Comunicato stampa Produttori Agricoli Africani e CPE contro gli APE



Bruxelles, 30/11/2005

Comunicato stampa congiunto : ROPPA (Résau des Organisations Paysannes et
des Producteurs Agricoles de l'Afrique du Ouest) - CPE (Coordination
Paysanne Européenne)

In occasione delle riunioni degli alti funzionari del G90 e delle riunioni
dei ministri del commercio G90 per le negoziazioni Ue-ACP a Bruxelles del
30 novembre e del 1 e 2 dicembre

 I contadini europei ed africani dicono no agli Accordi di Partenariato
Economico (APE) tra Unione Europea e paesi ACP

E no ad un accordo OMC ad Hong Kong.

 Questi accordi procedono nella stessa direzione, con grave danno per
l'agricoltura di tipo familiare sostenibile e per i processi di sviluppo.





Accordi APE

L'integrazione europea, come altre integrazioni regionali, si E' basata
sull'agricoltura e sul  principio di preferenza comunitaria. Questa stessa
strategia dovrebbe essere applicata all'Africa occidentale e agli altri
paesi ACP.

Gli accordi APE che l'UE  propone ai paesi ACP, lungi dal favorire un
partenariato economico ed un'integrazione regionale, sono basati
essenzialmente sul « libero »-scambio.



Un tale accordo non può che nuocere all'agricoltura familiare africana
nella misura in cui metterà in concorrenza diretta le produzioni agricole
africane e quelle importate a basso prezzo dall'UE a causa
dell'insufficienza o dell'inesistenza di tassazioni alle frontiere. Non ci
possono essere scambi giusti tra economie e competitività che non sono
paragonabili.



L'avvenire di molte produzioni e di milioni di famiglie di produttori E'
messo ulteriormente a rischio, visto che le politiche commerciali attuali,
senza gli APE, hanno già messo in grave pericolo l'avicoltura locale, la
carne bovina, i cereali, il latte, etc… L'UE, come altri paesi
agro-esportatori, continua ad esportare a prezzi bassi.



Queste famiglie di produttori in rovina non potranno trovare reddito in
altri settori poiché in Africa Occidentale gli altri settori economici, ed
in particolare il settore industriale, non hanno alcuna possibilità di
assorbire mano d'opera.



Considerando che il settore agricolo dell'Africa occidentale offre a più
dell'80% delle popolazioni rurali impiego e reddito e ha funzioni di traino
per la crescita degli altri settori economici, le organizzazioni di
produttori vogliono riaffermare il ruolo primario giocato dall'agricoltura
familiare, motore dell'economia della regione e principale garanzia per la
sicurezza alimentare della popolazione e strumento di lotta contro la
povertà rurale.





Inoltre, le organizzazioni di produttori firmatarie di questo appello
constatano le difficoltà che hanno i governi dei paesi dell'Africa
occidentale a difendere le loro posizioni nei confronti della Commissione
europea, diretta dal DG commercio. Tali governi sono al  tempo stesso
fortemente dipendenti dai finanziamenti dell'Unione europea, che
costituisce il principale donatore di aiuti allo sviluppo, e questo riduce
di molto il loro potere di negoziazione. Queste condizioni di negoziazione
non ci sembrano né efficaci né eque.





Le organizzazioni di produttori dell'Africa occidentale e dell'Unione
europea sono convinte che i risultati delle negoziazioni sugli APE daranno
luogo ad un accordo sfavorevole per l'agricoltura familiare se non verranno
prese forti misure correttive.







OMC

  L'OMC non ha mai proceduto ad una valutazione dei risultati dell'accordo
di Marrakech (1994, anno della sua nascita) e continua ad imporre ovunque
una liberalizzazione totale degli scambi continuando a tollerare un sistema
di aiuti diretti, compensatori, che la maggior parte dei paesi non possono
permettersi e che procurano degli effetti distorsivi sulle esportazioni.
Una valutazione degli effetti di questa liberalizzazione mostrerebbe come
da un lato l'agricoltura familiare viene gettata nella crisi e la povertà e
dall'altro sono soprattutto le aziende multinazionali ad approfittare delle
nuove regole all'OMC.



Le agricolture familiari africane come quelle dell'Unione Europea hanno
tutto da perdere da un tale sistema.





Le organizzazioni agricole firmatarie sia africane che europee,
chiedono pertanto un cambiamento delle politiche agricole, degli accordi
economici e delle regole del commercio internazionale a partire dalla presa
in considerazione delle seguenti priorità :



-         priorità  dell'integrazione regionale rispetto al commercio
internazionale

-         priorità all'approvvigionamento alimentare interno rispetto
 all'esportazione.



-         divieto di ogni forma di sostegno che permetta l'esportazione a
dei prezzi al di sotto dei costi di produzione

-         diritto alla protezione del mercato interno nei confronti di
importazioni a                            basso prezzo

-         gestione dell'offerta a livello interno e internazionale



               Più specificamente per la negoziazione sugli APE chiediamo
un riesame delle negoziazioni a medio - termine che prenda effettivamente
in conto gli studi di impatto e l'opinione della società civile,
riconoscendo il ruolo di prima linea delle organizzazioni di produttori.



     Chiediamo ai governi dei paesi ACP e del G90 di resistere alle
molteplici pressioni dell'UE, degli USA, del G4, di opporsi agli accordi
APE e all'accordo OMC a Hong Kong e di insistere sulle priorità di cui
sopra.







 Info: Campagna EuropAfrica- Terre Contadine

Paola De Meo: 328/5686740

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Paola De Meo
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