Re: I padroni della pubblicità - ovvero: l'inquinamento pubblicitario



Rispondo a:
(...) Pensi di leggere un innocuo articolo di costume e invece ti stai bevendo
una serie di consigli per gli acquisti. Stai cercando qualche idea per
rinvestire i tuoi risparmi e invece stai per cascare in una trappola.
Insegui le ultime novità della medicina e non sai che il giornalista è
stato invitato in una località esotica, coccolato e pagato per divulgare un
nuovo farmaco.
> Quotidiani, settimanali e mensili per non parlare dei notiziari radio e > TV sono controllati dagli inserzionisti che dettano legge in redazione, perché
sono loro che possono decidere la vita e la morte di un organo di stampa,
grazie alla complicità dei giornalisti il cui livello etico sembra
sprofondato.
> Un'esagerazione? In questo libro troverete nomi, fatti e circostanze che
susciteranno la vostra indignazione, oltre ogni limite.

Io lo chiamo 'inquinamento pubblicitario': è il fenomeno per il quale l'informazione commerciale non mi arriva su mia richiesta (per esempio un catalogo, un sito web di consumo, una rivista di guida all'acquisto) ma 'mimetizzato' o 'mischiato' in altri prodotti: guardi un film, e sfruttano la tua momentanea passività per ingollarti di cose che non c'entrano niente; leggi un articolo su sito web, e intanto metà dello schermo è un brulichio di immagini che si susseguono a contenuto pubblicitario (con grande fastidio per la lettura: è purtroppo il caso de la Stampa on line); ascolti un concerto, e nell'intermezzo c' è un signore che ti annoia per dieci lunghi minuti su un certo consorzio che ha sponsorizzato l'evento. Nell'epoca dell'informazione, si crede che per informare sui prodotti ci si debba intrufolare nelle vite altrui, nei salotti, nelle cuffie audio, per ammannire consigli non richiesti per prodotti non richiesti; quando invece la vera sfida è informare seriamente (non a suon di slogan vuoti, ma con strumenti comunicativi intelligenti) on demand. Vedo un futuro dove non ci sarà il bombardamento a pioggia delle informazioni, ma sarà il consumatore che, all'occorrenza e solo quando ne avrà bisogno, cercherà le informazioni utili (e solo quelle) con un tenore di contenuti molto più alti di quelli attuali. Finchè siamo oggetto, e non soggetto, di informazione, l'unica via che vedo è essere sempre più consumatori avveduti, selettivi, e sobri. Quando ci si accorgerà che bombardarci non ci condiziona (e anzi sarà controproducente), smetteranno da soli.
Enrico Gorini