Re: [africa] 500 mila le persone in attesa del permesso di soggiorno; spesso il permesso arriva che è già scaduto



Nyman dedica un brano a Torino ispirato da Isoke Aikpitanyi

 

Michael Nyman, l' autore delle musiche di Lezioni di piano, ha firmato con il cantante David McAlmont, nel nuovo disco The Glare, il brano City of Turin, racconto di disperazione ambientato in una nebbiosa e alquanto desolata Torino. È la storia vera di Isoke Aikpitanyi, ragazza nigeriana giunta in città con l' illusione di un lavoro da commessa, poi costretta a prostituirsi all' angolo della strada. SUGLI archi minimalisti e insieme trionfali di Nyman, e con la grazia celestiale della voce «narrante» di McAlmont, già nei Thieves, il viaggio compiuto dalla giovane di Benin City verso la speranza chiamata Torino viene ripercorso dai due musicisti, sia nei testi che nelle musiche, con «aria di fatalistica ineluttabilità», come ha scritto il quotidiano britannico Independent all' uscita dell' album su etichetta Mn Records creata dallo stesso Nyman. La fonte ispiratrice di questo brano, in realtà, pare sia stata per McAlmond la visione, qualche anno fa, di un servizio dell' emittente araba Al Jazeera, nel quale veniva intervistata proprio la protagonista di questa drammatica vicenda, anche se a Torino Nyman c' è venuto quando gli fu commissionato un brano per la Reggia della Venaria. Isoke Aikpitanyi aveva appena 21 anni, quando arrivò a Torino nel 2000, e proprio quel momento che segna l' inizio della sua schiavitù è descritto con parole amarissime nella canzone: «Mi hanno portato via il passaporto e mi hanno lasciato una cicatrice - recita il testo - e la mia amica è morta perché non riusciva a mentire. La verità è un peccato sulla strada, nella città di Torino». Tutto vero, tutto purtroppo è accaduto. «Quando sono arrivata a Porta Nuova - ha ricordato la Aikpitanyi all' inviato di Al Jazeera- mi hanno detto che gli stranieri senza permesso potevano fare solo un tipo di lavoro, e mi hanno imposto di ripagare ventimila dollari di debia città di Torino di David McAlmont& Michael Nyman, dall' album "The Glare"MN Records Non posso andarea casa odio sentirlo il vento passa attraverso i vestiti leggeri che mi obbliganoa mettere nessuno ascoltae vuole ascoltare la verit à su come sono andate le cose per una ragazza sulla strada nella città di Torino quando fa buio, nel parco del Valentino mi hanno portato via il passaporto e mi hanno lasciato una cicatrice e la mia amicaè morta perchè non riuscivaa mentire La veritàè un peccato sulla strada nella città di Torino Mi obbligano ad affittare l' angolo dove batto mi fanno pagare per questi vestitie io mi sento abbandonata in questa terra nebbiosa in questa citt à chiamata Torino Faccio cenno alle macchine per entrare dentro solo per stare un po' al caldo Lascio che lui mi tratti come una moglie Se pensoa come sono sopravvissuta Posso stare anche in una macchina, in una strada,/ /nella città di Torino Giorni interi nel deserto senza acquae stipati dentro un camione tr ascinati lungo la strada All' inizio eravamo molti di pi ù rispettoa quando siamo arrivati dovei fiumi si incontrano Nella città di Torino to. Ho resistito per quattro settimane, ma poi per me è iniziata quella che noi chiamiamo "the italian life". Mi hanno portata vicino al Valentino, e sono finita in ospedale in coma per tre giorni, ma le prostitute vengono trattate senza rispetto anche lì, le infermiere sono spesso razziste soprattutto con noi di colore». L' eco tagliente della canzone di Nyman e McAlmont, che la stampa inglese, dal Guardian all' Observer fino al mensile Uncut, hanno ampiamente elogiato, riflette proprio la solitudine di una giovane che si ritrova abbandonata in una città dove prevale un atteggiamento di indifferenza: «Nessuno ascolta e vuole ascoltare la verità - canta McAlmont - su come sono andate le cose per una ragazza sulla strada nella città di Torino». Nel brano non si racconta cos' è stato, poi, della giovane nigeriana. Oggi abita ad Aosta, lavora in una casa di accoglienza per aiutare le altre ragazze che finiscono nel tunnel della schiavitù sessuale. Quelle che ancora vengono obbligate a prostituirsi sulla strada dopo avere affrontato «giorni interi nel deserto senza acqua, stipati dentro un camion», sognando solo un lavoro. GUIDO ANDRUETTO (Repubblica - 24 gennaio 2010,   pagina 1,   sezione: TORINO).

 

 

 

Lagos (Nigeria) - Un Premio Internazionale a Isoke Aikpitanyi per il suo impegno contro la tratta

 

Un importante riconoscimento internazionale è stato attribuito alla giovane nigeriana Isoke Aikpitanyi che vive ad Aosta e che si è fatta conoscere per un libro, “Le ragazze di Benin City” e per il suo costante impegno contro la tratta degli esseri umani: la rivista internazionale di lingua inglese “Magazine”, un settimanale edito dal quotidiano nigeriano “The Guardian”, ha infatti deciso di premiarla per il suo impegno sociale innovativo e per il contributo alla costruzione di un futuro migliore per le giovani generazioni africane.

La premiazione avverrà il 7 febbraio a Lagos, nel corso di un galà cui parteciperanno autorità del mondo della cultura e dello spettacolo in Nigeria.

Il premio le è attribuito in particolare considerazione del ruolo che ha svolto in questi ultimi anni, trovando ascolto e attenzione anche in occasione del G 8 contro la violenza sulle donne che si svolse a fine 2009 a Roma, promosso dal Ministro Carfagna.

E’ la prima volta che in Nigeria una attenzione così particolare è rivolta a un personaggio attivo contro la tratta, ma questo premio ha un significato ancor più profondo poichè non è attribuito ad una donna nota nello spettacolo, nella cultura o nel giornalismo, ma nella realtà sociale e civile di un paese che deve affrontare con rinnovato slancio le sfide della democrazia, dei pari diritti, della scolarizzazione e del contrasto dei traffici mafiosi che, purtroppo, devastano le speranze di tanti giovani.

E’ la seconda volta che Isoke Aikpitanyi riceve un Premio internazionale; due anni le fu attribuita la targa Martin Luther King, mentre in Italia il suo libro “Le ragazze di Benin City” ha ottenuto numerosi premi e le ha aperto importanti spazi mediatici.

Il Premio arriva in un momento speciale: Isoke Aikpitanyi ha infatti iniziato una ricerca nazionale sulle ragazze nigeriane vittime della tratta in Italia, commissionatole dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e sta lavorando alla attuazione di una missione di informazione e prevenzione da svolgere nei paesi africani maggiormente interessati dal dramma del traffico degli esseri umani.

Isoke Aikpitanyi è testimonial della Campagna per l’attribuzione del Premio Nobel per la Pace alla “Donna africana”, segno che il rinnovamento in Africa poggia in gran parte sul ruolo delle donne.

 

 



Il 24/12/09, p.donadello <p.donadello at alice.it> ha scritto:
Buongiorno
 
sul sito dei radicali è possibile aderire alla protesta dei nostri 101 amici.
 
L'altro ieri Ouattara Gaoussou è stato a rai News24. Su Terra e su l'Unità è uscita qualche notizia
Al Parlamento nella seduta dell'altro giorrno sulla cittadinaza, ne ha parlato il deputato Matteo Mecacci
cari saluti
Patrizia
 
 
Gli immigrati chiedono allo stato il rispetto della legalità
 
La morte di Sher Kan, dopo 20 anni di residenza in Italia, a causa delle leggi proibizioniste sull'immigrazione, è il tragico simbolo di come in Italia la nostra vita d’ immigrati in attesa del permesso di soggiorno sia la vita di reclusi. A seconda dei momenti, siamo realmente imprigionati nei Cie o in libertà vigilata, in balia della possibile revoca del permesso di soggiorno o della sua non ottenibilità.

Questa condizione è diventata addirittura reato passando alla diretta discriminazione razziale. 
La strada maestra per uscire da questa situazione è il riconoscimento della realtà del fenomeno immigratorio come una realtà positiva e necessaria allo sviluppo economico e sociale e che quindi deve vedere nelle normative un adeguato riconoscimento. Per questo obiettivo prendendo atto dell’attuale maggioranza parlamentare non sembrano esserci alcune possibilità. Nonostante siano già stati depositi diversi disegni di legge per l’allargamento della sanatoria oltre alle badanti.
Abbiamo deciso però di non fermarci ad attendere tempi migliori. E’ con questi presupposti che è nata la nostra campagna nonviolenta per affermare il principio di legalità sui tempi per i permessi di soggiorno.

Con l'approvazione del pacchetto sicurezza, le procedure burocratiche sono diventate ancora più centrali e riteniamo che il governo e il parlamento debbano, inderogabilmente, approvare alcune misure correttive dell'attuale politica criminogena.

Per il rinnovo annuale infatti, si aspetta sino a 8-15 mesi, nonostante il Testo unico sull’immigrazione preveda che “il permesso di soggiorno è rilasciato, rinnovato o convertito entro venti giorni dalla domanda". Sono oltre 500 mila le persone in attesa del permesso di soggiorno; spesso il permesso arriva che è già scaduto. Nonostante le nuove procedure elettroniche in alcune città l’arretrato è enorme e le questure non sanno come smaltirlo.
Esistono diverse risorse di cui può avvalersi il Governo e il Ministro degli Interni per risolvere questa urgenza umanitaria.

La prima ce l’ha suggerisce il Questore di Pavia che prendendo atto della situazione ha deciso di prolungare la validità del permesso di soggiorno con un timbro. In questo modo, mentre si attendono i tempi della burocrazia, i richiedenti potranno, senza le difficoltà che conosciamo, richiedere un posto di lavoro, prendere la patente, iscrivere all’asilo i propri figli.
Per altro verso il Governo potrebbe introdurre la regola del silenzio assenso. In Italia ormai si possono quasi costruire ville e palazzi con il silenzio assenso, ma questo non vale per i nostri regolari documenti.

L’iniziativa nonviolenta andrà avanti ad oltranza per chi vorrà e a staffetta per gli altri, fino alla risposta delle istituzioni preposte. Con me sono già più di 50 gli esponenti delle comunità d’immigrati di tutta Italia che in questi giorni si sono uniti allo sciopero della fame. Provengono da diversi paesi tra i quali Costa d'Avorio, Burkina Faso, Cameroun, Senegal, Congo, Pakistan, Guinea, Mali, Burundi e India.

Che prevalga la forza della verità e della legge! 
Aderisci allo sciopero della fame.