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Potrebbe un esperimento distruggere la Terra?



Report - Rai3

Potrebbe un esperimento distruggere la Terra?
di: Milena Gabanelli

 Alla periferia di Ginevra c'è il Cern, il più grande laboratorio
scientifico del mondo. Ha quarantasei anni di vita, ci lavorano settemila
scienziati, è finanziato da venti paesi europei e l'Italia partecipa con una
quota di centocinquanta miliardi l'anno previsti dalla finanziaria.

Sotto al laboratorio c'è un anello acceleratore di ventisette chilometri,
dentro questo anello si fanno esperimenti per studiare l'origine della
materia. Questi esperimenti finora non hanno prodotto alcun risultato
applicabile alla nostra vita pratica, ma le ricadute che derivano dalle
tecnologie usate negli esperimenti sono enormi, fra tutte il web che è nato
proprio al Cern. Qui fra quattro anni entrerà in funzione un acceleratore di
particelle, si chiama LHC: consiste nel far entrare in collisione frontale
ad energie altissime mai sperimentate prima particelle particolari. Queste
condizioni estreme permetteranno di avventurarsi nello sconosciuto.

Così sconosciuto da suscitare inquietanti interrogativi da parte di
autorevoli scienziati.

Mario Bruschi - Fisico - Università La Sapienza di Roma:
"Alcuni fisici teorici dicono che vi è una possibilità che nel corso
dell'esperimento si verifichi una situazione tale da portare alla
distruzione dell'intero genere umano, delle piante, degli animali di tutto
pianeta. Questo è il rischio, questo il pericolo a cui si può andare
incontro".

Alvaro De Rujula - Fisico - Cern di Ginevra:
"I rischi remoti che si sono discussi sono almeno tre. Uno è che durante una
di queste collisioni di particelle contenenti molta energia, si formi un
buco nero. Il buco nero è un oggetto che può assorbire tutto ciò che lo
circonda senza sputare fuori niente. Ad esempio può inghiottire la Terra,
stessa. È una probabilità così remota che l'esperimento fallisca, che se
anche tutti i paesi del mondo decidessero di fare questo esperimento non ci
sarebbero rischi per nessuno.
L'unica cosa che ha destato più preoccupazione nella discussione riguardo le
esperienze legate al LHC ha a che vedere con le collisioni che si faranno
tra grossi nuclei atomici, perchè alcuni scienziati hanno pensato che esse
potrebbero generare un nuovo stato nucleare simile al buco nero, in grado di
inghiottire ciò che lo circonda, compresa la Terra."

Carlo Bernardini - Fisico - Università La Sapienza di Roma;
"In questi esperimenti si produce della materia che in natura non esiste.
Questa materia può avere la proprietà di essere onnivora, nel senso che
comincia ad assorbire la materia intorno e a trasformarla in materia di
questo nuovo tipo. Crea una sorta di valanga che naturalmente è
incompatibile con la vita e con una infinità di cose. Il rischio è quello."



"Nessuno può distruggere questa materia?"

Carlo Bernardini:
"E come si fà? Una volta che la materia cresce, se l'accrescimento è molto
rapido...non sappiamo nulla di quello che potrebbe accadere..."

Alvaro De Rujula:
"La fisica nucleare la capiamo un po' meno bene, in questo caso non possiamo
fare dei calcoli completamente convincenti da poter dire che queste cose non
si produranno."

"Secondo i fisici teorici da quando l'universo esiste i raggi cosmici nella
galassia si sono scontrati miliardi di volte, esattamente come avverrebbe
nell'esperimento, e non è mai successo nulla di catastrofico."

Carlo Bernardini:
"Il problema è che si può escludere che questo avvenga, cioè escludere con
sicurezza o si può solo dire che è probabile che non avvenga; sono due cose
molto diverse."

"E qual è la risposta?"

Carlo Bernardini:
"La risposta è che è molto probabile che non avvenga, e questo è un po'
brutto...".

"Ma gli esperimenti che si faranno qui al Cern sono totalmente sicuri?"

Alvaro De Rujula:
"No certo. Non so cosa vuol dire un esperimento sicuro. Se un esperimento
fosse sicuro vorrebbe dire che conosciamo la risposta, se sapessimo la
risposta allora non ci sarebbe motivo di fare l'esperimento.
La natura della ricerca è fare delle cose che uno non conosce, il senso nel
farle sta nel voler arrivare a conoscere la risposta. Facciamo delle domande
alla natura e la natura ci dice come è fatta, ma non sempre siamo in grado
di capire come saranno le cose. A volte lo siamo, a volte non lo siamo."

Intanto i lavori per la costruzione del LHC al Cern di Ginevra continuano.

"Vuol dire che questi dubbi non preoccupano nessuno?"

Luciano Maiani - direttore generale del Cern:
"Io ho creato una commissione anche riflettendo una discussione che c'è
stata negli anni passati negli Stati Uniti. Una commissione che permette di
accertare che questi pericoli non esistono e che ci permette di rannare
tranquillamente l' LHC tra cinque anni, quando sarà costruito."

"Intanto che la commissione valuta però i lavori continuano ad andare
avanti, costano miliardi. E se poi la commissione dovesse dire che il
rischio è più significativo di quel che si pensa?"

Luciano Maiani:
"Io sono personalmente convinto che questi risultati saranno nel senso
positivo, ma tuttavia è evidente che se dubbi consistenti nascessero il
problema dovrà essere riesaminato. È stato giusto porsi il problema ma il
problema non sembra avere un fondamento tale da dare preoccupazioni."

"Quindi il rischio non c'è? Siamo rischio zero?"

Luciano Maiani:
"Si".

Alvaro De Rujula
"Un fisico non può dire mai rischio zero, perchè lo zero non esiste. Quello
che uno deve domandarsi è qual'è la probabilità che questo capiti, se la
probabilità che una cosa di questo tipo capiti è tale che non capiterà nulla
da qui a dieci miliardi di anni possiano stare tranquilli."

Mario Bruschi:
"Se dico che la probabilità, nell'ipotesi più pessimistica, è che in un
milione di anni si verificherà una volta sola, non voglio dire che si
verificherà al milionesimo anno, potrebbe verificarsi domani. La probabilità
e ' di questo tipo."

E mentre in Europa i lavori procedono sul collisore più potente della Terra,
in America, che sono sempre più avanti, quattro mesi fa nel laboratorio di
Brookhaven vicino New York sono partiti con il primo esperimento, proprio
quello di cui stiamo parlando.

Laboratorio Nazionale di Brookhaven N.Y. - Thomas Ludlam- Fisico:
"Acceleriamo atomi d'oro dentro due anelli lunghi cinque chilometri, che
stanno proprio qui sotto questa collinetta davanti a noi. È la prima volta
che una macchina creata dall'uomo permette di accelerare particelle alla
velocità della luce. Poi le facciamo scontrare frontalmente, in questo modo
ricostruiamo la materia al momento stesso della sua creazione."

"Ma quali benefici usciranno da queste collisioni? Riuscirete a trovare il
modo di sconfiggere il cancro? O di risolvere il problema energetico?"

Thomas Ludlam
"Per il momento non vediamo nessuna applicazione pratica. È pura curiosità
scientifica. Però quello che sappiamo è che ogni volta che si è fatto un
passo avanti nella comprensione della materia dopo trenta, quaranta o cento
anni ci sono stati benefici per tutti."

Questi esperimenti sono costosissimi, solo gli acceleratori costano seicento
milioni di dollari e quando era tutto pronto una commissione presieduta da
Robert Jaffe dell' Institute of Tecnology del Massacchussets di Boston ha
fatto una valutazione dei rischi. Ma da chi era composta questa commissione?
Da esperti completamente estranei al progetto?

Robert Jaffe - Institute of Tecnology del Massacchussets:
"Da esperti esterni, non estranei a questo tipo di ricerca quindi in qualche
modo coinvolti ma esterni. Il risultato è che i nostri calcoli teorici non
possono dirci se l'Universo come insieme possa cambiare stato, non abbiamo
sufficiente conoscenza della teoria di base della materia. Abbiamo fatto
delle valutazioni sulla base di fatti che avvengono; le collisioni che si
fanno nel laboratorio di Long Island sono le stesse che avvengono nello
spazio. I raggi cosmici si sono scontrati miliardi di volte e se si fossero
mangiati le stelle non saremmo certamente qui a fare l'esperimento. Comunque
il primo esperimento è stato fatto ed è andato tutto bene."

Francesco Calogero- Fisico - Università La Sapienza:
"La probabilità di produrre questa particella assassina è piccola. Se questa
probabilità è piccola il fatto che non la si sia prodotta subito non
garantisce che non possa essere prodotta più tardi. Quindi da questo punto
di vista non è vero che se l'esperimento è cominciato e non è successa
subito una catastrofe una catastrofe non può avvenire in seguito".

Mario Bruschi:
"Questa decisione di partire con l'esperimento nonostante non sia stata
stimata in maniera attendibile la probabilità di un evento così
catastrofico, come la distruzione dell'intero pianeta, è una decisione
assurda, stupida, irragionevole e soprattutto è una decisione immorale. Se
io fossi cattolico direi che è una decisione peccaminosa da un punto di
vista religioso."

Robert Jaffe:
"La comunità scientifica è compatta non se ne preoccupa".

Mario Bruschi:
"Mettiamo che domani gli esperti ci dicono "Va bene, la probabilità è una a
un miliardo di miliardi", qual è la soglia di un rischio ragionevole?

Alvaro De Rujula:
"Quando una possibilità calcolata così pessimisticamente è più piccola di
una su un miliardo, uno non si preoccupa."

Mario Bruschi:
"Cioè quanto deve essere piccola questa probabilità perchè noi corriamo il
rischio cosiddetto ragionevole di mettere a repentaglio le nostre vite, la
vita delle piante, la vita degli animali, la vita di tutta la Terra e la
Terra stessa, una a un miliardo di miliardi? Una a un miliardo di miliardi
di miliardi? Dove inizia il rischio ragionevole?".

Alvaro De Rujula:
"Perchè se uno si preoccupa di questo dovrebbe preoccuparsi di tantissime
altre cose ugualmente probabili. Ad esempio che ci sia un forte vento in
Africa centrale che, sollevato un rinoceronte, ce lo faccia cadere sulla
testa. Queste sono delle probabilità dello stesso tipo."

Mario Bruschi:
"Secondo me questi argomenti sono inaccettabili perchè se esplode una
supernova e ci colpisce un meteorite noi non possiamo farci niente, sono
eventi catastrofici al di là delle nostre possibilità di intervenire e al di
fuori delle nostre responsabilità. La questione invece relativa alla
possibilità di avviare noi un esperimento che potrebbe portare alla
distruzione della Terra è una nostra responsabilità".

Non si può arrivare a chiarire nulla, siamo nelle loro mani e ci dobbiamo
fidare. Quello che ci piacerebbe sapere è se coloro che stanziano i fondi
per la ricerca sono informati di volta in volta sul tipo di esperimenti che
si fanno e quali strumenti hanno per intervenire, valutare e , se è il caso,
fermare.

Eliano Pessa - Docente Intelligenza Artificiale - Università Pavia:
" L'uomo politico si trova nella difficoltà di decidere su materie che non
sono assolutamente di sua competenza. Però naturalmente per questo può
avvalersi di persone che ritiene competenti. Ed andrà in cerca di chi? Delle
persone che a livello nazionale vengono considerate sul piano scientifico
come le persone più rappresentative del paese ed è anche logico che si
faccia questo perchè le persone, che sono inserite in questo stesso sistema,
non potranno parlar male del mondo in cui loro stessi sono inseriti e quindi
sosterranno le necessità di mandare avanti le ricerche di cui loro stessi
sono a capo. E quindi il gioco continua".

C'è solo un tarlo. Ci si sta dando da fare per trovare l'origine della
materia per leggere la mente di Dio e una soluzione al problema più urgente
del pianeta come il petrolio, in quanto fonte di energia, o il motore a
scoppio, come produttore mondiale di inquinamento, non si è mossa di un
millimetro, è ancora tutto fermo ad un secolo fa. È normale?

Luciano Maiani:
"Io credo che il problema è che il petrolio costa troppo poco, quindi non si
investe nella ricerca appropriata".

Eliano Pessa:
"Chi detiene il potere economico cerca di impedire gli sviluppi delle
tecnologie, infatti è proprio per questo che il motore a scoppio dura così
tanto e le tecnologie rimangono più o meno sempre le stesse. Perchè non c'è
nessun interesse alla messa in opera di una nuova tecnologia."

"Però se qualcuno preparasse una reale alternativa al motore a scoppio o al
petrolio, farebbe miliardi ."

Eliano Pessa:
"Succederebbe che le nazioni che hanno il petrolio, che controllano il
petrolio sul piano mondiale, perderebbero immediatamente potere. Sarebbero
contente? Credo proprio di no. E quindi se per caso ci fosse una tecnologia
di questo genere non farebbero altro che far fare all'inventore la stessa
fine che ha fatto Diesel, cioè sopprimerebbero lui e la sua invenzione
sparirebbe. Avrebbero tutti i mezzi per farlo, senza fare il più piccolo
rumore. Chissà che non l'abbiano già fatto".

Abbiamo parlato di ricerche non esenti da remoti ma catastrofici rischi che
potrebbero eventualmente dare qualche beneficio tra centinaia di anni. Ma
gli esperti dicono che se non si riducono le missioni entro venti anni
potremmo avere problemi piuttosto seri.
La salvezza del pianeta allora non sta a cuore a nessuno?

Emiliano Pessa:
"Oggi purtroppo non si possono fare più previsioni a lungo termine, ma forse
non si sono mai fatte. Oggi si può ragionare soltanto guardando a quello che
accadrà il giorno dopo. Purtroppo la salvezza dell'intero pianeta è
preoccupazione di pochissimi e forse non ci sono nemmeno i mezzi per
pensarci. Oltretutto, ammesso che ci sia qualcuno che si preoccupa della
salvezza dell'intero pianeta, vi sarebbero sempre coloro i quali potrebbero
dire "perchè volete farlo a nostre spese?" e i paesi poveri potrebbero dire
esattamente questo"?








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