Ogm, l'occasione per farci sentire



Ogm, l'occasione per farci sentire

Mario Capanna (Fondazione Diritti Genetici Coalizione ItaliaEuropa – Liberi da Ogm)

In Italia sta per accadere un fatto inedito. Anzi, due. Milioni di cittadini prenderanno la parola su una delle questioni più controverse degli ultimi anni nel campo dell’alimentazione e dell’agricoltura: gli organismi geneticamente modificati. E a offrirgli questa possibilità saranno le maggiori organizzazioni degli agricoltori, della moderna distribuzione, dell’artigianato, della piccola e media impresa, dei consumatori, dell’ambientalismo, della scienza, della cultura e della cooperazione internazionale, riunite insieme per la prima volta in un unico schieramento: la Coalizione ItaliaEuropa – Liberi da Ogm (www.liberidaogm.org).

La notizia è dunque che il 15 settembre partirà la prima consultazione nazionale su Ogm e modello di sviluppo agroalimentare italiano, e che in migliaia di iniziative organizzate su tutto il territorio i cittadini potranno votare per un cibo di qualità e libero da organismi transgenici. Ma non solo. Potranno approfondire i temi legati al cibo e alla salute, informarsi, essere coinvolti, insomma “partecipare”, un termine da troppo tempo dimenticato nel nostro paese. Insomma, sarà per tutti un grande esempio di democrazia partecipata reale, in un momento in cui la politica è esangue e lontana dai cittadini. Perché tutto questo? Perché l’agroalimentare non vuol dire soltanto produzione di cibo, ma anche creazione di valori; perché le questioni della qualità degli alimenti e della salute sono troppo delicate per poter essere delegate agli interessi delle multinazionali o alle decisioni delle istituzioni europee; perché, al di là dei problemi di sicurezza e di sequestro brevettuale delle conoscenze, nel nostro paese non c’è spazio per gli Ogm, perché economicamente non convenienti. E soprattutto perché non possiamo perdere l’occasione di far ripartire un processo di ricoesione sociale e culturale, di superare la frantumazione per “isole di interesse” e il consolidarsi di corporativismi esasperati. Un’occasione “trasversale”, sia dal punto di vista geografico che politico. Compito del presente è mettere in moto il futuro, a Roma come a Bruxelles.

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