" rassegna stampa: FRANCIA, INIZIATO IL PROCESSO A BOVÈ"



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 22/09/05
FRANCIA, INIZIATO IL PROCESSO A BOVÈ
È accusato di avere distrutto un campo transgenico
E' iniziato ieri a Tolosa - e durerà fino a domani - il processo contro nove
deputati e sindacalisti, tra cui il verde Noël Mamère e il leader contadino
José Bové, accusati di vandalismo per aver sradicato (assieme a 222
militanti, esclusi però dal processo) dei campi transgenici sotto gli occhi
delle telecamere nel 2004, a Menville (Haute Garonne).
Rischiano fino a 4 mesi di carcere. «I cittadini sono presi in ostaggio dai
produttori che cercano di imporre le loro scelte», ha affermato Bové
all'apertura del processo.
«Bisogna intervenire prima, non dopo, come per l'amianto», ha detto invece
un deputato finito anche lui sotto accusa. I militanti anti-ogm vogliono
trasformare questo processo in un atto d'accusa al governo: «Bisogna
prendere una posizione più offensiva», ha affermato ieri il segretario dei
Verdi, Yann Wehring. Difatti la situazione in Francia è estremamente confusa
su questo fronte.
Sul sito Internet di informazione ai cittadini del governo francese, è
scritto che in Francia sono coltivati «meno di 100 ettari di ogm». Ma
un'inchiesta del Figaro, confermata dall'Associazione generale dei
produttori di mais, parla di più di mille ettari di mais geneticamente
modificato coltivati in Francia, in particolare nel sud-ovest del paese.
Il governo è messo sotto accusa per aver mantenuto il segreto, pur sapendo.
«I procuratori - ha reagito a sua volta José Bové - metteranno sotto accusa
l'illegalità degli sradicatori, mentre il governo stesso organizza delle
culture fuori-legge».
Il ministero dell'agricoltura, sollecitato in seguito alla polemica, si è
limitato a un comunicato, dove ammette che in Francia ci sono colture di
mais ogm su «492,8 ettari».
E ha approfittato dell'occasione per annunciare che, entro fine anno o al
massimo all'inizio del 2006, la Francia si doterà di una legge che integra
la direttiva europea sugli ogm, che risale al 2001 e che impone un registro
pubblico delle colture transgeniche e una loro «dichiarazione obbligatoria»
da parte degli agricoltori.
La Commissione europea ha già più volte protestato con Parigi per questo
ritardo (la direttiva avrebbe dovuto essere trasposta nella legislazione
nazionale nel 2002) e il 15 luglio 2004 la Francia è stata condannata per
questo motivo dalla Corte di giustizia europea.
Il paradosso è che in Francia è stato istituito un comitato di bio-vigilanza
(nel `99), con il compito di controllare e di stabilire la tracciabilità dei
prodotti. Ma questo comitato è rimasto all'oscuro dei mille ettari di mais
ogm e non si è neppure preoccupato di fare un'inchiesta per rivelare la vera
situazione.
Per il presidente della regione Midi-Pyrénées, il socialista Martin Malvy,
«non possiamo accettare questa promiscuità genetica, che può rimettere in
causa la politica agricola della regione, che si basa sulla tracciabilità di
prodotti agricoli di qualità».
In Francia, dove la rivolta contro gli organismi geneticamente modificati ha
riscontrato un successo popolare, le colture transgeniche in atto, senza
neppure rispettare la direttiva comunitaria, potrebbero essere considerate
legali.
Difatti, gli agricoltori del sud-ovest che le hanno introdotte - ben al
riparo dagli occhi indiscreti dei manifestanti, in genere piccole parcelle
situate al centro dell'azienda agricola - hanno optato per una varietà di
mais che contiene il transgene Mon 810 (della Monsanto), che in Francia è
autorizzato dal `98, cioè prima della moratoria europea del `99 (poi tolta
nel 2004) e della direttiva del 2001.
E' la stessa varietà coltivata in Spagna: difatti, questo mais geneticamente
modificato è esportato in Spagna, dove viene utilizzato esclusivamente per
l'alimentazione animale.
Il manifesto, 21 settembre 2005
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