R: La lista consumo critico - sobrietà negli interventi



Che pizza.

Per fortuna che nella mia lista, dove sono il moderatore, ognuno dice quello che vuole

-----Messaggio originale-----
Da: consumocritico-request at peacelink.it [mailto:consumocritico-request at peacelink.it] Per conto di Enrico Gorini
Inviato: martedì 16 giugno 2009 16.24
A: consumocritico at peacelink.it
Oggetto: Re: La lista consumo critico - sobrietà negli interventi

grazie, Nicoletta,
condivido appieno il tuo intervento moderatore.
Ognuno deve auto-contenersi, in uno stile di sobrietà anche linguistica. 
Altrimenti, se una mailing list è un'inondazione di affabulazioni su troppi 
temi, si smette di leggere.
Se uno vuole fare una lunga riflessione su temi più ampi, potrebbe meglio 
spiegare il tema con 2 righe, e suggerire un link per chi volesse leggere 
tutto l'articolo.
Suggerisco che i moderatori intervengano anche più spesso, cogliendo ogni 
occasione per richiamare alla sobrietà e correttezza.

Enrico Gorini
Rimini
----- Original Message ----- 
From: "Nicoletta Landi" <nicoletta at peacelink.org>
To: <consumocritico at peacelink.it>
Sent: Monday, June 15, 2009 10:27 PM
Subject: La lista consumo critico - che cos'e'


> Danilo
> il tuo stile di scrivere e' molto particolare, spesso retorico e 
> sarcastico.
> Mi e' chiaro il tuo punto di vista sulla sovrappopolazione mondiale di 
> cui hai spesso scritto in iista, e ne capisco il legame con questa  lista 
> anche se comunque non strettamente inerente.
>
> Pero' ti chiedo ora di sospendere in questa lista i tuoi interventi  sugli 
> statali che trovo spesso fuori tema.
> Similarmente, anche il tema dell'economia liberista e della politica 
> italiana rischiano spesso di essere un tema spinoso e ampio che si 
> addicono meglio ad una lista di economia o di politica.
>
> Mi rendo conto, che dipende dai punti di vista, tutto puo' essere 
> considerato economia, tutto puo' essere ricondotto al consumo.
>
> Pero' mi piace ricordare che il tema di questo lista ruota attorno a 
> questi temi:
>
> - cosa possiamo fare come consumatori per limitare o invertire le  crisi 
> sociali ed ambientali che ci aspettano di fronte
> - cosa ci limita in questi tentativi e quindi cosa possiamo fare per 
> difenderci, sempre pero' in termini di consumo e di stili di vita (non  in 
> termini di voto, riflessioni filosofiche, ecc)
> - cosa succederebbe al nostro sistema economico una volta che il  consumo 
> critico diventasse realta'
>
> Inoltre, credo sarebbe utile per facilitare il dibattito in lista, 
> inserire interventi piu' brevi che magari inducano un dibattito  anziche' 
> delle lunghe riflessioni che magari a te paiono piu' complete  ma che 
> rischiano di mutarsi in monologo. Comunque, ognuno ha il suo  stile, il 
> mio e' solo un consiglio.
>
> Grazie
> nicoletta
>
> Moderatrice della lista consumo critico di Peacelink
>
>
>
>
> On 12 Jun 2009, at 13:15, Laboratorio Eudemonia wrote:
>
>
>
>
>
>
>> Amartya Sen, non si vive di solo Pil
>>
>> "Benessere e progresso devono essere ripensati. Senza regole non è
>> possibile
>> realizzarli"
>>
>> GRÉGOIRE ALLIX, LAURENCE CARAMEL
>>
>> Ben prima che la crisi economica facesse riscoprire ai grandi governi
>> mondiali le virtù della regolamentazione, Amartya Sen, premio Nobel  per
>> l’Economia nel 1998, faceva parte di quegli economisti che  difendevano 
>> il
>> ruolo dello Stato contro la moda liberista.
>
> http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cultura/200906articoli/44500girata.asp
>
>
>
>
> Sarebbe ora che questa gente scoprisse ciò che voi ormai sapete già.
>
> Perché è proprio così: i Presenti, qui in Lista, ormai possono essere  ben 
> più avanti dei Nobél!
>
> Infatti, chi ha letto gli ultimi interventi sullo statalismo,  comprenderà 
> bene perché il "liberismo", termine che certo non aiuta a  capire cosa 
> avviene, ha vinto e continuerà vincere: perché chi li  vuole più gli 
> statali!? "Ma siamo pazzi?" dicono i cittadini:  "Piuttosto che agli 
> statali ed agli statalisti meglio che il potere  vada ai liberisti! Meglio 
> che vada tutto in malora, a cominciare  dall'ambiente, meglio morir di 
> fame, piuttosto che finir sotto  l'oppressione statalista!".
>
>
> Leggete questo illuminante intervento proveniente da altra Lista:
>
>
>
> On 10/06/2009 at 14.56 Alessandro Samsa wrote:
>
> ..
>
>> Ho avuto modo di osservare con i miei occhi la mutazione in negativo  di
>> conoscenti che, dopo essere entrati a lavorare nello stato, hanno  subito
>> un cambiamento del proprio modo di pensare, sentire e persino di  essere 
>> a
>> favore - si fa per dire - del conservatorismo, dell'inclinazione alla
>> sottomissione (ma contemporaneamente anche al sopruso, perché questo  è 
>> ciò
>> che richiede lo stato ai propri servi nel doppio vincolo  batesioniano 
>> che
>> diabolicamente crea) e dell'ottusità mentale.
>> Lo stato è infatti il più grande mostro che l'essere umano abbia mai
>> ideato, sui cui meccanismi di riproduzione sono state svolti vari  studi 
>> e
>> molti altri potrebbero essere approntati, perché a ben vedere - non
>> esistendo più i grandi regni familistici della modernità che  portavano i
>> governanti a rimanere attaccati al proprio potere per ragioni di mero
>> opportunismo - è credo più corretto porre la questione in termini di
>> servitù volontaria che non di perpetuazione del potere da parte di una
>> casta, pure esistente e palese, che manterrebbe i propri privilegi  (nel
>> senso che questo è solo un aspetto della questione, non "la" questione
>> come l'apparato mediatico-spettacolare tende a far credere). Cioè è la
>> collettività che mantiene per proprio conto in vita il meccanismo di
>> autodistruzione a prescindere dai propri interessi (l'individuazione 
>> delle
>> cui ragioni porterebbe assai lontano).
>> Tutto questo sta però pian piano venendo alla luce, e - turandosi il 
>> naso
>> - ci si potrebbe anche addentrare in un'analisi di politica spicciola
>> dicendo che uno dei motivi della crisi dei partiti di sinistra in 
>> Italia,
>> da sempre principale bacino politico dei dipendenti statali, è che sta
>> emergendo la lotta intra-sociale tra i dipendenti statali  (paragonabili
>> agli schiavi dell'antichità, insieme ai lavoratori dipendenti) e i non
>> statali (gli individui semi-liberi).
>> Lottiamo pertanto insieme per un mondo libertario (anche su tante  altre
>> questioni...)!
>
> ..
>
> http://it.groups.yahoo.com/group/bastaguerra/message/8706
>
>
> Bello chiaro, vero?
>
>
> Ed infatti proprio qui si gioca il nostro futuro: occorre riconoscere  chi 
> tra noi è uno statale e, zitto zitto, chiatto chiatto,  meschinamente, fa 
> finta di voler che il mondo avanzi, concedendo  invece solo qualche misero 
> contentino ai cittadini suoi sudditi in  modo da confermarsi saldamente al 
> potere, tacendo però su tutto ciò  che realmente conta.
>
> Avanti con l'autoidentificazione: chi è statale ma vuol davvero il  bene 
> del mondo si dichiari favorevole ad una periodica redistribuzione  dei 
> ruoli del Bene Comune, dell'oggi chiamata Pubblica  Amministrazione, come 
> in tanti onesti hanno già fatto. Quelli che  rimarranno nascosti ed 
> abbrancati al "loro" posto fisso vorrà dire che  stanno in realtà tirando 
> acqua al decrepito mulino dello Stato, che  gli accorda indebiti 
> privilegi. Presto li perderanno per sempre e da  privilegiati diverranno 
> paria.
>
>
> Pacificamente, legalmente, civilmente, la Questione Pubblica va 
> affrontata, denunciata e risolta.
>
> Perché soltanto mandando in pensione stato e statali, i quali pur di  non 
> fare la cosa giusta tutto hanno confuso ed insozzato anche nel  settore 
> privato diffondendo ovunque infelicità, rabbia e sofferenza, e 
> riorganizzando invece la società su rette ed equilibrate basi che 
> sappiano far innamorare ed amoreggiare, letteralmente accoppiare con 
> passione e fremere e gemere di piacere, collettività e beni comuni da  una 
> parte e proprietà privata e libertà individuali dall'altra,  facendo sì 
> che si completino ed arricchiscano vicendevolmente, ogni  cosa potrà 
> trovare il suo giusto posto.
>
> E la felicità di ognuno si eleverà allora come mai prima.
>
>
>
> Danilo D'Antonio
> figlio di statali
>
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> Mailing list Consumo Critico dell'associazione PeaceLink.
> Per CANCELLAZIONI: http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
> Se non riesci, scrivi a nicoletta at peacelink.org
> inserendo "cancella" nel Soggetto.
> Si sottintende l'accettazione della Policy Generale:
> http://web.peacelink.it/policy.html
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> Victor
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> "The growth must continue at all costs. No politicians seriously 
> questions it. Yet question it we must. Prosperity today means nothing  if 
> it undermines the conditions on which prosperity tomorrow depends.  And 
> the single biggest message from the financial meltdown of 2008 is  that 
> tomorrow is already here. " T. Jackson
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