Re[2]: Nuove paci






On 09/19/2008 at 08:46 Ass. popoli minacciati / Ges. bedrohte Voelker wrote:

>Come non essere d'accordo su quanto scrive danilo d'antonio? Noi non 
>stiamo proponendo una soluzione a un problema grande: stiamo portando 
>all'attenzione del pubblico un problema che non e' solamente religioso, 
>non e' solamente etnico, non e' solamente economico, non e' solamente di 
>classe. E' tutto questo messo insieme. Stiamo segnalando la svolta 
>sempre piu' radicale dei conservatori Hindu', l'oppressione verso le 
>minoranze in nome di una supremazia soprattutto economica, nel nome di 
>uno sviluppo che non puo' tenere conto di popoli indigeni, caste 
>"innominabili", minoranze varie. Spero che a tutti sia chiara la 
>pericolosita' di una svolta simile tanto piu' in un "continente" come 
>quello indiano, non uno stato di poche centinaia di milioni di persone.
>Ben vengano comunuqe le riflessioni su cosa fare per la pace partendo da 
>noi stessi, dalle nostre azioni piu' elementari.
>Saluti
>mauro di vieste




Caro Mauro,

ti ringrazio molto per aver letto le mie parole. Mi scuso pure per la rozzezza con la quale ho espresso quelle idee. A discolpa della brutalità che a volte uso c'è il fatto che la maggior parte di coloro che pure si definiscono progressisti non si confrontano e facendo finta di nulla, forti di essere parte di una cricca ben consolidata, se n'enfichano delle critiche e continuano a sbagliare.

Un negativo esempio di questo tipo è dato dal fatto che questa obiezione, per altro più che giustificata ed espressa più che gentilmente, non ha mai ricevuto risposta dagli interessati:
http://liste.decrescita.it/wws/arc/decrescita/2008-04/msg00007.html
Chi conosce queste persone può invitarli a confrontarsi in un comune interesse.


Ma torniamo alla pace, perché se si apre un confronto sulle strategie di pace c'è parecchio allegro lavoro da fare e positivi risultati da raccogliere.

Innanzitutto apprezzo molto la nuova esposizione dei fatti che riporti sopra. Non conosco quel mondo, ma certamente vi sono i soliti potenti che le suonano ai più deboli. Ed allora direi che nell'esposizione di fatti simili, ma anche di qualsiasi altro tipo, quantomeno per non peggiorare le cose debba essere necessariamente evitato (se si vuole la pace) ogni riferimento alle rispettive superstizioni dei litiganti. 

L'elemento superstizioso va eliminato dalla cultura e dall'uso, soprattutto dimenticandolo, omettendolo vista la pericolosità dei superstiziosi. Questo è fattore prioritario e sine qua non si avrà mai nessuna pace vera e quindi duratura. E noi veri progressisti, per primi dobbiamo badare a NON ALIMENTARE l'elemento, il fattore, il distinguo superstizioso. Noi veri progressisti dobbiamo considerare le persone per quello che sono o dovrebbero essere ed è bene divengano: esseri umani lindi e puri, privi di distinzioni che possano differenziarli gli uni dagli altri e per questo contrapporli gli uni contro gli altri.


Si tratta inoltre di chiamare le cose col loro esatto nome. Il SENTIMENTO RELIGIOSO è qualcosa di importante ma un conto è che esso si basi sulla realtà delle cose ed un conto su superstizioni. A questo proposito cito:

"Con il termine superstizione si indicano credenze di natura irrazionale che possono influire sul pensiero e sulla condotta di vita delle persone che le fanno proprie ... Nel significato originario (Cicerone) indicava coloro che insistentemente si rivolgevano alla divinità con preghiere, voti e sacrifici, affinché li serbassero "superstiti" (cioè sani e salvi). Da qui il termine, come espressione di atteggiamento di pavido uso del soprannaturale con lo scopo di scamparla ... Dalle varie dottrine religiose vengono normalmente bollate come superstizioni le teorie e credenze non condivise, oppure teorie e credenze desuete o divenute palesemente inaccettabili ..."

tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Superstizione


Quindi a noi veri progressisti sta il compito di sviluppare un sano sentimento religioso mentre dobbiamo lasciare che le superstizioni che ne annichiliscono i benefici effetti scompaiano dalla cultura e dalla pratica. Ad esempio in un comunicato si può dire, come giustissimamente dici sopra, che i più potenti menano i più deboli, ma senza MAI definirli coi loro vecchi nomi superstiziosi.


Sono proprio quei nomi e qualifiche
che spesso conferiscono ai potenti
un inesistente diritto di menare i deboli
e costringono questi ultimi
ad un autolesionista sacrificio di prenderle.


Ma il compito più importante bello e coinvolgente di noi progressisti moderni, non retrogradi, non superstiziosi, sta nel costruire una cultura religiosa su basi scientifiche. Sta nell'estrapolare quanto di buono v'è da ogni esistente od esistita cultura ripulendola da ogni orpello superstizioso. Ed una volta conosciuta bene la materia permearne le istituzioni ed organizzazioni della nostra società rinnovandole, e quindi rinnovandoci, nel profondo.


Il mondo comincerà a cambiare in quello stesso istante in cui noi progressisti avremo iniziato a percorrere nuove strade.

Non prima, questo è certo.


Ti abbraccio forte, con gran stima e gratitudine, ciao,

danilo