da Maria Vinci al Presidente



Carissimo Presidente,

sono un'italiana residente all'estero ormai da diversi anni, ma nonostante
questo sono sempre stata attaccata alla mia cara Italia. I suoi colori, la
creatività, la vivacità, genuinità e ospitalità della nostra gente sono
tutte cose che fino a pochi giorni fa venivano decantate all'estero come
marchio dell'essere italiano e che tanto mi rendevano orgogliosa.

Come può ben immaginare, continuo a seguire tutti i fatti di attualità, di
politica, di cronaca che riguardano il nostro Paese, e mi creda, mi
rattrista dover confessare a Lei e prima ancora a me stessa che mi
vergogno dell'Italia ritratta in questi giorni su tutte le prime pagine
dei giornali nazionali e internazionali.

Signor Presidente ma che succede? Dove è finita la succitata "ospitalità"
degli italiani? E' davvero possibile che il sentimento più forte che
emerge nella popolazione sia ormai la paura dello straniero, del migrante,
dell'immigrato?

La sicurezza è certamente un problema serio, ma non penso che il modo
giusto di risolverlo sia quello di alimentare la paura e l'intolleranza
nei confronti di persone comunitarie ed extracomunitarie. Piuttosto penso
che una più attenta politica di integrazione sociale sia la soluzione al
problema dell'Immigrazione che a mio avviso, non coincide (come il governo
vuole far credere) con il problema della Sicurezza.

Siamo in EUROPA e credo sia assurdo leggere ancora sui giornali, titoli
come "ragazza italiana violentata da un romeno". Con questo non voglio
sminuire affatto la bruttura del reato, mi auguro soltanto che la
giustizia faccia il suo corso indipendentemente da chi lo ha commesso.
Quindi mi chiedo quale sia il bisogno di sottolineare la diversa
nazionalità?

Sono una ricercatrice e il mio lavoro mi ha dato la possibilità di uscire
fuori dai "nostri confini" e mi creda non ho mai trovato tanta
intolleranza come quella che sta nascendo e che si sta alimentando negli
ultimi tempi in Italia.

Adesso sono in Inghilterra e come lei sa qui di immigrati (comunitari ed
extra comunitari) ce ne sono tanti, ma così tanti che non si può più fare
una distinzione. Per farle solo un esempio, a Pasqua ero ad Oxford e in
Chiesa ho assistito ad uno spettacolo meraviglioso: c'era tutto il mondo
rappresentato in quella piccola Chiesa Cattolica. Mi colpì e mi commosse
la diversità dei colori della pelle, dei costumi, ma al tempo stesso
l'omogeneità e la coralità di tutte quelle persone.

Mi chiedo quando in Italia sarà possibile respirare quella stessa
atmosfera di integrazione che si trova ormai nel resto d'Europa?

Signor Presidente spero tanto che Lei non permetterà al presente governo
di inasprire i rapporti tra gli italiani e gli immigrati, spero che Lei
alzi la voce davanti a ministri che giustificano e incitano alla pulizia
dei campi rom, spero che Lei faccia tutto quello che è in suo potere per
rendersi portavoce della necessità di migliorare la politica di
integrazione sociale di cui l'Italia ha oggi bisogno per confrontarsi alla
pari con il resto del mondo e d'Europa.

Fiduciosa nella sua persona e nell'importante carica istituzionale che lei
ricopre, la ringrazio per la sua attenzione e le auguro buon lavoro.
Cordiali saluti,

Maria Vinci

(Pugliese, 34 anni, da 5 o 6 si dedica alla ricerca sul cancro. Ha
studiato e lavorato a Milano (Ifom) e a Heidelberg in Germania. Ora si
trova in Inghilterra)


http://www.repubblica.it/2008/05/sezioni/cronaca/sicurezza-politica-6/lettera-ricercatrice/lettera-ricercatrice.html