newsletter Anno 5, n. 8 - 1 Maggio 2007



Title: NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA

NEWSLETTER DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA PER LA CITTADINANZA ATTIVA

 

Anno 5, n. 8 -  1 Maggio 2007

 

A cura di Gabriele Sospiro

Con la collaborazione di:

Gabriele Sospiro (GS)

Paolo Sospiro (PS)

Lena Alex (LA)

Radost  Peeva (RP)

Silvia Sorana (SS)

 

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INDICE

1.   CONCORSO FOTOGRAFICO

2.   ATTIVITÀ DEL CENTRO

3.   FESTA DELL'EUROPA 9 MAGGIO

4.   APPIGNANO 23 APRILE

5.   GOOGLE EARTH FA UNO ZOOM SUI TERRITORI IN CONFLITTO

6.   ELEZIONI 2007 IN NIGERIA

7.   G8-LA GENTE SI MUOVANO

8.   LA CLASSIFICA DELLA STRATEGIA DI LISBONA

9.   ECONOMIA MIGRANTE DI EMILIANO PAPPACENA

10.  FESTA DEI POPOLI 2007

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1. CONCORSO FOTOGRAFICO

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Stiamo organizzando la festa dell’Europa che si terrà il 9 maggio 2007, in occasione dell’anniversario del Trattato di Roma del 1957. Si prevede un seminario nel quale si discuteranno le opportunità offerte dall’Unione Europea ai giovani ed il percorso effettuato dall’Unione nell’arco di questi 50 anni. Poi è prevista una serata con aperitivo e concerto. Invitiamo tutti voi  a partecipare alla preparazione di questo evento inviandoci foto che possano descrivere, secondo voi, l'Europa e il processo di integrazione dell'UE dal punto di vista dei giovani. Nell'occasione si intende premiare la migliore foto o foto collage con un viaggio per due persone in una capitale europea per tre giorni e due notte.

 

REGOLE per partecipare al concorso fotografico:

si possono inviare al massimo 3 fotografie o foto collage a persona 

in forma digitale a : 

evs at circoloafrica.org

con 

oggetto: Immagini a l'Europa

Date un titolo a ogni foto

scadenza : 7 Maggio

Il premio: due notte/tre giorni in un capitale di Europa  x due persone.

 

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2. ATTIVITÀ DEL CENTRO

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Il Centro di Documentazione e Ricerca per la Cittadinanza Attiva è aperto il Martedì e Giovedì dalle 10 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Se avete libri da proporre così che noi possiamo acquistarli fatecelo sapere! Se state facendo una tesi di laurea o ricerche sull'immigrazione, sull'economia politica, o su temi riguardanti il terzo settore, etc. presso il nostro Centro potete ottenere informazioni ad hoc previa prenotazione telefonica.

Per contatti ed eventuali prenotazioni 071/2072585

 

(GS)

 

 

 

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3. FESTA DELL'EUROPA 9 MAGGIO ************************************************************************

PROGRAMMA

17.30 Seminario:

Presentazione della Storia europea e del processo dell 'integrazione della  Unione  Europea  dal titolo

“I giovani e l'Europa a 50° anni dal trattato di Roma"

Presentazione de i risultati dello Youth Summit  Ancona e Roma

Presentazione Programmi europei per i giovani

Presentazione esperienze dei giovani

Discussione aperta

19.30  Mostra fotografica con Aperitivo:

Presentazione  delle foto del concorso fotografico

Premiazione del vincitore del concorso

20.30 Concerto dei gruppi NADESICO e THE FOX

22.00 Party

Vj e Dj

presso il Thermos

Via San Martino 10

organizzato dal Circolo Culturale Africa

per maggiori informazioni contattateci:

Vicolo S. Spiridione 5/a

60100 Ancona

Tel./Fax: 071 20 72 585

evs at circoloafrica.org

www.circoloafrica.eu

 

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4. APPIGNANO 23 APRILE

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Appignano 23 aprile (Ascoli Piceno) sono circa le 23.30 quando un furgone, dopo aver invaso la corsia opposta, investe cinque ragazzi a bordo di tre motorini.

Quattro muoiono nell’impatto, il quinto è ricoverato all’ospedale di Ascoli Piceno.

L’uomo alla guida del furgone, un 22enne rom, è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza.

La comunità Rom cui appartiene il giovane che era alla guida del furgone ha abbandonato il campo nelle prime ore successive all’incidente.

La reazione violenta ha colpito il campo che, da anni al centro delle polemiche, non era gradito dagli abitanti della zona. Le fiamme hanno distrutto tutto: le baracche di legno e le roulotte, le auto e i furgoni abbandonati dai Rom nella fuga.

La sorveglianza delle Forze dell’Ordine, che presidiavano l’accampamento proprio per evitare ritorsioni, era stata allentata in concomitanza con i funerali delle vittime e mentre i vigili del fuoco tentavano di domare l’incendio, un centinaio di persone accorse sul posto, ancora sconvolte dal grave lutto, gridavano frasi come “c’è la crisi idrica, non sprecate l’acqua”.

Una reazione così estrema mostra come il ricorso alla giustizia sommaria si presenti come un’alternativa praticabile al potere dello Stato.

Ogni qual volta esplode un caso clamoroso riguardante un reato commesso contro le persone, l’opinione pubblica si affretta ad interrogarsi riguardo alla certezza della pena.

Tra il 1° luglio 2003 ed il 30 giugno 2004 i delitti per i quali è stata esercitata l'azione penale o si è proceduto alla appena ricordata iscrizione sono stati 2.886.281.

Permane ancora assai elevato il numero dei delitti dei quali sono rimasti sconosciuti gli autori. Nel periodo considerato sono stati 2.320.541 (+3,7%), pari all'81% di tutti i delitti denunciati. Sono rimasti ignoti il 95% degli autori di furti (1.414.305), circa il 50% degli omicidi tentati e consumati (3.140) e l'80% delle rapine (52.574). Siffatte percentuali si attestano al 66% se si tiene conto di tutti i delitti esclusi i furti, con un lieve incremento (+4%) rispetto al periodo 1° luglio 2002 – 30 giugno 2003. E' proprio tale impunità che, da un lato, alimenta la delinquenza, dall'altro determina nei cittadini quel senso di insicurezza oggi assai diffuso anche quando riguarda delitti che li colpiscono nei loro beni materiali.

La situazione complessiva dell'esecuzione della pena, pur in presenza di lievi miglioramenti per quanto riguarda le attività di stretta competenza della magistratura (ordini di esecuzione e provvedimenti della magistratura di sorveglianza), è sostanzialmente sovrapponibile a quella dello scorso anno.
In particolare, il numero dei detenuti presenti negli istituti di pena alla fine del primo semestre del 2004 era di 56.532, rispetto ai 56.403 presenti un anno prima. Prosegue la tendenza virtuosa alla riduzione del numero dei giudicabili rispetto ai definitivi, che sul totale suindicato, al 30 giugno 2004, erano 35.291, pari al 62,5%. Se si escludono i condannati in primo grado ed in appello, i detenuti che non avevano ancora ottenuto una verifica dibattimentale erano 11.839 (circa il 21%).

Siamo quindi in una società dove non c’è più la certezza della pena? È dunque lecito poter pensare di sostituirsi allo Stato per far sì che di pena certa ce ne sia almeno una?

Queste domande depistano l’opinione pubblica dalla vera domanda che non è tanto se l’autore del reato, qualsiasi esso sia, “paghi” poi la giusta pena. La vera domanda è: il sistema giudiziale e penale italiano assicurano la certezza del recupero?

A cosa serve alla società che ai responsabili dei reati sia inflitta la giusta pena e che questi la espino fino alla fine, se poi quando escono sono peggiori di quando sono entrati e continueranno nella loro carriera criminale?

In altre parole, la società civile dovrebbe interrogarsi sulla possibilità che “un ladro di polli” una volta scontata la pena esca dal carcere trasformato in “killer”.

Ovviamente, qualche portatore di posizioni, come dire, estremiste, potrebbe obiettare che la possibilità di recupero di alcuni individui, spesso identificati in particolari “categorie” non si presenta possibile né tanto meno auspicabile e le soluzioni appaiono dunque definitive.

Se invece di società civile si sta parlando, allora il fine che la comunità civile deve perseguire è la prevenzione. Fare in modo, che, quello che è accaduto non riaccada in futuro.

Per evitare gli infiniti “déjà vu” la realizzazione della sicurezza sociale si deve intendere come un tentativo di costruire le condizioni per una migliore vivibilità dell'ambiente in cui ci muoviamo; individuare gli aspetti critici che possono
arrecare danno all’intera popolazione per rimuoverli. 
La sicurezza sociale deve agire, in particolare, sulle situazioni di disagio, di emarginazione, proprio per eliminarle, proprio per includere colui che nella situazione attuale appare escluso.

 

(SS)

 

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5. GOOGLE EARTH FA UNO ZOOM SUI TERRITORI IN CONFLITTO

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Grazie ad un progetto promosso da Google e dal Museo dell’Olocausto di Washington, le immagini satellitari della crisi del Darfur sono disponibili per tutti.

Basta Google Earth per essere catapultati negli orrori di questo conflitto.

L’intera regione è disseminata di fiamme rosse che indicano i villaggi distrutti o da fiamme rosse e gialle che indicano i villaggi gravemente danneggiati.

Attraverso lo zoom si possono vedere dettagliatamente una moltitudine di villaggi devastati.

È inoltre possibile avere accesso a numerosi contributi audio e video che testimoniano gli orrori di un genocidio che in quattro anni ha provocato almeno 200 mila morti e circa un milione di feriti.

Scopo di questa iniziativa è sensibilizzare l’opinione pubblica sulla realtà del genocidio che si sta perpetrando nel Darfur. “Occorre far capire alla gente cosa sia un genocidio. Normalmente l’opinione pubblica non reagisce come dovrrebbe. Speriamo così di riuscire a colpire le coscienze” ha spiegato la direttrice del Museo dell’Olocausto, Sara Bloomfield.

Una volta su Google Earth il viaggio può proseguire in altre zone di conflitto Le immagini del satellite trasmettono una certa tranquillità in parte dovute alla distanza da terra, in parte dovute alla mancanza di movimento: in  un veloce passaggio sopra Baghdad o Falluja si può rimanere ingannati dall’apparente normalità.

Poi iniziando a muoversi al di sopra di queste città si iniziano a scorgere dell’aree più scure, come bruciate, dove stranamente non si riconoscono le sagome delle automobili, aree deserte, disabitate e si cominciano a definire i contorni degli edifici distrutti, facilmente identificabili attraverso i residui grigi e polverosi delle macerie. Ecco i risultati dei bombardamenti e delle devastazioni impresse nel terreno che  pur così lontani appaiono così visibili da migliaia di metri.

Poi un passaggio sopra i Territori Palestinesi, dove questa volta i confini territoriali non sono contrassegnati dal solito giallo, ma rosso, il rosso di un confine non ancora certo.

Guantanamo Bay, Camp Delta, e Sami Al Haj prison, le prigioni di massima sicurezza di Guantanamo dove sono detenuti i sospetti membri di Al- Qaeda. Tre aree desertiche contigue, delimitate dalle mura di cinta e più in là, altre due aree quadrate. Quello che colpisce è la mancanza di qualsiasi forma visibile di attività umana nelle vicinanze e l’estrema geometricità delle strutture. Un insediamento isolato.

Attraverso questa finestra aperta sull’intero pianeta, la tecnologia offre all’individuo la possibilità di guardare direttamente, anche se un po’ “dall’alto”, la realtà dei conflitti e gli effetti devastanti che ne derivano.

Risulta, a questo punto, indispensabile un’osservazione.

Il governo statunitense come quello britannico molto sensibili alla crisi del Darfur, non mostrano però la stessa attenzione ad altre catastrofi umanitarie.

È immaginabile una stessa eco riservata alla crisi umanitaria in Iraq?

Certo è che le immagini dell’Iraq sono disponibili come quelle del Darfur.

Google Earth offre a tutti la possibilità di poter essere curiosi e di osservare con i propri occhi, l’importante è voler vedere.

 

www.earth.google.it/download-earth.html

 

(SS)

 

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6. ELEZIONI 2007 IN NIGERIA

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La  Nigeria raggiunge l’indipendenza nel 1960 e la prima costituzione repubblicana è del 1963, pur lasciando il paese all’interno del Commonwealth. Nel 1966 un colpo di stato organizzato da differenti gruppi militari porta al potere il generale Ironsi, di origine Ibo, che però viene assassinato qualche mese più tardi. Gli Ibo, etnia maggioritaria del paese, diventano quindi vittime di rappresaglie razziali che portano alla secessione del 1967 e alla creazione della repubblica del Biafra. Nel 1975 un nuovo colpo di stato porta al potere Murtala Ramat Mohammed che promette un ritorno rapido alla democrazia, ma viene ucciso e rimpiazzato dal suo secondo: Olusegun Obasanjo. Nel 1977 è stabilita una nuova costituzione e le prime elezioni vengono vinte da  Shehu Shagari.

Il colpo di stato del 1983 fa ripiombare il paese sotto la dittatura del consiglio militare supremo. Nel 1993, dopo le elezioni annullate dal governo militare supremo, arriva alla guida dello Stato il generale Sani Abacha. Alla sua morte precoce, nel 1998, prende il potere Abdulsalami Abubakar e ristabilisce la costituzione del 1979.

Le prime elezioni democratiche sono del 1999 e portano al potere Olusegun Obasanjo, che viene rieletto anche nelle turbolente elezioni del 2003.

Le elezioni del 14 e del 21 aprile offrono al paese la prima occasione, dall’indipendenza del 1960, di passare da un’amministrazione civile ad un'altra nel rispetto della costituzione, consolidando così la democrazia nigeriana.

Il periodo di preparazione di queste elezioni ha rivelato però delle lacune in materia d’imparzialità a scapito dell’opposizione e in materia di trasparenza e di rispetto della legge.

La prima minaccia al processo elettorale viene dai tentativi del presidente Obasanjo d’imporre il suo successore escludendo dalla corsa elettorale un candidato come il vice- presidente Atiku Abubakar attraverso procedure giudiziarie e accuse di corruzione a fini politici.

Ancora più preoccupante per la credibilità delle elezioni sono gli interessi diretti di Obasanjo sulle finanze della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente e l’influenza diretta sugli alti responsabili incaricati dell’amministrazione del processo elettorale, l’utilizzo fatto dei servizi di sicurezza per intimidire l’opposizione e i dubbi sollevati  quanto alla validità delle iscrizioni degli elettori.

Grande favorito, il candidato del PDP (il partito al potere) Umaru Yar’adua, governatore dello Stato musulmano di Katsina e sostenuto da Obasanjo, si è dichiarato certo di vincere. Concorrono contro di lui il generale Muhammad Buhari di “All Nigeria Peoples Party” e Atiku Abubakar che, escluso dal PDP, si presenta sotto i colori dell’Action Congress.

I nigeriani hanno votato, o tentato di votare, sabato 21 aprile per eleggere il loro futuro parlamento federale e il prossimo presidente.

Il 23 aprile il presidente della commissione elettorale nazionale, Maurice Iwu ha annunciato che Umaru Yar’adua, candidato del partito al potere (PDP) è stato eletto presidente della repubblica con 24.638.063 voti.

Il generale Muhammadu Buhari, candidato dell’opposizione (ANPP), ha raccolto 6.605.299 suffragi e il vice presidente Atiku Abubakar 2.637.848 voti.

I due  principali partiti d’opposizione hanno deciso di contestare i risultati.

L’Unione Europea ha annunciato che tra il 14 e il 21 aprile almeno 200 persone tra cui poliziotti e candidati sono stati uccisi nelle violenze elettorali e in un documento, contenente le conclusioni provvisorie della missione d’osservazione, dichiara che il bilancio risulta inaccettabile dal punto di vista del processo democratico.

Per la Comunità Economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest, l’elezione presidenziale non è stata “né libera né equa”.

Gli osservatori del Commonwealth hanno parlato di “imperfezioni significative”.

Osservatori privati americani dell’Istituto Internazionale Repubblicano giudicano lo scrutinio meno corretto rispetto alle presidenziali del 1999 e del 2003.

Il presidente eletto prenderà ufficialmente le sue funzioni il 29 maggio ma di fronte all’ampiezza delle irregolarità, molti osservatori s’interrogano ormai sulla legittimità del potere del presidente Umaru Yar’adua.

 

Élections 2007 au Nigeria

 

Devenu indépendant en 1960, la première constitution républicaine du Nigeria  est du 1963, mais laisse le pays dans le Commonwealth.

En 1966 un coup d'État fomenté par différents groupes militaires amène au pouvoir le général Ironsi, d'origine Ibo, qui est assassiné quelques mois plus tard.

Les Ibos, ethnie majoritaire de l'est du pays, sont alors victimes de représailles raciales sanglantes qui aboutissent en 1967 à la sécession de la république du Biafra.

En 1975 un coup d'État amène Murtala Ramat Mohammed au pouvoir qu’il promet un retour rapide à la démocratie, mais il est tué et remplacé par son second : Olusegun Obasanjo.

En 1977 une nouvelle constitution est établie et les premières élections  sont gagnées par Shehu Shagari.



Le coup d'État en 1983 replonge le pays sous la dictature du conseil militaire suprême. En 1993, après des élections annulées par le gouvernement militaire, arrive à la tête de l'État le général Sani Abacha. À sa mort soudaine en 1998, prend le pouvoir Abdulsalami Abubakar et rétablit la constitution de 1979. Les premières élections démocratiques   sont du 1999 et sont gagnées par Olusegun Obasanjo, qui est réélu lors des turbulentes élections de 2003.

Les élections du 14 e 21 avril offrent au pays la première occasion depuis l’indépendance en 1960 de passer d’une administration civile à une autre dans le respect de la constitution, consolidant ainsi la démocratie au Nigeria.

La période de préparation de ces élections a révélé des lacunes en matière d’impartialité au détriment de l’opposition ainsi qu’en matière de transparence et de respect de la loi.

La première menace à ce processus vient des tentatives du président Olusegun Obasanjo d’imposer son successeur en excluant de la course électorale des candidats comme le vice-président Atiku Abubakar par l’intimidation, par des procédures judiciaires et par des accusations de corruption à des fins politiques.

Encore plus inquiétants pour la crédibilité des élections sont la mainmise d’Obasanjo sur les finances de la Commission électorale nationale indépendante (INEC) et son influence directe sur les hauts responsables en charge de l’administration du processus électoral, l’utilisation qui est faite des services de sécurité pour intimider l’opposition et les doutes soulevés quant à la validité de l’inscription des électeurs.

Grand favori, le candidat du PDP (parti au pouvoir), Umaru Yar'adua, 55 ans, gouverneur de l'Etat musulman de Katsina et adoubé par M. Obasanjo, s'est déclaré certain de gagner.

Face à luil e général Muhammadu Buhari, du All Nigeria Peoples Party, et Atiku Abubakar qui, exclu du PDP, se présente sous les couleurs de l'Action Congress.

Les Nigérians ont voté,ou tenté de voter, samedi 21 avril  pour élire leur futur parlement fédéral et leur prochain président.

Le 23 avril le président de la commission électorale nationale a annoncé que Umaru Yar'adua, gouverneur de l'Etat de Katsina et candidat du parti au pouvoir (PDP) au Nigeria a été élu président de la république avec 24.638.063 voix.

Le général Muhammadu Buhari, candidat d'opposition (ANPP), a recueilli 6.605.299 suffrages, et le vice-président Atiku Abubakar 2.637.848 voix.

Les deux principaux partis d'opposition ont décidé de contester les résultats.

L’Union européenne a annoncé que entre le 14 et le 21 avril, au moins 200 personnes dont des policiers et des candidats ont été tuées dans les violences électorales et dans un document contenant les conclusions provisoires de la mission d’observation, déclare le bilan inacceptable au regard du respect du processus démocratique.

Pour la Communauté économique des Etats de l'Afrique de l'Ouest, la présidentielle n'a été "ni libre ni équitable".

Les observateurs du Commonwealth ont parlé d'"imperfections significatives".

Des observateurs privés américains de l'Institut international républicain ont jugé quele scrutin a été moins correct que les présidentielles de 1999 et 2003.

Le président élu prendra officiellement ses fonctions le 29 mai mais face à l'ampleur des irrégularités, certains observateurs s'interrogent désormais sur la légitimité du futur pouvoir du président Umaru Yar’adua.

 

(SS)

 

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7. G8-LA GENTE SI MUOVANO

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Il G8 si avvicina e ieri hanno iniziato ufficialmente i protesti contro il meeting dei paesi più industrializzati del mondo. L’incontro si svolge dal 6 al 8 di giugno a Heiligendamm al Mare Baltico in Germania. Per tutti che vogliono andare li è importante a sapere che gia nel radio di 50 chilometri non ci sono posti disponibile a dormire. Tutto al completo sin da gennaio. Per arrivare a Heiligendamm è consigliabile a prendere una macchina o un autobus visto che i treni saranno pienissimo in questi giorni.

Nei prossimi newsletter vi aggiornerò più preciso sulla situazione attuale come corrispondente direttamente da Berlino.

 

(LA)

 

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8. LA CLASSIFICA DELLA STRATEGIA DI LISBONA

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È  noto come l’Agenda di Lisbona o il processo di Lisbona è "un'azione" e "un piano di sviluppo" per l'Unione europea realizzata nel marzo del  2000 dal Consiglio europeo a Lisbona. I Capi di Stato e di Governo dell’UE furono d'accordo, in questa riunione, per fare dell'UE “ la più competitiva e dinamica area geografica basata sulla conoscenza”.  Il suo scopo principale è tentare di aumentare la produttività e ridurre la stagnazione della crescita economica nell’UE, attraverso l’implementazione di una politica chiara e incisiva.

Le aree principali di intervento sono in primo luogo: l’Innovazione economica, focalizzata  su Ricerca e Sviluppo ed allo stesso tempo sulla protezione dell'ambiente e sul miglioramento  della sua qualità; Modernizzare il modello sociale Europeo investendo nella formazione e nello sviluppo delle risorse umane e lottando contro l’esclusione sociale, offrendo maggiori opportunità di lavoro alle donne e agli anziani; Migliorare le procedure amministrative e legislative negli Stati Membri, e limitando la burocrazia, affinché si crei una maggiore e più semplice mobilità per le merci, i servizi e il lavoro offrendo maggiori opportunità di crescita economica all'interno del mercato Interno. Attraverso questa strategia, un’economia più forte favorirà la creazione di opportunità di lavoro con l’ausilio di politiche sociali e ambientali che assicurano un sviluppo sostenibile e l’inclusione sociale, le quali svilupperanno ulteriormente la crescita economica. Comunque, può funzionare, se ogni Stato Membro implementa la politiche necessarie alla realizzazione dello stesso obiettivo.

Un esempio di sviluppo pttenuto grazie alla puntuale implementazione della strategia di Lisbona è la Danimarca. In una recente ricerca effettuata dal World Economic Forum (WEF), la Danimarca risulta essere l’economia più dinamica e competitive dell’UE. È il Paese che ha fatto di più, all’interno dell’UE, per raggiungere gli obiettivi della Strategia di Lisbona,questo impegna l’unione con riforme economiche e sociali di vasta portata per il 2010. Questo è l’evidente risultato a cui mira l’Unione attraverso il piano di Lisbona ed questo quello che vorrebbe realizzare con tutti i suoi Membri. Sembra che i paesi Scandinavi sono alla guida nella Tabella di Revisione di Lisbona dell’UE, da quando la Danimarca è seguita da Finlandia e Svezia in termini di raggiungimento di obiettivi chiave. Al quarto posto c’è l’Olanda, seguita da Germania e da Regno Unito, che prende la sesta posizione. L’italia è in 24esima posizione, poco prima di Polonia, la quale si attesta all’ultima posizione, la 25esima su 25 membri UE.

Bulgaria e Romania, aggiunte nel gennaio 2007, sono comparate con i potenziali membri, poichè la ricerca fu intrapresa nel 2006. Esse sono dopo il Croazia al 1° posto e la Turchia al 2°.

La classificazione è basata su misure attuate per migliorare aree chiave, come: Innovazione, Ricerca e Sviluppo (R&S), Liberalizzazioni, sviluppo Sostenibile, inclusione Sociale, Sistemi di Informazioni, ambiente di Impresa e servizi Finanziari.

Il Regno Unito ha avuto maggiori risultati per le sue ottime prestazioni nei servizi Finanziari. La ragione risiede nel ruolo di Londra come un maggiore centro finanziari internazionale. Comunque, il suo posizionamento definitivo è ridotto dalle debolezze nelle aree di inclusione sociale e dello sviluppo sostenibile. L’Irlanda, classificata al di sotto della top ten, all’undicesimo posto ha uno dei tre migliori ambienti di impresa in Europa dovuta alla facilità di intraprendere un business nel paese, il facile accesso al capitale (attraverso canali come le banche) e livelli relativamente bassi di burocrazia amministrativa di formalità. Molti dei paesi che si sono associati all'EU nel maggio del 2004 hanno migliorato le loro performance rispetto a prima, mentre mettendoli a confronto con molti  paesi membri dell’EU da lunga data, inclusi Estonia, Slovenia ed Ungheria (classificato rispettivamente 12°, 16° e 17°). Questo mostra come alcuni membri recenti sono già prossimi al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona rispetto ai 15 membri originari dell’UE. Tra questi, l'Estonia è il membro più forte, classificato 12°, per poco al di fuori dalla top ten. La società di informazioni dell'Estonia è stimata fra le prime cinque in Europa, con un governo fra i migliori del mondo in termini di offerta di servizi di governo on-line ed una percentuale di accessi ad internet. Le condizioni d’impresa dell'Estonia, classificata complessivamente sesta, è comparativamente un paese dove risulta semplice iniziare un business.

Le prestazioni della Grecia e dell’Italia risultano comparativamente scarse rispetto alle aree chiave e ora si trovano vicino alla posizione più bassa della graduatoria e al di sotto dei paesi già membri, eccezione fatta per la Polonia. In Grecia, gli ambiti problematici sono quelli dell’informazione della società, delle liberalizzazioni e dello sviluppo sostenibile. In Italia, sono le liberalizzazioni, i servizi finanziari, le condizioni di impresa e  l’inclusione sociale.

Gli Stati Uniti ottengono risultati migliori in media rispetto all’UE. Gli Stati Uniti non hanno risultati migliori rispetto ai primi sei paesi classificati dell’UE, ma hanno complessivamente un risultato più alto rispetto alla totalità dei membri dell’UE. Nel settore dell'innovazione, riconosciuto come strategico per lo sviluppo economico e per la competitività, gli Stati Uniti hanno il migliore risultato rispetto a tutti i membri dell’UE.

Un altro fatto interessante è che Croazia e Turchia, membri potenziali dell’UE, hanno risultati migliori in alcuni settori rispetto ad alcuni paesi già membri dell’UE, come ad esempio la Polonia.

 i molto segnano meglio in delle aree che alcuni dei membri di EU presenti, come la Polonia per esempio. Loro hanno raggiunto risultati soddisfacenti in alcuni settori chiave e continuano a svilupparli velocemente.

Questo analisi indica che l'EU deve prestare maggiore attenzione su tre ambiti principali: migliorare il settore dell’Innovazione e della Ricerca e Sviluppo, sviluppare una più forte società di informazione e creare un ambito imprenditoriale stimolante che sia più favorevole all’attività economica privata per tutti i suoi membri.

 

The Lisbon Strategy’s Review Chart

 

It is also known as the Lisbon Agenda or the Lisbon process and it is “an action” and “a development plan” for the European Union, which was set in March 2000, by the European Council in Lisbon. The EU Heads of States and Governments agreed at this meeting to make the EU "the most competitive and dynamic knowledge-driven economy by 2010". Its main aim is to try and deal with the low productivity and stagnation of the economic growth in the EU, through clear and strong focused policy implementation.

The main areas of impetus are firstly: Economic Innovation, focusing on Research and Development (R&D) and at the same time protecting the environment and improving its well being; Modernising European social model in terms of investing in training and development the human resources and fighting against social exclusion, providing more job opportunities for women and elderly; Improving the administrative and legislative procedures in Member States and limiting beurocracy, so that more and easier mobility is created for  products, services and labour, increasing the potential of the Internal market.

Under the strategy, a stronger economy will drive job creation in the EU, alongside social and environmental policies that ensure sustainable development and social inclusion, which will drive economic growth even further. However, it can only work well, if all Member States implement needed policies so that they can proceed to reaching the above goals.

One good example of development due to precise implementation of the Lisbon strategy is Denmark. In recent research undertaken by the World Economic Forum (WEF), Denmark is the EU’s most dynamic and competitive economy. It is the country that has done most to meet the goals of the EU’s Lisbon Strategy, this commits the union to far-reaching economic and social reforms by 2010. It is the evident results of the Union’s aim through the Lisbon plan and this is what it would like to achieve with all of its Members. However, it looks like that the Scandinavian countries are leading in the EU’s Lisbon Review Chart, since Denmark is followed by Finland and Sweden in terms of key achievements. In fourth place is the Netherlands, followed by Germany and the United Kingdom, taking 6th position. Italy is at 24th position, just before Poland, which takes the final 25th position out of EU 25. Bulgaria and Romania, which joined on January 2007, are compared with the potential member countries, since the research was undertaken in 2006. They are after Croatia in 1st and Turkey in 2nd place.

The ranking is based on measures taken to improve key areas, such as: Innovation, Research and Development (R&D), Liberalisation, Sustainable development, Social inclusion, Information Systems, Enterprise environment and Financial services. The United Kingdom has scored highest in terms of its best performance in Financial services. The reason for this is London’s position as a major international financial centre. However, its overall ranking is brought down by weaknesses in the areas of social inclusion and sustainable development. On the other hand, Ireland, ranked just outside the top 10, at 11th place, has one of the three best enterprise environments in Europe due to the ease of starting a business in the country, good access to capital (through channels such as banks) and relatively low levels of administrative bureaucracy and formalities.

Several of the countries that joined the EU in May 2004 have improved their comparative performance since then, putting them well ahead of many longer-standing EU members, including Estonia, Slovenia and Hungary (ranked 12th, 16th and 17th respectively). This shows that a number of these recent members are already closer to meeting the Lisbon goals than many of the original EU15 Member States. Among them, Estonia is the strongest performer, ranked 12th, just outside the top 10. Estonia’s information society is assessed as among the top five in Europe, with a government that is among the world’s best in terms of providing online government services and a high Internet dissemination rate. Estonia’s enterprise environment ranks 6th overall, as it is a comparatively easy place to start a business.

Greece and Italy perform comparatively poor across all the key areas, and now find themselves near the very bottom of rankings, and bellow all of the recent accession countries, except Poland. In Greece, the main areas of concern are the information society, liberalisation and sustainable development. In Italy, the most problematic are liberalisation, financial services, the enterprise environment and social inclusion.

The US still scores better than the EU on average. The US does not score as well as the six top-ranked EU countries, but has a higher score than all other EU members. In the area of innovation, widely recognised as crucial for economic growth and competitiveness, the US has the highest scores than all EU Member States.

Another interesting fact is that Croatia and Turkey, potential EU members, score much better in some areas than some of the present EU members, such as Poland for example. They have achieved satisfactory results in many key areas and are continuing to develop vastly.

This assessment indicates that the EU must pay more attention on three main areas: improving environment for Innovation and R&D, developing a stronger information society and creating a nourishing enterprise environment that is more manageable for private economic activities throughout all of its current members.

 

(RP)

 

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9. ECONOMIA MIGRANTE DI EMILIANO PAPPACENA

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Il documentario “economia migrante” di Emiliano Pappacena affronta la tematica dell’ immigrazione da un punto di vista diverso da quello al quale siamo solitamente abituati. Partendo da un idea comune: immigrato =manodopera a basso costo, = delinquente =peso economico  per il paese Italia, mi muovo verso la “nuova immagine” dell’ immigrato ovvero quella di un immigrato imprenditore, contribuente dello stato italiano ed infine  cliente/utente di prodotti e servizi.

Spostandomi per l’Italia alla ricerca di tasselli che compongano un quadro nitido di questo  nuovo fenomeno, raccolgo le testimonianze di enti e istituzioni, raccolgo dati sulle imprese con titolare straniero presenti in Italia, intervisto imprenditori stranieri e società italiane che producono prodotti e servizi per immigrati.

Le imprese con titolare straniero negli ultimi anni hanno superato di gran lunga il tasso di crescita delle imprese con titolare italiane.  Secondo il Cna , la confederazione nazionale dell’ artigianato e della  piccola e media impresa, le aziende con Titolare straniero sono  il 5 % delle imprese presenti in Italia: dalle 56.000 imprese del 2003 si è passati alle 130.000 del 2006 con un incremento superiore al 100%.

Ma il nuovo immigrato, attraverso il suo lavoro contribuisce anche  alle entrate dello stato italiano, la stessa Agenzia delle Entrate ha realizzato una serie di guide multilingue per agevolare il pagamento delle tasse da parte dei cittadini stranieri residenti in Italia infatti gli stranieri residenti nel nostro Paese hanno dichiarato nel 2004  guadagni per oltre  21 miliardi di euro e nel 2005 hanno versato quasi  2 miliardi di  euro di imposte.

E facile quindi intuire che l’ immigrato diventi anche  un cliente redditizio su quale puntare. Come si vede nel servizio,  sono molte le aziende italiane e straniere che riconoscono nell’ immigrato un nuovo target di mercato; si va dalle società di telefonia e trasferimento di denaro, passando per  case editrici ,  fino alle  aziende alimentari e di abbigliamento specializzate nel settore “etnico”. Di conseguenza appare ragionevole cominciare a rivedere la figura dell’ immigrati in relazione ai cambiamenti in atto e considerarlo  a tutti gli effetti parte attiva  ed integrante della nostra società.

 

(PS)

 

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10. FESTA DEI POPOLI 2007

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Le riunione per la preparazione e programmazione per la 19°edizione della festa dei popoli sono iniziate. Quest’anno si svolgerà dal 12 al 14 Luglio come tutti gli anni presso il Forte Altavilla di Pietralacroce di Ancona.

Invitiamo tutti quelli che vogliono darci una mano a organizzare la festa di venire al prossimo appuntamento il 10 Aprile alle ore 21.00, Via Cialdini n° 10 presso la sede del Laboratorio Sociale. Vi aspettiamo numerosi!

 

(LA)

 

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Il prossimo numero uscirà :

il 15 Maggio  2007.

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