appello




Nevio Mini  assistente sociale Lugo . Aderisco all'appello.
Il nuovo clima che si è venuto a creare nel nostro paese almeno ha il
pregio di spazzare via definitivamente il concetto demagogico che gli
italiani sarebbero comunque "brava gente". Adesso possiamo definirci a
pieno titolo " dei pezzi di merda".

> >
> >
> >
> >     PREGO FAR CIRCOLARE E RACCOGLIERE ADESIONI.-
> >     -----------------------------------------------
> >
> > Siamo persone ? storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi, > > operatori culturali? che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro
> >     vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci
> >     hanno condotto ad analizzare i processi di diffusione del
> >     pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo di
> > massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti
> >     di questi giorni ? le aggressioni agli insediamenti rom, le
> >     deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom ? e le
Nevio Mini  assistente sociale Lugo . Aderisco all'appello.
Il nuovo clima che si è venuto a creare nel nostro paese almeno ha il
pregio di spazzare via definitivamente il concetto demagogico che gli
italiani sarebbero comunque "brava gente". Adesso possiamo definirci a
pieno titolo " dei pezzi di merda".

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> >     PREGO FAR CIRCOLARE E RACCOGLIERE ADESIONI.-
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> > Siamo persone ? storici, giuristi, antropologi, sociologi, filosofi, > > operatori culturali? che da tempo si occupano di razzismo. Il nostro
> >     vissuto, i nostri studi e la nostra esperienza professionale ci
> >     hanno condotto ad analizzare i processi di diffusione del
> >     pregiudizio razzista e i meccanismi di attivazione del razzismo di
> > massa. Per questo destano in noi vive preoccupazioni gli avvenimenti
> >     di questi giorni ? le aggressioni agli insediamenti rom, le
> >     deportazioni, i roghi degenerati in veri e propri pogrom ? e le
> >     gravi misure preannunciate dal governo col pretesto di rispondere
> >     alla domanda di sicurezza posta da una parte della cittadinanza.
> >     Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa di terribile:
> >     qualcosa di nuovo ma non di inedito.
> >
> >     La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto
> > dell?Europa, essa è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della
> >     modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata
> >     dagli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare
> >     dall?incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli
> >     enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di
> >     questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni
> >     fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il
> >     diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il
> >     ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma
> >     oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a
> >     saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il
> >     riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di
> >     massa.
> >
> >     Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti
> >     dalla stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione
> >     legittima a comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma
> > qualora nell?immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire
> >     una pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo
> >     diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di là
> >     della quale potrebbero innescarsi processi non più governabili.
> >
> >     Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare
> >     dalle più alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali,
> >     dagli insegnanti e dagli operatori dell?informazione. Non ci
> > interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare > > troppo grave, tale da porre a repentaglio le fondamenta stesse della
> >     convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso ? e anche
> >     allora i rom furono tra le vittime designate della violenza
> >     razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse
> >     ragione Primo Levi nel paventare la possibilità che quell?atroce
> >     passato tornasse.
> >
> >
> >     Marco Aime, Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia
> >     Catalan, Enzo Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello,
> >     Angelo D?Orsi, Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli,
> >     Clara Gallini, Pupa Garribba, Francesco Germinario, Patrizio
> >     Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata Macioti, Brunello
> >     Mantelli, Giovanni Miccoli, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto,
> >     Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca, Pier Paolo Poggio,
> > Carlo Postiglione, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera, Rossella Ropa,
> >     Emilio Santoro, Katia Scannavini, Renate Siebert, Gianfranco
> >     Spadaccia, Elena Spinelli, Diacono Todeschini, Nicola Tranfaglia,
> >     Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
> >
> >     Filippo Miraglia
> >
> >     Responsabile Immigrazione ARCI
> >     Via dei monti di pietralata 16
> >     00151 Roma+
> >
> >     tel. +39.3484410860
> >     e mail miraglia at arci.it <mailto:miraglia at arci.it>
> >

> >     gravi misure preannunciate dal governo col pretesto di rispondere
> >     alla domanda di sicurezza posta da una parte della cittadinanza.
> >     Avvertiamo il pericolo che possa accadere qualcosa di terribile:
> >     qualcosa di nuovo ma non di inedito.
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> >     La violenza razzista non nasce oggi in Italia. Come nel resto
> > dell?Europa, essa è stata, tra Otto e Novecento, un corollario della
> >     modernizzazione del Paese. Negli ultimi decenni è stata alimentata
> >     dagli effetti sociali della globalizzazione, a cominciare
> >     dall?incremento dei flussi migratori e dalle conseguenze degli
> >     enormi differenziali salariali. Con ogni probabilità, nel corso di
> >     questi venti anni è stata sottovalutata la gravità di taluni
> >     fenomeni. Nonostante ripetuti allarmi, è stato banalizzato il
> >     diffondersi di mitologie neo-etniche e si è voluto ignorare il
> >     ritorno di ideologie razziste di chiara matrice nazifascista. Ma
> >     oggi si rischia un salto di qualità nella misura in cui tendono a
> >     saltare i dispositivi di interdizione che hanno sin qui impedito il
> >     riaffermarsi di un senso comune razzista e di pratiche razziste di
> >     massa.
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> >     Gli avvenimenti di questi giorni, spesso amplificati e distorti
> >     dalla stampa, rischiano di riabilitare il razzismo come reazione
> >     legittima a comportamenti devianti e a minacce reali o presunte. Ma
> > qualora nell?immaginario collettivo il razzismo cessasse di apparire
> >     una pratica censurabile per assumere i connotati di un «nuovo
> >     diritto», allora davvero varcheremmo una soglia cruciale, al di là
> >     della quale potrebbero innescarsi processi non più governabili.
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> >     Vorremmo che questo allarme venisse raccolto da tutti, a cominciare
> >     dalle più alte cariche dello Stato, dagli amministratori locali,
> >     dagli insegnanti e dagli operatori dell?informazione. Non ci
> > interessa in questa sede la polemica politica. Il pericolo ci appare > > troppo grave, tale da porre a repentaglio le fondamenta stesse della
> >     convivenza civile, come già accadde nel secolo scorso ? e anche
> >     allora i rom furono tra le vittime designate della violenza
> >     razzista. Mai come in questi giorni ci è apparso chiaro come avesse
> >     ragione Primo Levi nel paventare la possibilità che quell?atroce
> >     passato tornasse.
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> >     Marco Aime, Rita Bernardini, Alberto Burgio, Carlo Cartocci, Tullia
> >     Catalan, Enzo Collotti, Alessandro Dal Lago, Giuseppe Di Lello,
> >     Angelo D?Orsi, Giuseppe Faso, Mercedes Frias, Gianluca Gabrielli,
> >     Clara Gallini, Pupa Garribba, Francesco Germinario, Patrizio
> >     Gonnella, Gianfranco Laccone, Maria Immacolata Macioti, Brunello
> >     Mantelli, Giovanni Miccoli, Giuseppe Mosconi, Grazia Naletto,
> >     Michele Nani, Salvatore Palidda, Marco Perduca, Pier Paolo Poggio,
> > Carlo Postiglione, Enrico Pugliese, Annamaria Rivera, Rossella Ropa,
> >     Emilio Santoro, Katia Scannavini, Renate Siebert, Gianfranco
> >     Spadaccia, Elena Spinelli, Diacono Todeschini, Nicola Tranfaglia,
> >     Fulvio Vassallo Paleologo, Barbara Valmorin, Danilo Zolo.
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> >     Filippo Miraglia
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> >     Responsabile Immigrazione ARCI
> >     Via dei monti di pietralata 16
> >     00151 Roma+
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> >     tel. +39.3484410860
> >     e mail miraglia at arci.it <mailto:miraglia at arci.it>
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