rassegna stampa: GRUPPI D'ACQUISTO SOLIDALE, UNA SCELTA ETICA.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 18/06/2007
GRUPPI D'ACQUISTO SOLIDALE, UNA SCELTA ETICA.
Dai gruppi informali ai distretti di economia solidale.
Tutto è cominciato alla fine degli anni '80 con il boicottaggio dei prodotti
alimentari e artigianali fabbricati dai colossi multinazionali: Del Monte
per l'ananas e le banane, Nestlé per il latte in polvere e la cioccolata,
Nike per i palloni da calcio.

Gli aderenti alle campagne di boicottaggio hanno subito parlato di "consumo
critico", un nuovo modo di fare acquisti rispettoso dell'ambiente e dei
diritti umani. Sotto accusa, lo sfruttamento del lavoro minorile (i palloni
Nike cuciti a mano dai bambini nepalesi), le massacranti condizioni dei
braccianti Del Monte nelle piantagioni del Kenya, la scorretta informazione
condotta dalla Nestlé nell'Africa nera, al fine di disincentivare
l'allattamento al seno e optare per il costoso (e meno nutriente) latte in
polvere.

Da allora, il consumo critico ha preso piede rapidamente in tutta Italia
attraverso il volto dei Gas (Gruppi di acquisto solidale), dal 1999 riuniti
in coordinamento (ReteGas), cui di recente hanno aderito anche alcuni
meet-up locali del blog di Beppe Grillo.

Il Gruppo di acquisto solidale è una scelta etica fondata sull'importanza
delle relazioni umane e della condivisione con gli amici e, perché no, con i
vicini di casa. Il meccanismo infatti è semplicissimo: un Gas altro non è
che un gruppo di persone o di famiglie che ordinano la spesa insieme,
scegliendo il fornitore secondo precisi criteri etico-ambientali. I prodotti
devono provenire da colture di agricoltura biologica gestite da imprese
agricole o da cooperative rigorosamente locali.

I criteri guida sono precisi: rispetto dell'uomo (no all'acquisto di
prodotti provenienti da circuiti multinazionali basati sullo sfruttamento e
l'ingiustizia sociale), tutela della salute (scelta di prodotti non
inquinati dai pesticidi) e amore per l'ambiente.

Come spiega il documento base della Rete Gas: "Scegliere prodotti locali
significa ridurre l'inquinamento, il consumo di energia e il traffico per il
trasporto della merce. Inoltre, dovendo viaggiare di meno, gli alimenti
arrivano più freschi sulle nostre tavole e richiedono quindi meno
conservanti. L'arrivo di grosse quantità di prodotto, smistate e ripartite
tra le famiglie in modo casereccio come si faceva un tempo, riduce gli
imballaggi (bottiglie, buste di carta o plastica) o comunque impone il
riutilizzo di quelli già esistenti".

Il sistema dei Gas consente infine un rapporto diretto tra produttori e
consumatori, nonché la conoscenza immediata delle caratteristiche degli
alimenti, anche attraverso visite guidate presso l'azienda agricola
fornitrice. In questo modo, come spiegano gli "acquirenti solidali",
"l'oggetto o il cibo escono dall'anonimato ed acquistano una loro storia".

Ma gli acquisti solidali stanno ormai oltrepassando i confini del settore
alimentare. Il Gas italiani - che puntano a trasformarsi da gruppi informali
a veri e propri distretti economici alternativi - si sono riuniti il 2 e 3
giugno a Marina di Massa per il settimo convegno nazionale della rete,
dedicato quest'anno alla frontiera dell'acquisto collettivo di energia
pulita come primo passo verso l'auto-produzione territoriale: molti gruppi
si stanno infatti organizzando per promuovere l'installazione di pannelli
fotovoltaici e altri sistemi di utilizzo delle fonti di energia rinnovabili
(come la geotermia), riscattandosi così dalla dipendenza dai colossi
finanziari che oggi erogano luce e gas.

E' stato fatto anche il punto della situazione sulla campagna "Vestire
Critico" e sulla possibilità di individuare filiere alternative e
interamente naturali quali la canapa e il lino, come già fatto da Deborah
Lucchetti di Fair e dal produttore novarese Gianluca Bruzzese, entrambi
ospiti del convegno. (fonte: Blogosfere, 13 giugno 2007)
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