società Saur, Suez Environnement (e la propria controllata Lyonnaise des Eaux) e Veolia, nonché dell'associazione di categoria Fédération Professionnelle des Entreprises de l'Eau, al fine di verificare se tali soggetti abbiano coordinato i propri comportamenti nei mercati francesi della fornitura di servizi idrici e di servizi per le acque reflue, in violazione dell'articolo 101 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea).

L’art. 101 TFEU proibisce tutti gli accordi tra imprese, tutte le decisioni di associazioni di imprese e tutte le pratiche concordate che possano impedire, restringere o falsare la concorrenza.

 

Come è stato possibile?

Semplice! La fornitura dei servizi idrici e dei servizi per il trattamento delle acque reflue è stata appaltata dagli enti locali a soggetti privati per i quali il “lucro”, il profitto è lo scopo statutario e sociale.

Fin qui, nulla di male. Peccato però che, come si suol dire, l’appetito vien mangiando! Infatti, questo scopo legittimo è per molti soggetti privati un terribile “stimolo” a trovare soluzioni che facilitino il perseguimento del profitto e la distribuzione di dividendi in qualunque modo, anche in violazione delle regole del mercato e quindi a danno dei consumatori/utenti e degli altri concorrenti, in sintesi della collettività e del sistema nel suo complesso.

 

E’ compito delle Autorità di controllo evitare che il “libero mercato” sia trattato sempre più spesso come un “mercato libero da regole.

Se la violazione delle norme antitrust è inaccettabile in via generale, è ancora più riprovevole quando riguarda la gestione di beni e servizi comuni, come l’acqua.

 

A livello europeo la Commissione intende quindi verificare, sulla base dell’istruttoria in corso, se i 4 colossi francesi, che sono presenti in gran parte dei mercati europei, compresa l’Italia, hanno creato cartelli o intese anticoncorrenziali.

 

L'istruttoria formalmente avviata nel gennaio scorso fa seguito a una serie di ispezioni a sorpresa effettuate dalla Commissione Europea nell'aprile del 2010.

Nel maggio del 2011 la Commissione ha inflitto una sanzione di 8 milioni di euro alla società Suez Environnement e alla sua controllata Lyonnaise des Eaux per aver infranto un sigillo apposto dai funzionari della Commissione nel corso dell’ispezione presso i locali della Lyonnaise des Eaux.

La rottura di un sigillo è una violazione seria, perché compromette l’efficacia e completezza dell’ispezione. In base alle norme europee la Commissione può infliggere una sanzione per un importo sino a 1% del fatturato totale della società che ha violato un sigillo, sia intenzionalmente sia per negligenza.

 

La storia continua, anzi no l’istruttoria prosegue!

All’eventuale esito positivo dell’istruttoria, che può richiedere anche un paio d’anni, potremo valutare se chiederci: dato che le predette società francesi sono risultate “furbe” a casa loro e in Europa, perché mai da noi, nel paese dei furbi, dovrebbero comportarsi diversamente?!?!

 

Cari saluti a tutti/e

Antonella Fachin