iraq : I risultati del voto



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Sono stati annunciati il 13 febbraio, con tre giorni di ritardo rispetto alla data prevista, e due settimane dopo la chiusura dello scrutino, i risultati elettorali delle votazioni del trenta gennaio.

La commissione elettorale indipendente (www.ieciraq.org) aveva già fatto sapere, per bocca del suo portavoce Fard Ayyar, che ci sarebbe voluto un tempo molto lungo per ottenere delle cifre certe.

Anche le cifre annunciate oggi,del resto, sono state indicate come provvisorie. Solo tra 48 ore, se non ci saranno opposizioni, potranno essere considerate definitive.

Le precauzioni prese dalla Commissione certificano bene il clima di indiscrezioni, dati erronei, smentite, che ha caratterizzato tutto il processo elettorale.

A partire dai dati della popolazione registrata per il voto, che in mancanza di meglio sono stati fatti coincidere con la popolazione accreditata per le tessere annonarie.

In un primo tempo, infatti, per gli elettori iracheni in patria, così come per quelli all'estero, era prevista la registrazione preventiva per poter accedere al seggio elettorale. A fronte della difficoltà di far registrare le persone, si è scelto ( ma senza troppa pubblicità, anzi con una quasi - omissione) di adottare questo secondo metodo.

Anche le cifre relative ai votanti sono state oggetto di polemica nella giornata del voto, con il frettoloso annuncio fatto da Ayyar di un 72% di votanti, coincidente con quello annunciato da Bush. Cifra poi ridotta al 60%, molto vicina al 58% annunciato infine oggi (8.456.266 elettori.) .

Le indiscrezioni e i dati provvisori diffusi in questi giorni davano comunque la maggioranza dei seggi alla lista sciita legata ad Ali Al Sistani, un secondo posto alla lista unificata kurda e infine un distanziato terzo posto per la lista dell'attuale primo ministro ad interim Iyad Allawi. Previsioni rispettate, ma solo parzialmente. Se infatti si ipotizzava un 60% di consensi per la lista sciita, cifra altissima e che avrebbe permesso la costituzione di un governo senza ricorso alle alleanze con altri partii o coalizioni, la percentuale si è ridotta con l'annuncio dei dati ufficiali. Pur mantenendo il primato, la lista di Al Sistani ottiene il 47, 6 %, corrispondente a 132 seggi su 275.

Maggioranza, ma non assoluta.

Al secondo posto i kurdi, con il 25,7 per cento, e poi la lista di Iyad Allawi, con il 18,3 per cento.

Impossibile quindi costituire un governo senza ricorrere ad alleanze.

La partita peggiore la giocherà comunque Allawi, a cui non basterebbe l'alleanza con i kurdi, neppure se ai loro voti aggiungesse quelli del presidente ad interim Yawari, che ha ottenuto solo il 5 per cento dei consensi.

Nei giorni scorsi Allawi ha tentato di giocare le sue carte per costruire un'alleanza con i kurdi, ma per il momento senza risultati. I kurdi del resto avevano già intuito di poter diventare l'ago della bilancia e preferiscono per ora non assumere posizioni a favore o contro nessuna delle liste.

Ma la recente dichiarazione di Jalal Talabani di volersi candidare alla presidenza del paese, indica quale sarà la contropartita per una eventuale alleanza.

Un elemento di novità però potrebbe venire dalla norma 17 della legge elettorale, che secondo alcuni prevede che dall'Assemblea dovrebbe venir escluso chi ha ottenuto meno di 30.750 voti. Se così fosse, lel iste maggiori si spartirebbero i voti di quelle che non hanno ottenuto il quorum. La ripartizione effettiva dei seggi viene infatti effettuata sulla base di un calcolo di divisione del numero totale dei voti ottenuti dalle dodici liste che hanno superato la soglia di sbarramento per il numero dei seggi in parlamento.

Gli sciiti potrebbero quindi ottenere 140 seggi, e il controllo del futuro Parlamento.





(a cura di Paola Mirenda)



I probabili seggi in Parlamento



L' Alleanza unificata irachena guidata dal grande ayatollah sciita Ali al Sistani: 132 seggi.

L' Alleanza curda formata dai due grandi partiti curdi, il Partito democratico del Kurdistan (Pdk) e l'Unione patriottica del Kurdistan (Upk): 71 seggi.

La lista del primo ministro uscente Iyad Allawi (sciita laico): 38 seggi.

La lista del presidente uscente, il sunnita Ghazi al-Yauar: 5 seggi.

La lista dell' Alleanza del fronte turcomanno d' Iraq: 3 seggi.

La lista dei Quadri e delle elite nazionali indipendenti, vicina al leader radicale sciita Moqtada Sadr: 2 seggi.

La lista dell' Unione del popolo (comunista): 2 seggi.

La lista del Gruppo islamico del Kurdistan: 2 seggi.

la lista dell' Organizzazione dell' azione islamica in Iraq - Direzione centrale (sciita): 1 seggio.

La lista dei democratici indipendenti del sunnita Adnan Pachachi: 1 seggio.

la lista nazionale della Mesopotamia (cristiana): 1 seggio.

La lista del Movimento di riconciliazione e di liberazione, del sunnita Michaane al Juburi: 1 seggio.



(Ansa, 13 febbraio 2005)