Se un altro mondo è possibile anche un'altra agricolt ura sarà pur possibile.



Si profilano all'orizzonte le politiche del 2006.
In piena crisi di tutto il comparto agricolo non si profila invece nessun
cambiamento nelle linee programmatiche, per l'agricoltura e l'alimentazione,
degli schieramenti politici in campo.
In occasione delle "primarie" indette a sinistra per individuare chi sarà,
in scheda elettorale, il candidato opportuno per rappresentare il centro
sinistra, il nostro associato Guglielmo ha presentato un testo programmatico
sull'agricoltura da proporre a "sinistra", in appoggio alla candidatura di
Bertinotti. Il fine ultimo è la possibilità di riprendere l'iniziativa in
agricoltura e vedere se si riesce a fare assumere anche alla politica
istituzionale un punto di vista diverso e contrario a quello delle lobbies
economiche e di potere che gestiscono la produzione di cibo malsano,
insicuro e a prezzi cari per il cittadino europeo e fanno business sulla
morte per fame e l'impoverimento di chi nel sud del mondo è
cittadino-invisibile al nostro sistema economico. Il tentativo ci sembra
quello di trovare un testimone che aiuti a concretizzare uno spazio
percorribile dalle diverse istanze sociali che negli anni si sono opposte
alle politiche agricole imposte dal WTO, dal Gatt, dalla Banca Mondiale, dal
governo degli Stati Uniti.
Ve lo proponiamo perchè ci sembra un buono spunto di riflessione sullo stato
attuale delle politiche agricole in italia e occasione per riaprire un
dibattito sulle prospettive ed iniziative possibili.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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Se un altro mondo è  possibile  anche un'altra agricoltura sarà pur
possibile.

Il movimento che in questi anni “ha mangiato il duro pane” della critica a
questo modello produttivo agricolo europeo e alle perverse logiche liberiste
che sottintendendono la PAC (e ancor più il suo recente disaccoppiamento, la
sua  logica del sostegno dei prezzi all’esportazione, il dumping fatto in
passato e che senza vergogna si continua a fare ai mercati e alle economie
dei paesi poveri), oggi nei fatti non ha voce nel tavolo programmatico  dell
’"Unione".

Forse perché la portata della nostra critica a quel modello di Europa
liberista e il nostro programma in agricoltura, a partire dalla sovranità
alimentare e del ciclo corto,  risultano indigeribili ai salotti vecchi e
nuovi della politica italiana.
Un parlare e un agire che temiamo tutti, resti  finalizzato a lasciare tutto
come prima sui temi di fondo, esempio la coesistenza degli OGM, il sostegno
per le filiere che generano contributi all’esportazione creando dumping nei
mercati dei  paesi poveri.

Ed è per questo che il tavolo programmatico deve essere arricchito  dalla
voce del  “Movimento” che ha fatto e detto cose interessanti nel settore
negli ultimi decenni.
A partire dall’analisi sulla delocalizzazione agricola nel sud del mondo,
denunciando come esempio la cattiva globalizzazione del cibo per opera delle
multinazionali nostrane (vedi Parmalat) e di quelle internazionali, tipo
Taison e Nestlè, alle battaglie vere contro gli OGM,  alla battaglia per la
sovranità alimentare e il ciclo corto, obbiettivi che dichiarati a Genova,
nel 2001, risultano essere le uniche prospettive strategiche per il futuro
agricolo.
Sappiamo bene quanto pesano le politiche agricole in termini economici e
complessivi e quindi che il boccone è troppo ghiotto per lasciare spazio
facilmente alla politica, ai movimenti, ai  cittadini.
Sappiamo anche che sul futuro programma dell"Unione" pesano, prepotenti, gli
interessi delle potenti lobbies dell’agroindustria che se non si chiamano
più Parmalat, da domani, si chiameranno la futura Parmarolo, e tante altre o
peggio ancora  se assumono l’aspetto  dei potenti terminali regionali per i
pagamenti della PAC,  cioè gli organismi pagatori regionali, vere e proprie
macchine di distruzione  della nostra agricoltura .

Il “Movimento” in mille forme  e identità, con la sua rete, continua la  sua
battaglia e vuole dare voce a un'altra prospettiva del settore agricolo del
nostro paese, senza OGM, capace di dare cibo sano e gustoso a prezzi
ragionevoli, difesa del territorio, del clima e della biodiversità , della
cultura, dei saperi, dei  sapori e delle identità, energia elettrica e
calore da fonti rinnovabili e dalla terra, nuovi posti di lavoro qualificato
ed a  giusto reddito a chi lavora la terra.
Per queste ragioni sentiamo il bisogno  politico di impegnarci e sostenere
un programma del settore, alle prossime primarie dell’unione, con un
candidato che ha l’ambizione di realizzare il nostro sogno che è quello di
cambiare  la politica agricola.
Sosteniamo Fausto Bertinotti, a partire dai nostri obiettivi per dare voce
alle aspettative nel comparto agricolo in Europa e in Italia.

In Europa
1. Liberare l'agricoltura europea dal ruolo di ostaggio degli Usa per la
voluta e strategica mancanza di proteine. L'Europa, che ha fatto la triste
scelta dello sviluppo di cereali (esempio riso) a basso prezzo destinati al
mercato mondiale in regimi di dumping, è fortemente deficitaria di vegetali
ricchi di proteine e amidi e soprattutto di piante oleose: nella campagna
commerciale 2003-04, il suo tasso di autosufficienza per colza, girasole e
soia raggiungeva solo il 22% E ciò per evidenti ragioni: durante i negoziati
del Gatt del 1993, ha ottemperato alle esigenze di Washington accettando
(follemente) di limitare a 5,482 milioni di ettari la superficie da
coltivare a piante oleose, così da garantire all'agro-business americano uno
sbocco illimitato per i suoi panelli di soia, che entrano nella Comunità
esenti da ogni diritto doganale. E' dunque agli Stati Uniti e ai paesi
latino-americani che, per l’approvvigionamento della parte proteica, i
contadini europei devono rivolgersi. Ciò è contrario al concetto della
sovranità alimentare e alla nostra idea del ciclo corto.

2. Creare vaste alleanze sociali per imporre il concetto della sovranità
alimentare, buttando al macero tutti gli orpelli delle quote produttive,
retaggio di un passato di Politica Agricola Comunitaria che ha già fatto
troppi danni, in particolare per il nostro paese, basti pensare alla
terribile e vergognosa questione delle quote latte e la criminale gestione
fatta nel nostro Paese. Ogni paese sia libero di produrre per i suoi bisogni
e per i suoi  mercati di riferimento che possono essere locali, come
internazionali,  come nel caso delle produzioni di eccellenza qualitativa,
le DOP,  esempio il grana, e nelle DOC il vino e le produzioni ad alto
valore sociale come il Biologico.

3. Sostenere le fragili economie agricole dei popoli poveri del pianeta
eliminando i privilegi alle esportazione, vergogna immorale che l’Europa dei
mercati e dei banchieri ha sostenuto e sostiene.


4. Attuare politiche agricole  di sostegno strutturali, in senso
solidaristico, fra i vari paesi dell’Europa: case, ponti, stalle, magazzini,
impianti di trasformazione, mercati locali, meccanizzazione dolce, sostegno
alle agricolture virtuose a basso impatto ambientale, ed a lotta integrata,
agricoltura biologica, come pre-condizione a qualsiasi aiuto o contributo.

5. Un’Europa agricola che miri a garantire diritti e reddito per gli
operatori, per i lavoratori, rispetto e benessere per gli animali, qualità e
sicurezza alimentare per i cittadini consumatori e nel contempo apra le sue
porte alle produzioni equo e solidali dei prodotti agricoli del sud del
mondo, capaci di arricchire le nostre tavole e nel contempo essere fonte di
reddito per i paesi in via di sviluppo.

6. Togliere sostegno alle filiere agricole  che non producono alimenti,  ma
che in base a falsi diritti acquisiti (le Quote di carta) vivono di sussidi
garantiti fino al 2013,  che sbancano i bilanci comunitari e svuotano le
tasche dei cittadini lavoratori che pagano le tasse.

7. Aprire decisamente la strada della NUOVA PAC.

Un necessario  scossone al baraccone della Politiche Agricole Comunitarie a
cui hanno già detto basta gli agricoltori francesi e olandesi  con il voto
al referendum sulla costituzione europea, a cui si aggiungono da ormai
cinque lunghissimi anni le lotte dei movimenti.  Un’uscita a sinistra da una
situazione non più difendibile che lasciata  in questo stato di cose, dà
spazio ai liberisti, come Tony Blair, per imporre la logica pura del mercato
e delle sue non-regole e ancor più la cancellazione delle attese etiche e
ambientali del popolo europeo nel settore primario.

E perché  Vogliamo In Italia e nelle nostre Regioni
1. Dire  no agli Ogm, per il sacrosanto diritto del rispetto del  principio
di precauzione e per rispettare la volontà della stragrande maggioranza dei
cittadini del nostro paese e come anche  della maggioranza delle regioni
italiane  e respingere la “coesistenza” proposta da Alemanno.

2. La riqualificazione qualitativa delle filiere produttive agricole
italiane a partire da una politica che accentui l’associazionismo nelle O.P.
(organizzazioni Produttori) rendendoli partecipi alla stesura dei piani di
sviluppo rurali, veri strumenti di politica regionale,   capaci di
introdurre elementi qualificanti per un percorso virtuoso della nostra
agricoltura che da un lato miri a potenziare, qualificare, valorizzare le
produzioni tipiche e  biologiche e dall’altra elevi il grado di
ecocompatibilità delle produzioni agricole convenzionali, introducendo come
pre-requisito la lotta integrata come precondizione ad ogni intervento di
sostegno. Il modello è quello della provincia di Trento che ha  reso
obbligatorio per legge la lotta integrata.

3. Difendere il patrimonio agricolo delle colline e delle montagne,
valorizzazione gli habitat naturali, il potenziamento degli strumenti a loro
difesa come i parchi, le aree protette, la difesa e l’ aiuto ai  piccoli
comuni  quale patrimonio culturale e ricchezza  irrinunciabile per il nostro
futuro.

4. Democratizzare i Consorzi di bonifica ed i Consorzi di tutela ( dove
ancora si vota per censo, come nel medioevo!) in quanto gestori di  beni
sociali e collettivi come l’acqua, la terra, l’aria, le Dop.   La loro
salvaguardia richiede una revisione profonda e urgente, in senso democratico
e partecipativo, delle strutture che sono state costruite per la loto tutela
in quanto gestori di  beni sociali e collettivi.

5. Potenziare e rendere possibile la ricerca  finalizzata all’innovazione e
al potenziamento delle attività nei vari comparti agricoli, alla tutela
della bio-diversità, alla codifica e alle selezioni delle  sementi quale
settore chiave del nostro futuro e in quanto patrimonio nazionale di
bio-diversità.

6. Regolamentare, aiutare, convertire, stabilire, indirizzare l’agricoltura
italiana  al suo nuovo compito epocale  che l’attende: la produzione di
energia termica  per dare una risposta al bisogno crescente di energia da
fonti alternative ai fossili. Energia  rinnovabile da biomasse, dalle
fermentazioni etiliche, dalle spremiture dei cereali, colza, girasole, mais
ecc., per ottenere biodisel che è un prodotto energetico liquido
trasportabile e prontamente sostituibile al gasolio. Tutte attività che ci
vengono richieste e imposte prima dal cambiamento del clima e in secondo
luogo  dal protocollo di Kyoto. In ambito europeo, gli esperti del settore
prevedono, entro il 2010, la possibilità di più di 1 milione e mezzo di
nuovi posti di lavoro nel campo delle energie alternative, un nuovo settore
produttivo capace per quanto possibile di essere una vera alternativa alle
politiche energetiche dei signori della guerra e non meno importante capace
di realizzare anche sul terreno difficile dell’energia il ciclo corto.

7. Sostenere le filiere corte dal campo alla tavola, i gruppi d’acquisto,
aprire con le regioni, le province e i comuni una grande stagione di
iniziative, la creazione di punti di incontro fra campagna e città
rappresentato da spacci comunali, gestiti da cooperative sociali o da
cooperative di agricoltori, che puntino ad essere veri strumenti di
canalizzazione delle produzioni a ciclo corto,  alternative  di mercato alle
politiche di selezione, dominio e profitto sul cibo che attua la grande
distribuzione organizzata.

Guglielmo Donadello
Comitato agricolo nazionale  per il sostegno della candidatura di Fausto
Bertinotti
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N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com



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