Ue in campo sul caro-cibo



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Ue in campo sul caro-cibo
Dal nostro inviato Enrico Brivio


LUSSEMBURGO - Un'iniziativa europea per la sicurezza alimentare per
produrre di più, meglio e soprattutto "per nutrire". È la proposta che il
ministro francese all'Agricoltura, Michel Barnier, ha anticipato ieri ai
colleghi europei al Consiglio agricolo a Lussemburgo, in risposta al balzo
dei prezzi agricoli sui mercati mondiali, che sta generando tensioni e
aggravando il dramma della fame in varie aree sottosviluppate del mondo.

Nell'attuale quadro di crisi globale, Barnier ha evidenziato l'esigenza
che l'Europa non smantelli la politica di sostegni, ma resti «una potenza
agricola forte». Anche alla luce dei tumulti per il caroprezzi degli
alimenti, che hanno già provocato vittime in Haiti e in Egitto, è
necessario «riorientare gli aiuti allo sviluppo e alla cooperazione verso
l'agricoltura - ha sostenuto il ministro francese - mentre da 30 anni è
stata trascurata questa priorità dello sviluppo agricolo». Barnier non ha
presentato l'iniziativa nei dettagli, in quanto la proposta completa sarà
presentata prima dell'estate, ossia all'avvio del nuovo semestre di
presidenza della Ue che vedrà Parigi al timone dell'Europa. A prima vista
l'iniziativa per la sicurezza alimentare ha comunque raccolto il sostegno
della Germania e «l'assoluto interesse» italiano.
Chiaro, in ogni caso, l'intento della Francia - prima produttrice
cerealicola europea - di sfruttare l'attuale enfasi sull'emergenza
alimentare anche per salvare quel sistema comunitario di sostegni e reti
di sicurezza a favore della produzione agricola, che britannici e nordici
vorrebbero smantellare. «Con questa crisi - ha detto Barnier - abbiamo una
ragione in più per essere vigili ed evitare qualsiasi accordo squilibrato»
sulla politica agricola comune (Pac).

L'allarme alimentare lanciato in questi giorni da Fao, Banca mondiale e
Fmi sugli effetti devastanti per le economie più povere dell'esplosione
dei prezzi di frumento, riso e mais non sembra attenuare, ma semmai rende
più marcate, le divergenze tra i 27 sul futuro della politica agricola. I
fautori della riforma della Pac difendono i nuovi meccanismi messi in atto
negli ultimi anni: quel disaccoppiamento degli aiuti che ha sganciato
sempre di più i sostegni dalle quantità prodotte, visto che l'andamento al
rialzo dei prezzi mondiali permette comunque agli agricoltori europei di
incassare utili. Ma ecco che ora la Francia, alla guida dei difensori
della vecchia Pac, raccoglie la bandiera dello sviluppo, e rileva come
sostegni alla produzione europea possano essere giustificati dalla
necessità di rispondere alla crescente domanda mondiale. E rivendica
l'utilità di quelle derrate un tempo destinate allo stoccaggio, in quanto
utilizzabili per assorbire fenomeni speculativi ed essere destinate ai
Paesi più bisognosi.

Ma la fiammata dei prezzi agricoli porta l'Europa a interrogarsi anche su
due altri controversi aspetti delle politiche comunitarie: i biocarburanti
e gli organismi geneticamente modificati. Nonostante le critiche di alcune
organizzazioni non governative, la Commissione Ue intende mantenere
l'obiettivo di utilizzare il 10% di biofuel nel settore dei trasporti
entro il 2010, ritenendo l'impatto non significativo sulla domanda
mondiale di generi alimentari. Le due direttive in materia verranno però
riviste ponendo più attenzione a una serie di vincoli. «L'obiettivo dovrà
essere raggiunto - ha precisato ieri Barbara Hefferlich, portavoce della
Commissione europea - sulla base di uno sviluppo sostenibile e puntando
alla promozione di biofuel della seconda generazione», cioè generato in
gran parte in modo indipendente dalla catena agricola, utilizzando scarti
di lavorazione o sottoprodotti.
Sugli organismi geneticamente modificati resta poi una spaccatura
all'interno del Consiglio, che di fatto lascia alla Commissione la
possibilità di autorizzare nuovi prodotti transgenici per l'importazione,
soprattuto mais, mentre le concessioni in dirittura d'arrivo per nuove
coltivazioni in Europa restano arenate, a partire dalla superpatata della
Basf. Ma indubbiamente la crisi alimentare fa crescere la pressione a
favore degli ogm in grado di resistere a parassiti, a patto che mantenuti
separati dalle colture naturali ed etichettati.

enrico.brivio at skynet.be

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