Osservatori elettorali in Congo - aggiornamento 26 luglio



Con invito a diffondere, se ritenete opportuno.

mariagrazia bonollo

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Comunicato per gli amici n. 2

 

Bukavu, 26 luglio 2006

 

 

Sono partiti questa mattina per le loro destinazioni anche gli osservatori dislocati nelle diverse località del Sud Kivu: la maggior parte di essi (le coppie destinate a Irambo, Walungu, Shabunda, Butembo/Beni), per strada o con aereoveicoli messi a disposizione dalla Monuc, hanno raggiunto le loro sedi in tarda mattinata. Sono attesi nel pomeriggio gli osservatori impiegati nei seggi del territorio di Uvira. Aperta invece è ancora la posizione degli osservatori di Minembwe, in quanto all’ultimo momento è stato negato l’aereo promesso dalla Monuc: si fermeranno a Uvira, in attesa degli sviluppi della situazione. 

Nella città di Bukavu sono rimaste quattro coppie di osservatori, distribuite in diversi quartieri a coprire il grande territorio urbano; il gruppo di coordinamento del progetto, con don Albino Bizzotto, Lisa Clark, due responsabili dell’organizzazione e tre addette stampa; alcuni rappresentanti delle istituzioni italiane. Accompagnati da Eugenio Melandri, presidente di “Chiama l’Africa”, si sono infatti fermati con noi Emilio Lonati, rappresentante sindacale della Fim-Cisl, e Luciano Minghini, presidente del consiglio comunale di Forlì, uno dei comuni italiani che ha aderito al progetto.

Anche oggi a Bukavu non sono mancati gli incontri con rappresentanti del mondo dell’informazione e della società civile, per riuscire a delineare il quadro, il più completo possibile, su come la popolazione congolese sta vivendo e si sta preparando a questo passaggio epocale.          

Si sono detti sicuri della vittoria di Kabila, forse al primo turno, i giornalisti di Radio Mandeleo, segnalando come causa della mancanza di grandi rivali la poca conoscenza nelle province di alcuni dei candidati in lizza, e la paura che alcuni degli stessi candidati, nei territori in cui hanno portato la guerra, ancora suscitano tra gli abitanti.

«Il processo elettorale non risolverà i nostri problemi, ma può essere l’inizio della loro risoluzione» ci hanno spiegato alcuni esponenti della società civile del Sud Kivu, un insieme di associazioni e ong locali (più di 1500) dai più vari interessi, che nel periodo della guerra si è rivelato presenza fondamentale per porre limiti alle violenze. «Ringraziamo gli italiani per esserci stati vicini in momenti difficili e per esserlo tuttora» ci hanno poi salutato, dopo averci illustrato le centinaia di incontri svolti tra la popolazione per insegnare come votare correttamente, l’importanza del voto e di una scelta consapevole.

Tra i numerosi comizi e manifestazioni che si svolgono quotidianamente in città, significativo questa mattina quello svolto nello stadio di Kadutu, dove alcune centinaia di donne, giunte in corteo da differenti quartieri, si sono riunite per conoscere le rappresentanti femminili al governo.     

 

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Mariagrazia Bonollo
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