rassegna stampa: L'agricultura millenaria irachena distrutta dalle multinazionali agro-alimentari statunitensi.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "www.comedonchisciotte.org" - 5/03/2008
(di JOELLE PENOCHET - Mondialisation.ca)

L’agricultura millenaria irachena distrutta dalle multinazionali
agro-alimentari statunitensi.

"Controllate il petrolio e controllerete nazioni intere; controllate il
sistema alimentare e controllerete le popolazioni." Henry Kissinger

E’ nel cuore della Mesopotamia che è stata inventata l’agricoltura – con un
sofisticato sistema d’irrigazione – più di dieci mila anni orsono. La
pianura alluvionale eccezionalmente fertile situata tra il Tigri e l’Eufrate
offre condizioni ideali per la coltura dei cereali. E’ là che nell’antichità
è apparso il grano selvatico. Vi sono state fatte crescere quasi tutte le
varietà conosciute attualmente nel mondo (più di 200.000). Le palme da
datteri, che forniscono l’altra risorsa vitale del paese, proteggevano le
più varie piante da frutto.

I "semi della democrazia" *

Dopo essere stato invaso nel 2003, l’Iraq non è stato spogliato dai suoi
aggressori solamente della sua sovranità politica, del suo patrimonio
archeologico, delle sue risorse petrolifere, ma anche della sua sovranità
alimentare.

In violazione della Costituzione Irachena e delle convenzioni dell’Aia e di
Ginevra, che stabiliscono che l’occupante debba rispettare la giurisdizione
del paese occupato, l’amministrazione provvisoria di Paul Bremer (ex
collaboratore di Kissinger) ha deliberato, prima dell’installazione del
governo fantoccio, cento ordinanze scellerate che hanno lo statuto di leggi
e che non possono essere abolite né modificate da alcun governo iracheno
(articolo 26 della nuova Costituzione). Il paese è così caduto sotto il
giogo economico totale dell’Occupante, che aveva deciso di riformare
drasticamente la sua economia sul modello economico neo-liberista americano.

L’ordinanza 81 del 26 aprile 2004 ha dato il paese in pasto alle gigantesche
necro-imprese che controllano il commercio mondiale dei semi, come la
Monsanto (produttrice dell’agente Orange), Syngenta e Dow Chemicals. Essa
conduce alla irreversibile distruzione dell’agricoltura irachena. L’
Afghanistan aveva subito la stessa sorte nel 2002.

Biopirateria nel giardino del’Eden.
Questa ordinanza, redatta in maniera assai perversa, ha di fatto istituito l
’obbligo per i coltivatori iracheni di comprare ogni anno una licenza e le
sementi transgeniche dalle multinazionali americane – quando la legislazione
irachena proibiva ogni privatizzazione delle risorse biologiche.

La regola della "Protezione delle varietà di piante" (PVP), al centro di
questa legge, non tratta della conservazione della biodiversità, ma la
protezione degli interessi delle multinazionali delle sementi americane (le
quali, in virtù delle ordinanze Bremer, sono esonerate dal pagamento delle
imposte, non sono obbligate a reinvestire nel paese ed hanno il diritto di
esportare in patria tutti i loro profitti). Per essere qualificate, le
piante devono essere "nuove, distinte, uniformi e stabili", criteri che le
piante tradizionali non possono soddisfare.

Queste società straniere detengono un diritto di proprietà intellettuale
(simile a quello che Washington ha introdotto nel WTO, di cui l’Iraq non fa
parte) che concede loro, per vent’anni, il monopolio su produzione,
riproduzione, vendita, esportazione, importazione e stoccaggio di tutte le
sementi geneticamente modificate e sulle varietà di piante "similari".

Monsanto ha compiuto una rapina delle sementi millenarie dell’Iraq per
modificarle geneticamente e brevettarle. E gli agricoltori sono adesso
obbligati a pagare per poterle coltivare [1].

In un primo tempo, per facilitare l’introduzione dell’agricoltura
transgenica, il "ministero" iracheno dell’Agricoltura, alla maniera di uno
spacciatore di droga, ha distribuito quasi gratuitamente i "nuovi semi" ai
contadini iracheni. Senza dire loro che stavano entrando in un sistema
infernale da cui non sarebbero più potuti uscire.

I contadini iracheni ricattati dai giganti delle sementi.
L’ordinanza 81 ha reso illegali le antiche tradizioni degli agricoltori di
selezionare i semi migliori per riutilizzarli da un anno all’altro e gli
scambi tra vicini. (Secondo la FAO, nel 2002, il 97% dei coltivatori
iracheni riutilizzavano i loro semi o li acquistavano sul mercato locale).
Attraverso gli incroci, lungo le generazioni, avevano creato varietà ibride
adatte al duro clima della regione.

Gli agricoltori "colpevoli" di aver seminato semi non acquistati, o il cui
campo è stato accidentalmente contaminato, incorrono in pesanti sanzioni,
fino a pene detentive, alla distruzione del raccolto, dei loro attrezzi e
installazioni!

Il terrorismo alimentare praticato da multinazionali come Monsanto nei paesi
che colonizzano ha portato al suicidio decine di migliaia di contadini del
Terzo Mondo – rovinati dall’acquisto annuale dei semi transgenici e dei
pesticidi, erbicidi e fungicidi estremamente tossici che vi sono
necessariamente associati. Così, nel solo anno 2003, 17.000 agricoltori
indiani, ai quali le banche avevano rifiutato prestiti per l’acquisto dei
semi Monsanto, si sono suicidati.

Verso il controllo totale della catena alimentare da parte delle
multinazionali americane

Gli incessanti bombardamenti, a partire dal 1991, con armi all’uranio
impoverito – che hanno trasformato il paese in una vasta discarica
radioattiva – e i tredici anni d’embargo, avevano già iniziato a distruggere
l’agricoltura irachena: annientamento del sistema d’irrigazione, del
materiale agricolo e delle palme da datteri [2]. Dal 1990 (data dell’inizio
delle sanzioni) al 2003, il volume della produzione dei cereali era
diminuito della metà. Gli animali d’allevamento erano stati decimati.

Oltre a subire i tributi quotidiani agli occupanti, i coltivatori iracheni,
diventati servi, sono ormai condannati a produrre piante artificiali,
destinate per metà all’esportazione nel mondo (o alle truppe d’occupazione,
come le varietà di grano riservato alla fabbricazione di pasta, estranea al
regime alimentare iracheno), a solo beneficio della Monsanto e simili.
Questo anche quando la popolazione irachena muore di fame [3]. E’ per questo
che, analogamente ai loro omologhi afgani, sempre più contadini abbandonano
la coltivazione dei cereali in favore di quella dell’oppio.

Le chimere provenienti dalle necro-tecnologie rappresentano un grave
pericolo sul piano ambientale, sanitario, economico e etico. Esse portano un
inquinamento ambientale irreversibile come quello provocato dall’uranio
impoverito. Peraltro, possono essere utilizzate nel quadro di guerre
biologiche o batteriologice silenziose [4].

Gli OGM costituiscono una delle principali armi dei propugnatori del Nuovo
Ordine Mondiale per asservire uno dopo l’altro i popoli del mondo intero. L’
Iraq è diventato un nuovo laboratorio in dimensione reale di questo
diabolico strumento di dominazione e gli iracheni le cavie.

*Allusione alla frase di Bush dopo l’invasione: "Siamo in Iraq per spargervi
i semi della democrazia in modo che essi vi possano prosperare e propagarsi
in tutta la regione dove regna l’autoritarismo".

Note:

[1] Dei campioni di ogni loro varietà erano conservati nella Banca nazionale
delle sementi a …Abu Ghraib, distrutta dagli Occupanti.

[2] Cfr http://www.planetenonviolence.org/
Link

[3] Nel 2004, la polizia militare americana ha chiuso il giornale Al Hawza
che aveva pubblicato un articolo dove si affermava che Bremer "conduceva una
politica finalizzata ad affamare la popolazione irachena affinché,
interamente occupata a procurarsi il pane quotidiano, non abbia alcuna
possibilità di reclamare le libertà politiche e individuali"

[4] Cfr gli articoli di Mae Wang Ho e Joe Cumming dall’Intitute of Science
in Society (ISIS)

Fonti
Michel Chossudosvky:
Sowing the Seeds of Famine in Ethiopia 10 settembre 2001.

William Engdhal:
WTO, GMO and Total Spectrum Dominance, 29 marzo 2006.
Le pillage «libéral» de l'Irak, 14 novembre 2005.

Ghali Hassan:
Iraq’s New Constitution, 17agosto 2005.
Biopiracy and GMOs: The Fate of Iraq's Agriculture, 12 dicembre 2005.

Stephen Lendman:
Unleashing GMO Seeds: "Food is Power" Reviewing F. William Engdahl's Seeds
of Destruction, Part 3. 19 gennaio 2008.
Agribusiness Giants seek to gain Worldwide Control over our Food Supply, 7
gennaio 2008.

Arun Shrivastava:
Suicides en masse de fermiers indiens : ce qui se profile à l’horizon , 14
novembre 2006.

Jeffrey Smith:
Genetically Modified Foods Unsafe? Evidence that Links GM Foods to Allergic
Responses Mounts, 8 novembre 2007.

ORDER 81: Re-engineering Iraqi agriculture, 27 agosto 2005.

Altri documenti e articoli consultati:

L'ordinanza n° 81

William Engdahl, Iraq and Washington’s ‘seeds of democracy,

Christopher D. Cook, Plowing for Profits U.S. Agribusiness Eyes Iraq’s
Fledgling Markets, In These Times, 15mar2005

Iraq's New Patent Law: A Declaration of War Against Farmers Focus on the
Global South and GRAIN 15oct04 :

Iraq's Crop Patent Law A Threat To Food Security By GM Free Cymru, 3 marzo
2005

Patrick Cockburn, Desesperate Iraqi Farmers Turn to Opium, 24 gennaio 2008

Vedere anche l’ultimo libro di William Enghdal: Seeds of Destruction

Titolo originale: "Monsanto à Babylone" (Fonte:
http://www.mondialisation.ca - Scelto e tradotto per
www.comedonchisciotte.org da MATTEO BOVIS)
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