rassegna stampa: GIOCHI ELETTRONICI E PATTI DIGITALI PER UNA NUOVA AGRICOLTURA.



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 15/01/07
GIOCHI ELETTRONICI E PATTI DIGITALI PER UNA NUOVA AGRICOLTURA.
Dirigere virtualmente una grande catena di fast food per comprendere le
dinamiche che stanno portando all'hamburgerizzazione (e non solo) della
società.
I giochi elettronici, da giocare sul computer, sul televisore o sul
cellulare, sono ormai entrati nelle nostre abitudini. Ovvio allora che ci si
serva di questo strumento non solo per alimentare l'industria del
divertimento, ma anche per combattere battaglie giuste o, comunque, per far
riflettere. È il caso di un gioco disponibile nel sito www.mcvideogame.com
che permette di cimentarsi nella direzione di una grande catena
internazionale di fast food, potendo operare contemporaneamente come
responsabile della produzione in campo di mangimi e bestiame, come
responsabile dell'allevamento in stalla, come direttore di un fast food e
come manager dell'intera compagnia. Di questo gioco si è occupato di recente
sulle autorevoli colonne de El Pais, il più importante quotidiano spagnolo,
Gustavo Duch Guillot, direttore di Veterinari senza Frontiere. L'interesse
recente degli spagnoli per il tema degli hamburger nasce dalla opposizione
del governo Zapatero alla campagna pubblicitaria della catena Burger King
per il nuovo super panino Whopper Triple.

Nel suo articolo Guillot spiega la sua esperienza di giocatore di
McVideoGame e, quindi, le lezioni che ha imparato dal gioco. Provando a
occuparsi soprattutto della produzione agricola, Guillot ha scoperto che per
riuscire a restare in sella e non farsi licenziare, bisogna avere pochi
scrupoli: spostare la produzione in paesi poveri dove si può corrompere il
sindaco per avere nuove terre oppure tagliare la foresta senza tanti
problemi, usare soia transgenica per aumentare (in teoria!) la produzione, e
poi accelerare l'ingrasso delle vacche a bassi costi usando scarti
industriali, farine animali e ormoni. Quando qualche animale, dopo aver
mangiato tante schifezze, si ammala, l'importante è bruciarlo al più presto
ma solo per evitare il contagio con gli altri capi.

La tesi sostenuta da Guillot è che il modello incarnato dai fast food non
riguarda solo uno stile di alimentazione (e di vita) dannoso per la salute
umana. Un problema che, peraltro, sicuramente esiste: anzi, sembra non
esserci fine nella corsa al suicidio alimentare, come dimostra il caso
dell'hamburger da ottomila calorie (sì, avete letto bene, ottomila) in
vendita in un fast food dell'Arizona con l'imbarazzante nome di Quadruple
Bypass Burger .

Guillot sostiene che le catene dei fast food “esemplificano tutte le
diseguaglianze tra le società ricche e obese e le società povere al servizio
delle prime”. Lo stesso sistema di produzione legato alla hamburgerizzazione
della dieta prevede la sostituzione di un regime alimentare ricco di
proteine vegetali (come era, ma non è più oggi, la dieta mediterranea) con
proteine animali, in particolare la carne. Questo cambiamento attiva una
serie di conseguenze a catena che portano alla diffusione degli allevamenti
industriali, in cui il bestiame non è più inserito in equilibrio con
l'agricoltura ma, anzi, entra in competizione diretta con l'uomo per
alimenti come mais, soia e addirittura pesce. "Così - conclude Guillot -
secondo gli ultimi dati forniti dalla Fao nella Giornata Mondiale dell’
Alimentazione, tra le persone che vivono nei paesi poveri, come quelli del
Sud America, 850 milioni soffrono la fame, mentre attorno a loro la terra ed
il mare sono destinati all’ingrasso del bestiame."

Affermazioni forti, quelle di Guillot, su cui vale la pena riflettere. Anche
perché non sembrano riflessioni isolate. Basta pensare al Patto ecologico,
lanciato in Francia come una mina vagante sui candidati alla presidenza
della Repubblica da Nicolas Hulot, noto giornalista televisivo. Il Patto
prevede dieci obiettivi e cinque proposte che i candidati all'Eliseo - se lo
vorranno - dovranno impegnarsi pubblicamente a sostenere. Il Patto è già
stato sottoscritto on line da oltre 470mila francesi e rischia di diventare
il vero fatto nuovo delle elezioni presidenziali francesi. Bene, tra le
cinque proposte ce n'è una che riguarda l'agricoltura: spostare gli aiuti
europei per gli agricoltori verso i prodotti di alta qualità, in particolare
quelli biologici e quelli a denominazione d'origine.

Il Patto parla in particolare della riconversione verso i prodotti di
qualità di tutta la ristorazione collettiva e, soprattutto, afferma che la
Francia dovrà chiedere una riforma della Pac (la politica agricola
comunitaria) basata su questi principi. Un punto in sé dirompente, se
pensiamo che proprio la Francia ha condizionato, più di tutti gli altri
paesi, l'evoluzione della politica agricola europea. Tematiche importanti,
come si vede: riflessioni che forse vale la pena di portare con forza anche
nel nostro paese, dove ci accontentiamo di salutare come un grande successo
una Finanziaria che ha fatto qualcosa di concreto per il settore agricolo,
ma che certo è molto lontana da proporre una riforma radicale della nostra
agricoltura.
(di Pier Francesco Lisi)
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