L'affamatore non è stato premiato



Dopo gli articoli di giornali e i servizi dei telegiornali del giorno dopo è ufficiale: il presidente del Burkina Faso Blaise Compaoré non ha più ricevuto il 25 giugno il premio Galileo 2000 a Firenze.

Siamo stati bravi!

Si è fatto un gran parlare del premio Galileo dato ad Ingrid Betancourt e ritirato dalla figlia, cerimonia emozionante che avrebbe visto, tra gli altri premiati, anche l'affamatore di un'intera nazione e l'organizzatore di guerre civili in mezza Africa: il ladro di sera che si presenta a casa vostra da vigilante la mattina, il piromane che indossa la divisa da pompiere quando le fiamme sono ormai alte, il "pacificatore" dei conflitti africani, che conosce bene visto che li organizza anche lui.
Tutto questo dal Burkina Faso, un Paese che è stato testimone del sogno di cambiamento incarnato da Thomas Sankara, dalla sua rivoluzione, dal suo tentativo di far vivere i suoi simili con dignità, liberi dai gioghi degli sfruttatori, bianchi o neri che fossero.
Siamo stati bravi! Con la nostra mobilitazione decisa non abbiamo permesso che a Firenze avvenisse questo misfatto.

Ne dobbiamo andare orgogliosi, visto che molto probabilmente il Premio Galileo, che gode dell'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, avrebbe costituito una credenziale in più in tasca all'affamatore nel suo percorso verso un ipotetico premio Nobel per la pace, uno dei tanti premi che gli osservatori dell'Africa iniziano a scoprire e che sembrano creati ad arte per produrre incenso da spargere sulla testa del pacificatore guerrafondaio. Il prossimo: il primo vertice mondiale delle star per la Terra, organizzato dall'Alleanza Francofona proprio in Burkina Faso nel novembre prossimo.
La nostra mobilitazione servirà da esempio ad altri che dovranno opporsi con uguale vigore a questi tentativi infami di cambiare il passato.

Resta da registrare la boria con cui gli organizzatori del Premio Galileo, Alfonso de Virgiliis in primis, hanno risposto alla nostra richiesta di spiegazioni, sordi ai comunicati stampa delle diverse realtà, fiorentine e non solo, che li raggiungevano da più parti. Si sono accontentati di chiederci di non fare polemica, visto che Compaoré non sarebbe stato presente alla premiazione e quindi non sarebbe stato premiato. Nessun riconoscimento di un ipotetico svarione li lascia inevitabilmente dalla parte dei complici.

Ci sarebbe piaciuto sentire la voce del prestigioso Teatro del Maggio Fiorentino e dell'Ente Teatrale Italiano, che collaborano al Premio, così come quella di alcuni loro finanziatori come la Regione Toscana, la Provincia di Firenze, il Comune di Firenze, l'Università di Firenze, Unicoop Firenze: tutti enti pubblici e società che non dovrebbero accettare di legare il proprio nome a chi premia gli affamatori. Hanno preferito mantenere un profilo basso, muti.

L'unica pecca che voglio segnalare nella nostra azione è stata la partecipazione fisica: davanti all'Istituto d'Arte durante la premiazione c'è stato solo un pugno di noi, ma nelle condizioni di disorientamento in cui versa la società italiana una discesa in piazza poco numerosa, soprattutto per fatti così poco conosciuti, è forse da capire: speriamo che sia così ancora per poco.

A Firenze come nel resto d'Italia si parla poco dell'Africa che produce idee, libera, con la testa alta, dell'Africa di Sankara, si preferiscono i discorsi buonisti dell'aiuto che perpetua la richiesta di aiuto, rassegnati ad uno stato di fatto che è stato prodotto dagli uomini, e che quindi gli uomini possono cambiare se lo vogliono. 
In questi giorni, anche con un comunicato stampa, abbiamo prodotto un po' di quel cambiamento.
Blaise Compaoré non è stato premiato.

Grazie a tutti noi, che abbiamo alzato le nostre voci dall'Italia, ma anche da Francia, Spagna, Bolivia, Costa d'Avorio, Niger, Burkina Faso, e a PeaceLink, che le ha raccolte ed ha pubblicato la nostra petizione (http://www.peacelink.it/pace/a/26438.html).

E grazie al Manifesto, l'unico tra i mezzi di comunicazione che ha parlato della nostra mobilitazione dal basso, fuori dal coro di chi non ci ha visti, accecati dalle paillettes umanitarie.

Antonio Mele
Comitato Sankara XX




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