Re:Torino,15 marzo ore 21.30 Riunione degli aderenti alla Campagna per il boicottaggio accademico e culturale di Israele



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Date      : Thu, 4 Mar 2010 15:01:08 +0100
Subject : Torino,15 marzo ore 21.30 Riunione degli aderenti alla Campagna per  il boicottaggio accademico e culturale di Israele


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Segnalo il Monitoraggio che da anni “Civium Libertas” conduce su “Informazione Corretta”, e qui in particolare sulla settimana in questione:

http://civiumlibertas.blogspot.com/2010/03/le-universita-europee-contro-israele.html




> Questa email è inviata a tutti coloro che hanno aderito alla campagna di
> boicottaggio accademico e culturale di Israele promossa da ISM-Italia
> 
> La campagna ha subito un rallentamento per i numerosi impegni di fine e
> inizio anno.
> 
> Si tratta ora di fare il punto e decidere come procedere.
> 
> In questi giorni è in corso il lancio di una campagna diversa a cura di un
> gruppo di docenti perfettamente a conoscenza del lavoro che come ISM-Italia
> stavamo facendo.
> 
> Una campagna che non parla di boicottaggio ma che si rivolge alle università
> palestinesi, vedi di seguito un articolo apparso ieri sul corriere della
> sera.
> 
> Per fare il punto si terrà una riunione a Torino il 15 marzo alle ore 21.30
> nei pressi di piazza Barcellona (comunicheremo al più presto l´indirizzo
> preciso) alla quale ha assicurato la sua partecipazione Gianni Vattimo.
> 
>  Vi invieremo al più presto ulteriore documentazione.
> 
> Quanti non potranno essere presenti riceveranno un verbale sommario con
> l´invito a intervenire per arrivare in modo collettivo alle decisioni più
> opportune.
> 
> Alfredo Tradardi
> 
> p.s utile una conferma della partecipazione alla riunione
> 
> Da www.informazionecorretta.it
> 
> 03.03.2010      Uno schiaffo alla libertà di pensiero
> 
> Ecco che cos'è la settimana contro l´apartheid di Israele. Cronaca di
> Antonio Carioti, commento di Paolo Lepri
> 
> 
> 
> Testata: Corriere della Sera
> 
> Data: 03 marzo 2010
> 
> Pagina: 19
> 
> Autore: Antonio Carioti - Paolo Lepri
> 
> Titolo: «Le università alla 'guerra' contro Israele - Università europee
> contro Israele. Schiaffo alla libertà di pensiero»
> 
> 
> 
> Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/03/2010, a pag. 19, la
> cronaca di Antonio Carioti dal titolo " Le università alla 'guerra' contro
> Israele ", a pag. 14, il commento di Paolo Lepri dal titolo " Università
> europee contro Israele. Schiaffo alla libertà di pensiero ". Ecco i due
> articoli:
> 
> 
> 
> Antonio Carioti : " Le università alla 'guerra' contro Israele "
> 
> 
> 
> 
> 
> Università di Bologna, una di quelle che hanno aderito al boicottaggio
> 
> 
> 
> Sono Pisa, Roma e Bologna le tre università italiane nelle quali, come in
> altri 42 atenei del mondo, si stanno svolgendo iniziative legate alla sesta
> Israeli Apartheid Week. Quest´anno l´evento, che termina domenica prossima,
> ha per tema «Boicottaggio, disinvestimento, sanzioni»: una proposta di
> attuare contro Israele misure punitive come quelle che colpirono il
> Sudafrica, non solo sul piano economico, ma anche in campo culturale e
> accademico. Su questo però non tutti gli aderenti italiani all´Israeli
> Apartheid Week concordano.
> 
> 
> 
> «Ho promosso con altri colleghi- chiarisce Danilo Zolo, giurista dell´ateneo
> di Firenze che partecipa alla manifestazione di Pisa - un appello in cui non
> si parla affatto di boicottaggio nei riguardi delle università israeliane,
> che sono spesso istituzioni prestigiose, nelle quali operano centinaia di
> docenti pacifisti o antisionisti. Una campagna del genere non avrebbe senso.
> Chiediamo invece di intervenire a favore degli undici atenei palestinesi,
> che sono in condizioni tragiche, attraverso iniziative di cooperazione
> didattica e scientifica».
> 
> 
> 
> In effetti il documento, sottoscritto anche da Angelo Baracca (fisico
> dell´ateneo di Firenze), Giorgio Gallo (informatico dell´università di
> Pisa), Giorgio Forti (biologo dell´ateneo di Milano) e Martina Pignatti
> Morano (docente di Scienze per la pace dell´università di Pisa), s´intitola
> «Diritto allo studio e libertà accademica in Palestina» e si sofferma
> soprattutto sulle sofferenze e le restrizioni subite da docenti e studenti
> in Cisgiordania e a Gaza. Non mancano tuttavia le accuse alle «principali
> istituzioni accademiche israeliane», cui si rimprovera di non aver «assunto
> una posizione neutrale e apolitica nel conflitto» e di aver fornito e
> rivendicato «il sostegno della ricerca scientifica alle istituzioni
> governative e militari» del loro Paese.
> 
> 
> 
> Più radicale la posizione della storica torinese Diana Carminati, che
> partecipa alle iniziative di Bologna e ha pubblicato lo scorso anno, per
> l´editrice DeriveApprodi, un libro a quattro mani con Alfredo Tradardi dal
> titolo Boicottare Israele: «In Italia siamo molto indietro rispetto al mondo
> anglosassone nella denuncia del sionismo e delle complicità tra le
> università e l´apparato militare israeliano. Eppure vi sono progetti di
> ricerca suscettibili di applicazioni belliche, per esempio nel settore delle
> nanotecnologie, cui partecipano anche istituzioni del nostro Paese. Si
> tratta ovviamente di rifiutare i rapporti istituzionali con gli atenei
> israeliani, non certo i contatti personali con i singoli studiosi. Vorrei
> ricordare peraltro che i primi a proporre il boicottaggio accademico, a
> partire dal 2002, sono stati docenti ebrei e israeliani: i coniugi Hilary e
> Steven Rose, il giurista Richard Falk, la linguista Tanya Reinhart, lo
> storico Ilan Pappé».
> 
> 
> 
> Dal canto suo Giorgio Gallo, firmatario dell´appello di Zolo, ribadisce che
> l´idea del boicottaggio lo lascia molto perplesso: «Non si può certo pensare
> di chiudere gli studiosi israeliani in un ghetto. Semmai bisogna spingerli a
> pronunciarsi con chiarezza sulla situazione della Cisgiordania e di Gaza,
> dove la popolazione palestinese è priva di diritti e i loro colleghi delle
> università arabe sono soggetti a intollerabili limitazioni di tutte le loro
> libertà per via del regime di occupazione imposto dal governo d´Israele».  C´è
> poi chi, nel mondo accademico, contesta aspramente l´intera iniziativa. Per
> esempio lo storico Massimo Teodori: «Posizioni del genere sono del tutto
> prive di fondamento, poiché non tengono conto del fatto che Israele è
> l´unico Stato di diritto, dotato di istituzioni democratiche, dell´intera
> area mediorientale. Ed è completamente assurdo accomunare all´apartheid del
> Sudafrica razzista le severe misure di sicurezza adottate da Israele nei
> territori occupati, necessarie per impedire gli attacchi stragisti dei
> kamikaze palestinesi, che hanno colpito in passato e ancora cercano di
> colpire con estrema ferocia la popolazione civile dello Stato ebraico».
> 
> 
> 
> Paolo Lepri : " Università europee contro Israele. Schiaffo alla libertà di
> pensiero "
> 
> 
> 
> 
> 
> A. B. Yehoshua, Amos Oz, David Grossman
> 
> 
> 
> Mentre anche la Siria, secondo a quanto anticipa oggi il quotidiano Haaretz,
> sta nuovamente valutando la possibilità di arrivare presto a un accordo di
> pace con il governo Netanyahu, le università europee hanno dichiarato invece
> la nuova, solita guerra. Una guerra annuale che dura sette giorni, la
> «Settimana contro l´apartheid di Israele».
> 
> 
> 
> Niente pompelmi (forse andavano meglio quelli prodotti in Sudafrica dagli
> amici di Pieter Botha), ma anche sanzioni, boicottaggio economico, e
> soprattutto isolamento culturale.
> 
> 
> 
> Perché, infatti, fare circolare film come Valzer con Bashir o Lebanon e
> confrontarsi con le idee dei loro autori? Meglio farli tacere, come il
> regime iraniano sta tentando di fare con il loro collega Jafar Pahani,
> arrestato ieri mattina a Teheran. Meglio ignorare la quantità impressionante
> di pensiero critico che gli intellettuali israeliani hanno prodotto in
> questi anni, riuscendo non di rado a bloccare o moderare le spinte più
> intransigenti della politica e dei settori meno concilianti dell´opinione
> pubblica. La tentazione sarebbe quella di lasciar correre, di ignorare
> queste forme aggressive di ostilità minoritaria. Ascoltando magari proprio
> la grande lezione di Amos Oz, che disse un giorno: «Se parlassi sempre di
> fanatismo diventerei fanatico io stesso». Certo. Ma bisogna anche evitare di
> guardare dall´altra parte, ragionando naturalmente senza livore e senza
> dogmatismi, non dimenticando che in Medio Oriente i torti superano ormai da
> tempo le ragioni.
> 
> 
> 
> Quello che sta accadendo nella «Settimana contro l´apartheid di Israele» a
> Roma, Pisa, Bologna, Amsterdam, Toronto, Londra, è però un insulto alla
> dialettica culturale, uno schiaffo immeritato a quella libertà di pensiero
> che uomini come Oz, Abraham Yehoshua, David Grossman hanno sempre difeso con
> forza e con coerenza. Come hanno nello stesso tempo difeso senza esitazioni
> la loro patria da tutti quelli che la volevano e la vogliono distruggere.
> 
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