Re: [africa] Un aiuto dal Congo per Adro.



Da quasi venti anni, ormai, il maggior numero di ragazze nigeriane vittime della tratta che riescono a uscirne, ci riescono non perchè ci sono servizi e comunità accreditati, ma perchè ci sono persone che offrono loro un sostegno, comportandosi come veri e propri sponsor/tutor. Molti sponsor/tutor sono piccole associazioni e famiglie...che senza accreditamenti e senza finanziamenti europei, ministeriali, regionali, provinciali, comunali, ecc. fanno semplicemente quel che è necessario fare: gesti di solidarietà diretta e immediata.

Purtroppo anche a me che da dieci anni opero in questo modo, succede quel che succede al benefattore oggi al centro di tante discussioni: mi si dice che non è possibile, non è neppure legale dare normali gesti di solidarietà perchè tutto deve passare attraverso la politica, la burocrazia delel amministrazioni e dei servizi, le comunità e le associazioni acrceditati per fare determinate cose, ecc. ecc. facendo anche in Italia quel che si fa nei paesi dove dovremmo relaizzare altre azioni di solidarietà: il costo per organizzare la solidarietà, si mangia i fondi a disposizione per farla. Bene, allora i benefattiro, gli sponsor, i tutor, quelli che fanno acoglienza diretta di persone in difficoltà sono preziosi...manco per sogno! I benefattori e le persone che fanno solidarietà diretta sono messi in discussione perchè svelano verità scomode, perchè dimostrano che ci sono provvedimetni che aggrvaano il disagio delle persone, ci sono situazioni di sfavore che colpiscono gli stranieri più che gli italiani, ecc. ecc.

Il benefattore, allora, se vuole deva fare il bene, ma farlo in silenzio e magari versare il suo obolo  qualche associaizone che poi lo utilizzerà per organizzare l’aiuto...l’intervento diretto e perosnale non è ammesso, non è legale, da fastidio ai politici e ai professionisti di una azione sociale che tutti sappiamo non funzionare perchè discrimina i poveri e causa guerre tra poveri.

Io dico grazie al benefattore perchè ha dimostrato che esiste una società civile che sui problemi interviene direttamente anche senza, anche contro la politica, le amministrazioni, i razzismi, le brutture.

Isoke Aikpitanyi



Il 23/04/10, Eugenio.Lenardon at amm.units.it <Eugenio.Lenardon at amm.units.it> ha scritto:

Inoltro questa notizia [tratta da http://www.vita.it/news/view/102770].
Credo che questi gesti "personali" siano importanti per ricostruire una cultura della solidarieta' che e' andata persa nel nostro beneamato paese. Parlo della cultura sociale, quella che poi porta a definire leggi e progetti pubblici. So che molti italiani hanno una solida cultura di solidarieta', ma a me sembra sia stato perso quel sentire comune che una volta c'era.
Ben vengano quindi gesti come questi!

Eugenio
 
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Un aiuto dal Congo per Adro
Settecento euro da una missione e una lettera al benefattore anonimo: «Vogliamo un mondo diverso»
22 aprile 2010

Una email e la promessa di 700 euro da versare nelle casse della mensa di Adro. Qui, alcune settimane fa è stato impedito di entrare a quei bambini, i cui genitori non erano in ordine con i pagamenti. Una decisione che ha sollevato non poche polemiche. E che ha spinto un anonimo indutriale del luogo a regolare i conti dei genitori, denunciando il clima di inciviltà a cui il proprio paese era giunto. A spedire l'email, questa volta, è padre Giovanni Piumatti, comboniano che gestisce una missione nel nord del Congo. Una testimonianza che parla senza dover essere descritta. Di seguito la lettera che il missionario ha rivolto all'anonimo benefattore .
«Caro "cittadino di Andra (Adro)" abbiam letto, qua in Africa, la tua lettera "Io non ci sto": anche noi ci uniamo al tuo messaggio ed al tuo gesto. Ti inviamo un contributo per pagare la mensa per un anno ad uno dei tuoi-nostri bambini. Sono soldi che molti amici dell'Italia ci danno per l'Africa. Conoscendo bene i nostri amici so che sono contenti se ne invio una fetta lì a Brescia; perché anche loro vogliono un mondo diverso: un mondo fatto più di ponti che di barriere.
Anch' "io non ci sto".
In un mondo come lo sta costruendo una certa parte di italiani, io non ci sto!
La nostra Italia non è mai stata così: non dobbiamo permettere che alcuni la deturpino.
* Nel Bresciano ho alcuni dei miei famigliari.
* Il primo bell ' "esempio di missionario" qua in Africa l'ho avuto da un bresciano (p.Maggioni).
* Amici dentisti di Brescia, "smile mission", ci han costruito tre studi-laboratorio, e vengono regolarmente a prestar servizio.
* Marcello, vigile urbano di Brescia, le sue vacanze la ha fatte in questo villaggio "zona martoriata, all'est della RD Congo".
* In una parrocchia del bresciano, in occasione della Cresima dell'anno scorso, il vicario generale di Brescia, da estraneo che ero, non solo mi ha fatto sentire ospite "accolto e gradito", ma anche parte integrante della festa.
Ci sono tante "perle", anche a Brescia: come te, caro cittadino di Andra.
A Muahnga e Bunyatenge, piccoli villaggi di foresta, ogni giorno diamo a tutti i ragazzi delle scuole (circa 900) una tazza di "masoso", papetta fatta di mais-sorgo-soja (senza zucchero): é capitato qualche volta che la casseruola si vuotasse troppo in fretta...; subito i bimbi che avevano già ricevuto si son mossi, ed hanno condiviso la loro tazza con gli... altri.
Il contributo che mandiamo é null'altro che questo gesto; anche perché so che gli altri bilmbi di Andra (Adro) lo farebbero spontaneamente.
Siamo sicuri che i nostri ragazzi ne saran fieri, ed anche gli amici che ci han dato questi soldi come gesto di solidarietà e di giustizia.
Vogliamo che questo nostro gesto sia un tutt'uno con il tuo gesto ed il tuo messaggio.
p. Giovanni
Concetta ostetrica
Elisa e gli amici di Muhanga, nel nord Kivu della RD Congo