rassegna stampa: SUD AFRICA. COME TI CONVINCO I PICCOLI COLTIVATORI A PIANTARE SEMI OGM.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
-------------------------------------
tratto da "Green Planet"  - 24/07/2008

SUD AFRICA. COME TI CONVINCO I PICCOLI COLTIVATORI A PIANTARE SEMI OGM.
Pubblichiamo un articolo dell’ IPS International News Agency che parla dei
metodi di diffusione degli ogm da parte delle aziende produttrici in Sud
Africa.
Baphethile Mntambo da cinque anni usa metodi di coltivazione biologici,
perché sa che sul lungo periodo evitare il ricorso a prodotti chimici
recherà beneficio al raccolto. Ha deciso di non piantare semi geneticamente
modificati perché ha sentito dire che non si possono conservare per la
stagione successiva, e a lungo andare impoveriscono il terreno. Ma non ha
capito bene come e perché.

 “Ho sentito parlare degli ogm, ma non ho capito bene cosa sono”, dice. “So
solo che i semi, il fertilizzante e i pesticidi costano un mucchio di soldi”
. Mntambo è una dei 50 piccoli agricoltori della Valle delle Mille Colline,
nella provincia sudafricana del KwaZulu-Natal, a cui l’organizzazione non
governativa Valley Trust ha insegnato a usare metodi di coltivazione
biologici. I contadini imparano a seminare colture stagionali che forniscono
alle loro famiglie sia sicurezza alimentare che un’opportunità di generare
reddito vendendo i prodotti sui mercati locali.

“Abbiamo deciso di promuovere l’agricoltura biologica per garantire
sostenibilità ai piccoli agricoltori. Crediamo sia l’unico modo per dar loro
sovranità alimentare e stabilità”, spiega il facilitatore per la sicurezza
alimentare della Valley Trust, Nhlanhla Vezi. In passato, la Valley Trust
collaborava con il ministero dell’Agricoltura, spiega Vezi, ma la
collaborazione si è interrotta quando il ministero ha cominciato a fare
pressioni sui piccoli agricoltori, spingendoli a formare delle cooperative
in cambio del suo aiuto.
 “Il Ministero fa delle offerte molto allettanti per fornire attrezzature,
impianti di irrigazione e sementi, ma poi le usa come strategia per imporre
gli ogm, a causa degli accordi firmati con le multinazionali che detengono i
diritti sulle sementi ogm”, afferma Vezi.

I coltivatori agricoli spesso vengono convinti a piantare semi ogm dal
ministero dell’Agricoltura con promesse di sostanziosi prestiti bancari e la
prospettiva di ingenti profitti, concorda Lesley Liddell, direttore di
Biowatch, una ONG che promuove alternative all’agricoltura ogmincoraggiando
i contadini a far uso di intercolture, fertilizzanti naturali e colture non
chimiche. “Alla fine, però, la maggior parte dei coltivatori si ritrova
indebitata fino al collo, perché non può conservare i semi ed è costretta a
comprare pesticidi e fertilizzanti abbinati agli ogm”.

Eppure, i piccoli coltivatori spesso hanno talmente bisogno di sostegno
economico che prendono in considerazione l’ipotesi di piantare colture ogm
senza conoscerle a fondo, se le sementi gli vengono offerte gratuitamente.
“So che gli ogm non fanno bene, a lungo andare, ma se qualcuno mi regalasse
i semi li pianterei comunque”, dice Tholani Bhengu, un altro piccolo
coltivatore che lavora con la Valley Trust. “Per me, la cosa più importante
è avere da mangiare tutte le settimane. Non mi posso permettere di pensare
adesso cosa accadrà l’anno prossimo”.

Poiché nell’Africa rurale i piccoli agricoltori sono spesso privi di
istruzione, generalmente non sono in grado di compiere scelte informate
sulle coltivazioni ogm. “Noi li incoraggiamo a partecipare alle commissioni
ministeriali che discutono le norme ogm, ma le conoscenze degli agricoltori
sono molto limitate, e quindi è difficile per loro contribuire. Capiscono i
problemi, ma non la legislazione”, aggiunge Liddell.

Il Sud Africa è l’unico paese della Comunità per lo Sviluppo dell’Africa
Australe (SADC, Southern African Development Community) che coltiva sementi
ogm – mais, cotone e soia – a livello commerciale. Dal 1997, l’agricoltura
ogm è regolata dal Genetically Modified Organisms Act. L’adozione di colture
ogm in Sud Africa è aumentata negli ultimi dieci anni e si è diffusa anche
tra i piccoli coltivatori”, conferma Priscilla Sehoole, capo ufficio stampa
del Ministero dell’Agricoltura.

“Come ogni altra tecnologia, anche gli ogm presentano una serie di rischi
potenziali, alcuni dei quali relativi alla salute umane e animale e anche
dell’ambiente”, ammette. “Di conseguenza, la regolamentazione di tutte le
attività che comportano l’uso di ogm viene sottoposta a un procedimento di
valutazione scientifica che ne accerta i rischi potenziali”. Seehole afferma
che il ministero dell’Agricoltura sudafricano vorrebbe armonizzare le
politiche sugli OGM della SADC, per “eliminare alcune barriere tecniche che
(attualmente) frenano il commercio nella regione”.

Gli attivisti anti-ogm, come l’African Centre for Biosafety, si oppongono a
questo approccio. “L’industria degli ogm spinge per avere una legislazione
omogenea, perché così sarà più facile commercializzare varietà di sementi GM
in diversi paesi. Chi si preoccupa della biosicurezza nutre forti dubbi
sugli ipotetici vantaggi di una armonizzazione legislativa regionale (sulla
biosicurezza)”, afferma la direttrice dell’African Centre of Biosafety,
Mariam Mayet. “Attualmente, ogni paese della SADC ha le proprie politiche in
materia, e le leggi differiscono l’una dall’altra. Ciò significa che ogni
applicazione di ogm deve passare per il sistema di consultazione e di
approvazione pubblica di ciascun paese, e questo giova alla trasparenza e
alla responsabilità”, spiega.

 Quando il Sud Africa ha varato la legislazione sugli ogm nel 1997, la
maggior parte della popolazione non era consapevole delle polemiche che
avrebbero investito questa tecnologia. Ma ormai non si può tornare indietro.
Quel che è fatto è fatto”, dice Mayet. L’industria alimentare sudafricana è
già satura di ogm, afferma: “È tutto contaminato, e a peggiorare la
situazione, l’etichettatura del contenuto ogm non è obbligatoria. Occorre
una profonda riforma della legislazione in vigore, e un sistema di verifica
per individuare quali cibi contengono OGM e quali no”.

Nell’ultimo decennio, il Sud Africa ha stretto accordi commerciali con
grandi imprese multinazionali di biotecnologia agricola, come la Monsanto,
che – nel tentativo di controllare la produzione agricola mondiale –
promuove il sovvenzionamento di sementi ogm brevettate. Mediante un sistema
di incentivi a sostegno delle monocolture, i piccoli coltivatori vengono
sistematicamente integrati nell’agricoltura commerciale, soprattutto per l’
export, e incoraggiati a mettere insieme le proprie terre. "Sulla carta è
tutto molto bello, ma in realtà è un ingegnoso stratagemma per ottenere
accesso alle terre".

I piccoli agricoltori che firmano i contratti per gli ogm perdono presto il
controllo della gestione dei semi, della produzione e infine della terra. E
quindi perdono la propria sovranità alimentare”, spiega Mayet. “Gli ogm
emarginano i piccoli coltivatori poveri. Ci aspettano tempi duri e bisogna
lottare per il diritto alla terra e alle risorse. Ma non molleremo”.

di Kristin Palitza. Durban, 23 luglio 2008 (IPS)
------------------------------------------------------------

 N. B.: se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at altragricolturanordest.it