Rassegna stampa - APPELLO ALLA MOBILITAZIONE: Wto: il governo italiano non firmi



a cura di AltrAgricoltura Nord est
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tratto da " <http://www.crbm.org/>www.crbm.org" - 21/07/08

Oggetto: APPELLO ALLA MOBILITAZIONE: Wto: il governo italiano non firmi

Con preghiera di diffusione



    Wto: il governo italiano non firmi l'accordo-boomerang


I ministri di decine di Paesi, tra cui gli USA, UE, Brasile, India,
Indonesia, Filippine, Sud Africa, Kenya ed Egitto, si incontreranno a
Ginevra il 21 luglio per far giungere a conclusione i negoziati
dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) lanciati a Doha nel
2001. Dopo anni di negoziati, di Conferenze Ministeriali inconcludenti,
di fallimenti e ripartenze come a Seattle, Cancun e Hong Kong, questa è
l'ultima chance prima delle elezioni statunitensi. I Governi sono in
cerca di un accordo a tutti i costi, tenendo volutamente in secondo
piani le reali emergenze del pianeta come la crisi alimentare, i prezzi
dell'energia, il surriscaldamento del pianeta, la povertà globale e il
debito.

Se il Doha Round verrò concluso, i principali beneficiari della
liberalizzazione saranno le grandi imprese, ma con pesanti ripercussioni
sull'ambiente e sui lavoratori, gli agricoltori, le donne, i consumatori
di tutto il pianeta.

Sebbene definito "Round per lo sviluppo", un accordo sul Doha Round
avrebbe come conseguenze reali:


      * Perdita di posti di lavoro, de-industrializzazione di intere
        aree, che rimarranno precluse ad un vero sviluppo sociale ed
        ambientale per i decenni a venire. I Paesi ricchi chiedono ai
        cosiddetti paesi in via di sviluppo l'apertura di "nuovi accessi
        al mercato", che significa abbattimento dei dazi su manufatti e
        sullo sfruttamento delle risorse naturali.

      * Lo sviluppo rurale, la sovranità alimentare, la stessa
        sopravvivenza dei contadini saranno ancora più sotto pressione.
        Mentre Stati Uniti ed Europa continuano a sovvenzionare i loro
        esportatori agro-alimentari, mettono milioni di piccoli
        agricoltori in casa propria e nei Paesi in via di sviluppo a
        rischio sostenibilità. Una politica scandalosa, soprattutto se
        sostenuta di fronte a una crisi alimentare globale.

      * Maggiore privatizzazione e deregolamentazione dei servizi, anche
        in settori chiave come la finanza e l'energia. La recente
        instabilità sui mercati mondiali dimostra la necessità di un
        maggiore intervento e di una supervisione del mercato
        finanziario globale, non di una maggiore deregolamentazione.

      * Una maggiore capacità d'intervento della WTO si tradurrebbe in
        maggiori ostacoli nella lotta ai cambiamenti climatici, perché
        il profitto verrebbe sempre messo al primo posto rispetto alla
        nostra salute, come dimostrano i milioni di euro in sanzioni
        commerciali che ogni anno l'Europa paga agli Stati Uniti per
        essersi rifiutata di importare carne agli ormoni cancerogena.

      * I maggiori perdenti saranno i Paesi più poveri e quelli in crisi
        come il nostro. Le proiezioni economiche nel caso di un
        eventuale accordo si tradurrebbero, secondo diversi think thank,
        tra cui la stessa Banca Mondiale, in una progressiva perdita di
        posti di lavoro, in una riduzione dello spazio politico e nella
        perdita di entrate tariffarie per i Paesi in via di sviluppo che
        saranno di gran lunga superiori ai presunti benefici che
        deriveranno dal Development Round.



Non ci possiamo permettere il rischio di una conclusione del Doha Round.
I movimenti sociali e le organizzazioni della società civile di tutto il
mondo devono unirsi per opporsi all'agenda delle multinazionali e della
Wto.






E' arrivato il momento, per il nostro Paese, di prendere la leadership
del malcontento. L'Italia può e deve prendere la parola, riconoscendo
nella crisi che sta vivendo quegli stessi problemi che hanno messo in
ginocchio tante economie fragili tra i Paesi in via di sviluppo.


      * Dobbiamo e possiamo dire no ad una crescita che non sta creando
        nel nostro Paese né occupazione né opportunità di produzione
        innovative, sostenibili e di qualità;

      * Dobbiamo e possiamo dire no ad un agenda negoziale che favorisce
        i grandi gruppi nella loro fuga verso Paesi che non pongono loro
        alcuna regola, né di concorrenza né di convivenza su questo
        Pianeta;

      * Dobbiamo e possiamo dire no ad un accordo che potrebbe
        danneggiare irrimediabilmente l'economia reale di questo Paese.



Campagna per la Riforma della Banca Mondiale/Mani Tese, Centro
Internazionale Crocevia, l'equosolidale Fair e Fondazione Banca Etica,
che da anni monitorano l'andamento dei negoziati promuovendo
l'Osservatorio italiano sul commercio internazionale Tradewatch,

-chiamano alla mobilitazione tutte le forze sociali, della società
civile e di movimento perché tengano alta l'attenzione su scelte tanto
importanti che discretamente saranno negoziate a Ginevra;

- chiedono a tutti di tempestare le email dei ministri italiani
direttamente coinvolti nei negoziati Franco Frattini
<mailto:segreteria.frattini at esteri.it>segreteria.frattini at esteri.it, fax
0636912006) , Adolfo Urso
( <mailto:segreteria at mincomes.it>segreteria at mincomes.it, fax 0659647504) e
Luca Zaia
(<mailto:ministro.capo.segreteria at politicheagricole.gov.it>ministro.capo.segreteria at politicheagricole.gov.it,
fax* 067446178) con
un semplice messaggio: Non firmate l'accordo WTO*

- chiedono a tutti i gruppi, le organizzazioni, i movimenti e i
cittadini di aderire e far circolare l'appello alla mobilitazione
promosso dalle nostre organizzazioni in coordinamento con la rete
internazionale Our World Is Not For Sale, di promuovere iniziative di
sensibilizzazione e di protesta, di seguire l'andamento dei negoziati e
delle iniziative sui siti di CRBM (*<http://www.crbm.org>www.crbm.org*
<http://www.crbm.org/>http://www.crbm.org/)
e Fair (* <http://www.faircoop.it/fairwatch.htm>www.faircoop.it/fairwatch.htm*
<http://www.faircoop.it/fairwatch.htm>http://www.faircoop.it/fairwatch.htm)
che verranno aggiornati in tempo
reale;

- chiedono ai rappresentanti del nostro Governo di levare alta nel CAGRE
e a Ginevra la preoccupazione del nostro Paese rispetto agli impatti
certi di questi accordi;

- chiedono ai rappresentanti del nostro Governo di sfiduciare
pubblicamente il Commissario al Commercio Peter Mandelson e di non
firmare alcun accordo che possa danneggiare ancora di più la nostra
società come quella dei Paesi più poveri nel mondo.


ARTICOLI:

Riparte da Ginevra il carrozzone della Wto. Europa spaccata, Paesi
africani in rivolta. A rischio agricoltura e industria
<http://tradewatch.it/osservatorio/articles/art_2151.html>http://tradewatch.it/osservatorio/articles/art_2151.html


Wto, ultimo atto solo per i paesi che contano
<http://tradewatch.it/osservatorio/articles/art_2150.html>http://tradewatch.it/osservatorio/articles/art_2150.html
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Roberto Sensi
Campagna per la Riforma della Banca Mondiale/Mani Tese
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Fax: +39067858100
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