Uganda: il silenzio dell'Europa minaccia la sopravvivenza della popolazione civile



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
www.gfbv.it/2c-stampa/2006/061006it.html

Tre mesi di trattative per la pace per il Nord Uganda
Il silenzio dell'Europa minaccia la sopravvivenza della popolazione civile

Bolzano, Göttingen, 6 ottobre 2006

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) ha accusato l'Unione Europea di minacciare con il suo silenzio e la sua inattività le trattative di pace per l'Uganda del Nord. Il disinteresse europeo è irresponsabile e rischia di comportare il fallimento del processo di pace nonché una nuova ondata di terrore e di violazioni dei diritti umani. La Comunità internazionale dimostra tutto il suo cinismo quando definisce la situazione dei bambini in Uganda del Nord come "la peggiore tragedia umanitaria a livello mondiale" e contemporaneamente non intraprende assolutamente nulla di concreto per cambiare lo stato delle cose e sostenere il processo di pace.

Fin dall'inizio delle trattative, tre mesi fa, nessun ministro degli esteri europeo si è preso almeno qualche ora di tempo anche solo per sottolineare a Kampala l'interesse europeo per una pace duratura. Deludente anche la reazione della presidenza europea finnica che il 28 agosto in occasione della firma dell'armistizio in Uganda del Nord ha pubblicato una dichiarazione di appena cinque righe. Dopo il rapimento di almeno 20.000 bambini e il loro sfruttamento come bambini soldato, dopo i crimini contro l'umanità commessi dalla Lord's Resistance Army (LRA), dopo la messa in fuga e il rifiuto dell'esercito regolare ugandese di garantire la tutela a circa 2 milioni di persone appartenenti al gruppo degli Acholi, ora l'Europa dimostra ancora una volta la propria incapacità nel contribuire a una soluzione dei conflitti nell'Uganda del Nord. La messa a disposizione dei soli aiuti umanitari non può bastare.

Dal 14 luglio 2006 i rappresentanti del governo ugandese e del movimento della LRA trattano nella città sudsudanese di Juba sulla fine di una guerra che imperversa nel paese da ormai 20 anni. Se il 28 agosto le due parti si erano accordate per un armistizio, ora le trattative sembrano minacciate dalle reciproche accuse di violazione della tregua. L'Europa deve finalmente e urgentemente dimostrare il proprio interesse per una pace duratura nell'Uganda del Nord e in modo inequivocabile deve segnalare alle parti in causa che non c'è alternativa alle trattative di pace. L'UE dovrebbe infine mettere a disposizione mezzi finanziari per le parti in causa, legati però a un processo che porti a una pace duratura.

Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060829it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060714it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060613it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060210it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060206it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060124it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/051223it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/051116it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050919it.html | www.gfbv.it/3dossier/africa/uganda-it.html | www.gfbv.it/3dossier/africa/pigmei.html | www.gfbv.it/3dossier/africa/ruanda-it.html | www.gfbv.it/3dossier/africa/ruanda/ruanda.html

* www: www.africa-union.org | www.monuc.org/Home.aspx?lang=en | www.ictr.org | www.child-soldiers.org