La signora Iervolino non dovrebbe parlare di Pace!



La signora Iervolino non dovrebbe parlare di Pace!

Marcella Boccia ed Alessandro Sommella contestano il sindaco di Napoli

 

   Ieri pomeriggio, alle 18.30, la Comunità di S. Egidio di Napoli, unendosi a molte città del mondo, ha celebrato la Giornata Mondiale della Pace,  “Pace in tutte le terre”. C’è stato un corteo, partito da piazza Dante e terminato nella chiesa di S. Lorenzo Maggiore. I due artisti Marcella Boccia e Alessandro Sommella, nonostante la poca energia dovuta allo sciopero della fame che in questi giorni li vede protagonisti per la protesta contro la privatizzazione dell’acqua a Napoli ed in 136 comuni napoletani e casertani, erano presenti all’appuntamento di piazza Dante. La pioggia aveva già bagnato tutti i presenti, le fiaccole non volevano proprio restare accese, e gli ombrelli creavano qualche difficoltà visiva. Se non si era in prima fila, non si riusciva a vedere in faccia gli oratori, ma una voce inconfondibile ha preso la parola in conclusione, prima che il corteo si avviasse: il sindaco Rosa Russo Iervolino, il politico che, primo fra tutti, d’accordo con il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, l'ex-sindaco della "rinascita" napoletana, ha deciso che l’acqua di Napoli, quel liquido imbevibile, che dal rubinetto scorre ogni giorno di un colore diverso, con una concentrazione di nitrati fino a 4 volte superiore al limite massimo ammesso (Rapporto ecosistema urbano 2004 di Legambiente), i cittadini dovranno pagarlo oro, perché dei privati si arricchiscano. La signora Iervolino ha ripetuto la parola “pace” decine di volte durante il suo “comizio” di piazza Dante. Pace, pace, pace. Marcella Boccia ed Alessandro Sommella hanno deciso, così, di abbandonare il corteo, per protesta.

“Io stimo molto la Comunità di Sant’Egidio – dichiara la poetessa Marcella Boccia -. Avevo accettato con piacere l’invito a prender parte alla manifestazione pacifista di Capodanno, ma l’intervento del sindaco Iervolino mi ha dimostrato quanta ipocrisia vi sia nelle parole dei politici che non fanno altro che pubblicizzare sé stessi anche quando parlano di pace. “La pace”, “la pace”, continuava a ripetere, pronunciandola “pasce”, ed io osservavo, sotto la pioggia, i cartelli con le scritte “Palestina”, e, più in là, “Israele”. Pace, pace. D’ora in poi darei una multa di un milione di euro ai politici che usano a sproposito la parola “pace”, come quando al nostro governo si usa la definizione di “costruttori di pace” perché non si vuol chiamare i guerrafondai col loro nome. Guerrafondai! E’ così semplice! Guerrafondai. Punto e basta! Perché stuprare le parole? La parola è magia, va usata in modo corretto. Il sindaco di Napoli sa benissimo che in questi giorni ci sono cittadini che si privano del cibo per protestare contro la sua decisione, antidemocratica e malavitosa, di privatizzare l’acqua. Lo sa perché riceve i nostri comunicati stampa. Prima di parlare di pace nel mondo, si occupi di lasciare in pace i cittadini che governa!”.
 
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