L'America di oggi: il principale "Stato canaglia"



Una denuncia lucida e vibrante dei pericoli dell'egemonia dello "sceriffo americano" nel mondo del dopo 11 settembre.
"Gli Stati Uniti sono ciò che si definisce uno 'stato fallito'. Hanno formalmente delle istituzioni democratiche, che funzionano ormai a malapena."
In questi anni l'invasione dell'Iraq vissuta all'inizio come un'operazione priva di difficoltà si è rivelata una trappola sempre più pericolosa per l'invasore, costretto ad affrontare uno stillicidio di perdite: "Non è da tutti riuscire a fallire in una cosa di questo genere, occorre un vero talento". E gli americani hanno dimostrato di possedere questo non invidiabile talento.
Nel suo inimitabile stile, Chomsky analizza le questioni cruciali della politica interna ed estera degli Stati Uniti, servendosi di un linguaggio molto esplicito e di immagini e metafore estremamente vivide. L'atteggiamento degli Stati Uniti di fronte agli altri Paesi del mondo, per esempio, è assimilato a quello di un capomafia: "Il padrino deve assicurarsi che la gente capisca chiaramente che il boss è lui. Nessuno deve permettersi di intralciargli la strada"; e se qualcuno osa contraddirlo che sia Castro, Miloevic o Saddam -, manda i suoi sgherri a rompergli le ossa, perché "tutti devono comprendere chiaramente che non ci si può permettere di sfidare chi comanda".
Ma in questo modo, sottolinea Chomsky, l'America non fa altro che presentarsi agli occhi del mondo come l'autentico "Stato canaglia", la più grande minaccia per la pace, alimentando così la corsa al riarmo e il terrorismo stesso. Solo se gli Stati Uniti riusciranno a cambiare dall'interno, diventando almeno "democratici come il Brasile", si potranno superare le minacce che incombono sulla Terra del XXI secolo.
 
Anteprima del libro di Chomsky Noam, Barsamian David: