X anniversario del genocidio di Srebrenica: l'Ue non tradisca una seconda volta i familiari delle vittime



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COMUNICATO STAMPA
CS85-2005

X ANNIVERSARIO DEL GENOCIDIO DI SREBRENICA: L'UE NON TRADISCA UNA SECONDA
VOLTA I FAMILIARI DELLE VITTIME, CHIEDE AMNESTY INTERNATIONAL

In una lettera inviata oggi alla presidenza britannica dell'Unione europea
(Ue), in occasione del decimo anniversario di quella che e' stata
descritta come la piu' grande atrocita' commessa in Europa dalla fine
della II guerra mondiale, Amnesty International chiede all'Ue di non
tradire una seconda volta la popolazione di Srebrenica, rimanendo a
guardare mentre criminali di guerra girano apparentemente intoccabili nei
territori controllati dalle Forze dell'Ue (Eufor).

Nella lettera a Jack Straw, Dick Oosting (direttore dell'ufficio di
Amnesty International presso l'Ue) afferma di condividere le opinioni
espresse di fronte al Parlamento europeo, lo scorso 7 luglio, dal ministro
per l'Europa del governo del Regno Unito, Douglas Alexander, ovvero che la
responsabilita' finale di sottoporre a giustizia i responsabili del
genocidio di Srebrenica ricada sulle autorita' locali. 'Tuttavia' - scrive
Oosting - 'non possiamo fare a meno di notare con amarezza che nel
messaggio della presidenza britannica al Parlamento europeo e' mancato il
riconoscimento della responsabilita' dell'Eufor in Bosnia ed Erzegovina di
ricercare, arrestare e trasferire all'Icty gli autori di tali crimini'.

Quando, nel dicembre 2004, e' subentrata alla Forza di stabilizzazione a
guida Nato (Sfor), all'Ue e' stato conferito il mandato di ricercare
attivamente le persone incriminate dall'Icty per genocidio, crimini di
guerra e crimini contro l'umanita', nonche' di coordinare le proprie
attivita' con le restanti forze Nato presenti in Bosnia ed Erzegovina, al
fine di arrestare gli indiziati e trasferirli sotto la custodia dell'Icty.
Tuttavia, mentre la presidenza olandese dell'Ue, nel dicembre 2004, aveva
assicurato ad Amnesty International che l'Eufor avrebbe fornito assistenza
all'Icty, da allora nessuno dei principali indiziati e' stato arrestato e
non vi e' alcun elemento che faccia pensare che l'Eufor stia attivamente
cercando di rispettare questa parte dei suoi obblighi previsti
dall'accordo di pace di Dayton.

Sebbene le operazioni condotte dall'Eufor insieme alla polizia locale
abbiano in qualche caso portato alla cattura di sospetti criminali di
guerra incriminati da tribunali locali, le dieci persone incriminate
dall'Icty (tra cui l'ex leader dei serbi di Bosnia Radovan Karadzic e gli
ex generali serbo-bosniaci Ratko Mladic e Zdravko Tolimir) sono ancora a
piede libero, probabilmente nella Republika Srpska o in Serbia.

'Amnesty International le chiede' - si legge nella conclusione della
lettera - 'di inviare ai familiari delle vittime di Srebrenica un
messaggio di speranza: che l'Ue fara' tutto cio' che e' in suo potere per
porre fine alla loro angosciosa attesa di vedere assicurati alla giustizia
coloro che assassinarono i loro figli e mariti dieci anni fa'.

Questa sera, ad Ancona, Amnesty International ricordera' le vittime di
Srebrenica e la necessita' di fare giustizia con una fiaccolata che
partira' alle 20.30 da piazza Kennedy.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 11 luglio 2005

Per ulteriori informazioni, interviste e approfondimenti:
Amnesty International Ufficio Stampa
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