rassegna stampa: 87% ITALIANI PREOCCUPATO PER CIO' CHE MANGIA



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da "Green Planet" - 14-7-05
87% ITALIANI PREOCCUPATO PER CIO' CHE MANGIA
Tre quarti sono addirittura ansiosi quando si mettono a tavola. Timori per
chimica, ormoni e OGM

Roma, 14 lug. (Adnkronos Salute) - L’87% degli italiani e’ preoccupato per
cio’ che mangia: considera il sistema di produzione, infatti, ‘’molto
rischioso’’.  Il 76% e’ addirittura ansioso quando si mette a tavola,
fidandosi poco di cibi e bevande e soprattutto di come vengono prodotti e
distribuiti.  Sono alcuni dati, anticipati oggi, della ricerca ‘La
percezione dei rischi alimentari e stili di consumo degli italiani’,
condotta dall’Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali) per il
Movimento di difesa del cittadino. L’indagine, che verra’ presentata
integralmente in autunno, ha coinvolto 751 persone con piu’ di 18 anni,
intervistati nel settembre 2004. Le principali fonti di preoccupazione per
gli italiani a tavola sono i pesticidi (66%), gli ormoni (67,1%) e gli
antibiotici (64,3%) che possono essere contenuti nei cibi. Anche gli Ogm
fanno paura: l’80% li considera pericolosi, il 38,3% si dice ‘’molto
preoccupato’’, il 40,8% ‘’abbastanza preoccupato’’.  E alla domanda se
acquisterebbe pomodori Ogm se costassero meno degli ortaggi naturali, il
94,4% degli italiani risponde ‘’no, in nessun caso’’. Quando si tratta di
mangiare fuori casa, i nostri connazionali si dividono in una maggioranza di
‘’fiduciosi’’ (55,1%) e in una robusta minoranza di ‘’diffidenti’’ (39,5%).
L’uso di prodotti chimici, la presenza di Ogm e le modalita’ di trasporto
sono considerati i principali elementi di rischio nel sistema di produzione
degli alimenti.  E cosi’ il 77,7% degli intervistati si fida di piu’ dei
prodotti artigianali rispetto a quelli industriali.  Diffidenti e
preoccupati, gli italiani corrono ai ripari. Il 70% si dichiara ‘’piuttosto
informato’’ sui corretti comportamenti a tavola.  E questo anche fra le
persone a basso reddito o poco istruite.  Si leggono le etichette (28%), ma
ci si informa anche dal medico (10,8%), da libri, riviste e siti internet
specializzati (10,2%) e dalla tv (10,1%).

Adnkronos Salute, 14 luglio 2005
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