RE: La drammatica situazione degli attivisti per i diritti umani esclusa dal dibattito sull'Afghanistan



Gentili amici,
il testo di questo appello é bellissimo e TUTTO GIUSTO, tranne che per una cosa, che sentiamo il dovere di correggere proprio per rispetto agli attivisti che rischiano la vita ogni giorno in Afghanistan: Yaqub Ibrahimi, lo straordinario giornalista di opposizione, non é ancora all'estero, mentre il fratello Parwiz Kambakhsh - ormai a rischio imminente di vita - é riuscito a lasciare il paese nel 2009.
Yaqub, coraggiosamente, é ancora in Afghanistan, non smette di scrivere e se lascerà il paese sarà una dolorosa sconfitta prima di tutto per lui e poi per tutti i democratici DEL MONDO INTERO, che non sentiranno più la sua diretta testimonianza.
Yaqub non ha vita facile, é contnuamente in pericolo, ma cerca di resistere proprio per farci avere preziose testimonianze.
Grazie per aver fatto girare questo appello. Faremo lo stesso sul nostro sito di riferimento: osservatorioafghanistan.org
Cristina Cattafesta (per conto dell'Associazione CISDA - Coordinamento Ityaliano Sostegno Donne Afghane)

 
> Date: Wed, 4 Aug 2010 13:02:15 +0200
> From: info at gfbv.it
> To: dirittiglobali at peacelink.it; conflitti at peacelink.it; nodo-bz at liste.retelilliput.org
> Subject: La drammatica situazione degli attivisti per i diritti umani esclusa dal dibattito sull'Afghanistan
>
> Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
> www.gfbv.it/2c-stampa/2010/100804it.html
>
> Afghanistan
> La drammatica situazione degli attivisti per i diritti umani esclusa dal
> dibattito sull'Afghanistan
>
> Bolzano, Göttingen, 4 agosto 2010
>
> L'Associazione per i Popoli Minaccaiti (APM) critica fortemente le gravi
> lacune presenti nei dibattiti sull'Afghanistan seguiti alla
> pubblicazione dei diari di guerra americani da parte di WikiLeaks (25
> luglio) e alla Conferenza di Kabul del 20 luglio. Il dibattito
> internazionale ignora completamente il coraggioso impegno degli
> attivisti per i diritti umani afghani a favore della democratizzazione
> del paese e del rispetto dei diritti umani. Affinché l'Afghanistan possa
> trasformarsi veramente in uno stato di diritto, la comunità
> internazionale dovrebbe finalmente smettere di allearsi con i vari
> signori della guerra operanti nel paese e dare invece sostegno e forza
> agli attivisti per i diritti umani afghani che attualmente lavorano in
> condizioni drammatiche rischiando quotidianamente la propria vita.
>
> Di fatto i potenti signori della guerra utilizzano il sistema giuridico
> islamico per mettere a tacere giornalisti critici e attivisti per i
> diritti umani. Regolarmente accusati e processati in base a false
> accuse, gli attivisti vengono costretti a fuggire all'estero. Una delle
> molte vittime di questa strategia è stato il fratello del giornalista
> Sayed Yaqub Ibrahimi che in base a false accuse è stato condannato a 20
> anni di carcere per vilipendio della religione. Sayed Yaqub Ibrahimi è
> tra i più noti giornalisti impegnati nel rendere noti i crimini commessi
> dai signori della guerra. Nel 2009 si è visto costretto a fuggire
> all'estero insieme al fratello. Le violazioni dei diritti umani non
> vengono però commesse solo dai signori della guerra, anche l'attuale
> presidente afghano Hamid Karzai utilizza i suoi poteri per mettere a
> tacere voci scomode. Karzai ha infatti proibito la pubblicazione del
> libro "Buona notte presidente" in cui la giornalista Mahsa Taee fa luce
> sulla corruzione e l'abuso di potere all'interno del suo governo. Fatta
> terra bruciata attorno alla giornalista, alla Taee non è rimasta che la
> fuga all'estero.
>
> I diari di guerra americani documentano il crescente rafforzamento del
> potere dei signori della guerra grazie al sostegno ottenuto dalla
> comunità internazionale. L'Europa non fa eccezione. Una nota del 17
> luglio 2009 documenta come il governatore Atta, uno dei maggiori partner
> della Germania nel nord dell'Afghanistan, esorti i guerrieri Taliban a
> commettere attacchi e aggressioni nella provincia di Balkh con il fine
> di mettere a nudo la debolezza di Karzai, colpevole probabilmente di non
> aver nominato Atta suo vicepresidente come in un primo momento sembrava
> dovesse avvenire. L'APM accusa Atta di persecuzioni etniche e omicidi
> politici contro rappresentanti della minoranza pashtun nel nord del paese.
>
> L'APM vuole ricordare all'Europa gli impegni presi per lo sviluppo
> dell'Afghanistan così come sono stati formulati per la prima volta
> durante la conferenza di Petersberg del 5 dicembre 2001. Tra questi
> impegni risultano il disarmo delle milizie illegali e la punizione dei
> criminali di guerra. E' insopportabile e inconcepibile che le truppe
> alleate continuino a girarsi dall'altra parte ogni qualvolta delle
> truppe armate commettano gravi violazioni dei diritti umani. L'APM si
> appella ai governi dei paesi europei impegnati in Afghanistan affinché
> perlomeno si impegnino nel disarmo delle milizie nella tutela delle
> minoranze e dei diritti umani in generale. Gli attivisti per i diritti
> umani afghani come Sayed Yaqub Ibrahimi e Mahsa Taee non possono
> continuare ad essere ignorati mentre la violenza dei signori della
> guerra fa sprofondare sempre più il paese, con l'implicito sostegno
> della comunità internazionale.
>
> Vedi anche in gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2010/100127it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2009/091029it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090327ait.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090205it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090129it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2009/090119it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2008/081219it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2008/081217it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2008/081202it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2008/081001it.html |
> www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080919it.html |
> www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/afghan-maed-it.html |
> www.gfbv.it/3dossier/asia/afghan/omid-it.html
> in www: http://wardiary.wikileaks.org |
> www.iwpr.net/programme/afghanistan |
> http://it.wikipedia.org/wiki/Afghanistan | www.shuhada.org |
> www.aihrc.org.af
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